Collaboratrice di Gio Ponti e Marco Zanuso, nel 1979 Cini Boeri aveva vinto il Compasso d’Oro per il divano Strips. Era madre dell’archistar Stefano Boeri
“La gioia è insita nell’atto del progettare, nel proporre il nuovo e nel crearlo con responsabilità e passione. L’impegno corrisponde a un’etica morale e intellettuale, che dovrebbe sempre accompagnare il nostro lavoro, in tutti i suoi aspetti”. Queste parole, affidate a Margherita Guccione in un’intervista rilasciata nel 2012 per Domus, riassumo con efficacia l’approccio alla professione e alla stessa vita di Cini Boeri. E tornano a rimarcarne lo spessore proprio ora, quando giunge la notizia che il grande architetto e designer scompare a 96 anni nella sua casa di Milano.
Nata a Milano nel 1924, Maria Cristina Mariani Dameno – questo il suo nome all’anagrafe – si era laureata nel 1951 al Politecnico di Milano. Dopo alcune collaborazioni con Gio Ponti e Marco Zanuso, aveva aperto il suo studio nel 1963. Per alcuni anni fu docente di progettazione architettonica e disegno industriale al Politecnico, sempre a Milano. Nel 1979 aveva vinto il Compasso d’Oro per il divano Strips, disegnato per Arflex nel 1968 ed esposto alla Triennale nella collezione permanente.
Nel 2019 le era stato assegnato l’Ambrogino d’Oro del Comune di Milano su proposta dell’Anpi. Visto che Cini Boeri vantava un passato da partigiana, e durante la Resistenza fece parte della Brigata Paolo Stefanoni. E se la dimensione di un personaggio è data in parte anche dalle qualità che questo riesce a infondere ai propri eredi, la Boeri può vantare in questo grandi capacità. Essenso stata madre di tre figli, tutti molto noti nelle loro professioni: il giornalista Sandro Boeri, per anni direttore di “Focus”, l’archistar Stefano Boeri, già assessore alla cultura del Comune di Milano, e l’economista Tito Boeri, già presidente dell’Inps.
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