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Catturare l’essenza: tre mostre di Photofestival (pt. 2)

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Di settimana in settimana, fino al 15 novembre, mostre di fotografia sbocciano come fiori tra gallerie e spazi espostivi della città che, invece, s’avvolge d’autunno. Ecco (altri) tre appuntamenti da non perdere di questo Photofestival 2020.

Maddalena Arcelloni, Incredibly Close – Other Size Gallery fino al 20 novembre 2020

Quando il lockdown è sopraggiunto all’improvviso molte persone si sono trovate rinchiuse per settimane nel luogo in cui erano in quel momento, che fosse o non fosse casa loro. Maddalena Arcelloni, fotografa di moda originaria di Milano, è rimasta bloccata nel Maine, a condividere un appartamento con un uomo sconosciuto. Era quindi incredibly close (incredibilmente vicino) a una persona nuova, a un corpo come un paese inesplorato tutto da scoprire. Attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica, l’artista si è lanciata in un viaggio che percorre e cattura frammenti di pelle, cicatrici e imperfezioni, raccogliendo ritagli di un essere umano nella sua forma più sincera ed essenziale. Nel lungo corridoio della galleria, dodici scatti di piccolo e grande formato introducono progressivamente nell’intimità di un uomo, recuperando via via le radici più profonde della relazione con l’altro, opposte agli ideali di perfezione imposti dallo star system. Sono fotografie che restituiscono la realtà così com’è. E per questo, forse, ci appaiono così familiari (e così belle).

Maddalena Arcelloni, Incredibly Close
Angelo Tondini, L’essenziale – Casa Museo Spazio Tadini fino al 30 ottobre 2020

Presso la casa museo istituita in memoria del pittore milanese Emilio Tadini, i colori saturi delle fotografie di Angelo Tondini emergono dalle pareti bianche e prendono per mano il visitatore, accompagnandolo in un viaggio ai quattro angoli del mondo. Fotografo toscano originario di Arezzo, Tondini è specializzato in reportage di viaggio e architettura. L’essenziale raccoglie una selezione dei suoi lavori nati nel corso degli anni, componendo un’esperienza di mostra lenta e meditativa. Essenziali sono i soggetti delle sue fotografie; paesaggi geometrici, dettagli urbani, figure solitarie; come essenziali sono le composizioni, frutto di un lavoro di sottrazione che toglie, toglie fino a raggiungere quel che basta per raccontare qualcosa, l’essenza. Ad accompagnare le fotografie in una danza armoniosa, una serie di haiku raccolti nel corso dei viaggi: componimenti poetici giapponesi di soli tre versi ma dalla forte potenza espressiva, proprio come le immagini del fotografo.

Angelo Tondini
Mauro Scarpanti, Brick Factory – Casa Museo Spazio Tadini fino al 30 ottobre 2020

Sempre presso lo Spazio Tadini, la serie di forte impatto antropologico e sociale Brick Factory di Mauro Scarpanti, che segue invece un’unica realtà: una comunità di lavoratori di una fabbrica di mattoni in Nepal. Il fotografo piacentino ha osservato il quotidiano di intere famiglie che durante la stagione secca migrano nelle città per impegnarsi in un lavoro durissimo che non fa distinzioni di sesso o di età. A legare queste immagini, una polvere rossa che sporca i volti, i vestiti e l’aria, dando luogo a ritratti densi e dal sapore cinematografico. Per ottenerle Mauro Scarpanti ha soggiornato a lungo sul campo: accolto dai lavoratori come un membro della loro famiglia, ha catturato con intensità spaccati di vita quotidiana, dal trasporto dei mattoni alla cena in rifugi di fortuna. In mezzo, alcuni scatti di forte impatto, come quello che ritrae una giovane donna sfiancata dal peso dei mattoni sulle spalle, che si posa giusto il tempo di allattare il proprio figlio. Tra ritratti posati e scatti rubati, Scarpanti narra questa realtà con occhio attento e sincero, esaltando i colori sgargianti degli abiti in contrasto con il rosso sfumato dei mattoni.

Mauro Scarpanti

 

*Angelo Tondini

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