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Intitolato a Giovanni Testori l’Auditorium di Palazzo Lombardia‏

Sarà dedicato a Giovanni Testori, uno dei maggiori esponenti della cultura lombarda, italiana ed europea del secondo Novecento, l’Auditorium di Palazzo Lombardia. Lunedì 14 gennaio alle 18.00, alla presenza di Roberto Formigoni, Presidente della Regione Lombardia e di Giuseppe Frangi, Presidente dell’Associazione Testori, si svolgerà la cerimonia di intitolazione della nuova struttura, dagli spazi ampi, dall’ottima acustica, perfettamente attrezzato con le nuove tecnologie. Per l’occasione sarà presentata la nuova edizione del libro “Conversazione con Testori” di Luca Doninelli, mentre Franco Branciaroli leggerà alcuni brani di Testori.

Pubblicate nel 1993, all’indomani della morte di Testori, queste conversazioni rappresentano un documento unico, tanto per le informazioni che contengono quanto per le suggestioni che ancora oggi spalancano. Più che un libro intervista, questo è un libro dialogo, in cui l’amicizia tra chi fa le domande, Luca Doninelli, e chi risponde, Giovanni Testori, gioca una funzione fondamentale, permettendo di toccare corde profonde e di far emergere con delicatezza tanti risvolti intimi e privati. Per questo Conversazioni con Testori è un documento straordinario, sia dal punto di vista della storia culturale che da quello più strettamente umano. Testori ebbe modo di leggere e correggere, durante la degenza in ospedale, questo testo: il che ne fa una fonte affidabile e obbligata per chiunque oggi lo approcci, per curiosità, per passione o per studio. Questa nuova edizione, riveduta e corretta, è arricchita, in appendice, dalla pubblicazione di alcuni passaggi inediti, rintracciati riascoltando le registrazioni originali.

Nel 2013 ricorre il ventennale della morte di Giovanni Testori (16 marzo 1993) e per questo sarà un anno particolarmente ricco di eventi a lui dedicati che culmineranno in autunno con una grande mostra, Testori a Brera, ospitata nella Pinacoteca.

Scrittore, drammaturgo, pittore, critico d’arte, poeta, regista, attore: difficile definire in una parola Giovanni Testori, uno dei più importanti intellettuali italiani del Novecento. Nato a Novate Milanese nel 1923 già a 17 anni collaborava ad alcune riviste del GUF con articoli di critica d’arte. Dal 1952 diviene allievo prediletto di Roberto Longhi e pubblica celebri scritti sull’arte del Cinque-Sei-Settecento lombardo-piemontese. Del 1954 è la sua prima opera di narrativa: Il dio di Roserio. Seguirà poi il ciclo de “I Segreti di Milano” e il primo esordio come drammaturgo al Piccolo Teatro di Milano, con La Maria Brasca nel 1960. Gli anni Sessanta sono segnati dal sodalizio con Luchino Visconti e Testori raggiunge la notorietà presso il grande pubblico. Con Franco Parenti, a partire dal 1972, porta in scena la “Trilogia degli Scarrozzanti”, dando vita, con Andrée Ruth Shammah al Salone Pier Lombardo. Nel 1977, la morte della madre dà inizio a una nuova fase della vita dello scrittore, segnata dal monologo Conversazione con la morte e dalla collaborazione con il Teatro dell’Arca di Forlì. Gli anni Ottanta sono invece nel segno di Franco Branciaroli e del Teatro degli Incamminati, da lui fondato con Emanuele Banterle. Erano gli anni in cui si andava intensificando la sua attività di critico militante, rivolta a molti giovani talenti che devono a lui la notorietà. Dalla metà degli anni Settanta, Testori aveva preso il posto di Pasolini come commentatore in prima pagina del “Corriere” e dal 1978 diviene responsabile della pagina artistica. Dopo tre anni di malattia, Testori muore il 16 marzo del 1993, quando oltre 800 articoli si erano andati ad affiancare ai suoi celebri drammi, romanzi e studi critici.

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