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Ad Arte Fiera arriva anche Robert Wilson‏

Una mostra speciale di Robert Wilson realizzata con installazioni multimediali dedicata al Macbeth di Verdi che andrà in scena al Teatro Comunale di cui il grande artista scenografo Statunitense cura le scenografie, sarà ospitata in anteprima ad Arte Fiera e proseguirà a Casa Saraceni grazie alla collaborazione tra BolognaFiere e Fondazione Carisbo.
Una prima nella prima quella che si vedrà in scena ad Arte Fiera 2013, che ospiterà all’interno del Centro Servizi di BolognaFiere una mostra speciale del grande regista e drammaturgo statunitense texano Robert “Bob” Wilson. Wilson ritenuto uno dei più grandi artisti viventi, ha realizzato per il Teatro Comunale di Bologna le scenografie del Macbeth di Giuseppe Verdi che apriranno dopo pochi giorni le celebrazioni del duecentocinquantesimo anniversario del Teatro Bolognese. ha dichiarato soddisfatto il presidente di BolognaFiere Duccio Campagnoli conclude Duccio Campagnoli.
La mostra di Robert Wilson “E dei gufi Udii lo stridere” è un chiaro richiamo alla messa in scena del Macbeth che avverrà di lì a poco nel Teatro Comunale. Wilson porterà in Arte Fiera delle videoinstallazioni con una quindicina di gufi che avvolgeranno il visitatore in un’installazione appositamente realizzata per questa mostra. Il richiamo al Macbeth tramite un animale simbolo dell’occultismo e della notte, è chiaro fin dal titolo che riprende uno dei passaggi più suggestivi dell’opera di Giuseppe Verdi. La preziosa e avanguardistica installazione che prevede oltre 15 gufi reali avrà una vita propria dopo Arte Fiera proprio per assicurare la continuità e il richiamo alla messa in scena di Macbeth. Proseguirà infatti, grazie alla collaborazione con la Fondazione Carisbo e, all’interno dei locali di Casa Saraceni sede della fondazione.

Anche nel 2013 un accordo di collaborazione tra BolognaFiere e Teatro Comunale
In questo modo BolognaFiere ha voluto sostenere le celebrazioni per i 250 anni del teatro Comunale realizzando un più ampio accordo di sostegno al teatro che prevede la possibilità di organizzare eventi nei locali prestigiosi del teatro in concomitanza con le manifestazioni di BolognaFiere, ripetendo la formula che già ha avuto un enorme successo presso organizzatori ed espositori con le serate di LineaPelle e Cersaie. Il sostegno così si è allargato anche alle celebrazioni del Teatro che si aprono con questo importante evento, mostrando ai visitatori di Arte Fiera, e più avanti a quelli dei musei di Genus Bononiae grazie alla collaborazione con Fondazione Carisbo, un assaggio dell’arte di Wilson. Proprio Wilson inoltre sarà presente in videconferenza da New York in una “special Conversation” che arricchisce il programma di Arte Fiera venerdì 25 gennaio presso la gallery Hall 25-26 di Arte Fiera alle ore 17. L’artista americano in diretta da New York colloquierà con il critico Achille Bonito Oliva e il direttore artistico di Arte Fiera Giorgio Verzotti, sulla sua arte e sui legami tra arte e musica. L’occasione sarà anche quella di presentare il libro sui Ritratti di Bob Wilson appena uscito in Italia con testi dello stesso Achille Bonito Oliva tra gli altri.
Robert “Bob” Wilson (4 ottobre 1941) è un regista e drammaturgo statunitense. Nel corso della sua articolata carriera, lavora anche come coreografo, pittore, scultore, video artista, designer di suono e luci. È noto soprattutto per la collaborazioni con Philip Glass in Einstein on the Beach, e con numerosi altri artisti, tra i quali William S. Burroughs, Allen Ginsberg, Tom Waits e David Byrne. Centrale in questa linea progettuale è la proposta con cui si apre la programmazione della Stagione d’Opera, con la nuova produzione del Teatro Comunale del Macbeth di Giuseppe Verdi la cui messa in scena è affidata all’americano Robert Wilson, uno dei più importanti artisti viventi e uno dei più interessanti registi d’opera al mondo.
La scelta di Bob Wilson è dovuta a due ragioni principali: la prima è legata alla straordinaria immaginazione innovativa, multimediale e visionaria che lo contraddistingue e che si sposa perfettamente con il paesaggio visivo onirico e allucinato evocato da un titolo quale il Macbeth verdiano; la seconda è legata al determinante lavoro svolto dal regista texano nel corso della sua lunga carriera sul teatro di William Shakespeare, che rende questa nuova interpretazione particolarmente interessante sul piano del contributo all’avanzamento delle forme di rappresentazione del grande repertorio drammaturgico-musicale.

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