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ArtBasel 2021. Cattelan presenta Smoke, mostra a episodi in tre gallerie

Maurizio Cattelan, Others, 2010, Photo by Zeno Zotti Courtesy Maurizio Cattelan Archive Maurizio Cattelan, Others, 2010, Photo by Zeno Zotti Courtesy Maurizio Cattelan Archive
Maurizio Cattelan, Others, 2010, Photo by Zeno Zotti Courtesy Maurizio Cattelan Archive
Maurizio Cattelan, Others, 2010, Photo by Zeno Zotti Courtesy Maurizio Cattelan Archive

Tre opere inedite di Maurizio Cattelan dialogano con l’ormai celebre Ghosts. La particolarità? Ognuna di queste è presentata in fiera da una delle tre gallerie che rappresentano l’artista: MASSIMODECARLO, Marian Goodman Gallery e Perrotin.

Maurizio Cattelan si fa in tre. E quale miglior teatro di ArtBasel per l’ultima trovata dell’artista italiano? Nel corso della più importante kermesse internazionale Cattelan propone Smoke, una mostra a episodi che coinvolge gli stand delle tre gallerie che lo rappresentano: MASSIMODECARLO, Marian Goodman Gallery e Perrotin. Ogni spazio presenta una parte della mostra; ognuna delle quali è autonoma e posta in relazione con le opere degli altri artisti esposti. Tuttavia le tre sezione dialogano tra loro, andando a comporre un’inedita presentazione tripartita.

Disperdendo il suo lavoro lungo tutta la fiera in tre parti separate, Maurizio Cattelan crea un’esperienza nuova, dinamica ed emozionale in cui lo spazio e il tempo tra un momento espositivo e l’altro contribuiscono a valorizzare l’esposizione vera e propria. In particolare, Smoke presenta in anteprima una serie di nuovi lavori nati dai tragici ricordi dell’11 settembre, di cui abbiamo appena ricordato il ventesimo anniversario. La stessa ispirazione alla base di Breath Ghosts Blind, la mostra visibile fino al 20 febbraio 2022 al Pirelli HangarBicocca di Milano, a cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolì.

Attraverso un linguaggio visivo senza precedenti, Smoke è un esperimento di scrittura collettiva e un esercizio di condivisione del lutto. Un atto di ribellione alle regole del sistema artistico globale e, per estensione, a tutte le regole che regolano le nostre azioni. Riflettendo sulla memoria, sull’amore e sulla perdita, la mostra è allo stesso tempo una dichiarazione d’amore e una marcia funebre.

Nello specifico MASSIMODECARLO presenta Night, una bandiera americana tutta nera e punteggiata da fori di proiettile. La bandiera è un elemento piuttosto ambiguo: simbolo di un’inentità nazionali che è espressione di cultura ma anche foriera di conflitti. L’opera allude in maniera evidente al movimento Black Lives Matter, mettendo in discussione i fondamenti del tanto decantato orgoglio nazionale americano. Ma Night non è solo una presa di coscienza, con conseguente critica, di una violenza spesso incanalata nei confronti delle minoranze. I fori di proiettile che costellano la bandiera ricordano i concetti spaziali di Lucio Fontana. Possono essere interpretati come passaggi verso uno spazio che superi il quadro e la sua bidimensionalità, proprio come nelle celebri opere dell’artista dei tagli. Un passaggio dalla stretta contingenza storica a un riflessione tecnica e universale sulla pratica artistica.

Marian Goodman Gallery presenta Ghosts + Found Work, un inedito lavoro dal carattere contemplativo, il quale combina simbolicamente diversi aspetti che rimandano a New York e all’11 settembre. Found Work – simbolo iconico della città, il logo I ♥ NY – è posto in stretto dialogo con Ghosts, ovvero la storica serie dell’artista che riprende i piccioni imbalsamati. Silenziosi e onnipresenti, i piccioni diventano spettatori e testimoni privilegiati di tutti gli eventi che avvengono in città. L’artista ha trovato Found Work (da qui il titolo dell’opera, che diviene letterale) in un mercato di New York, ricoperto di migliaia di scritte realizzate in seguito all’attacco terroristico. Lavoro collettivo e ready-made allo stesso tempo, Ghosts + Found Work è uno strumento potente che ci ricorda che la storia è scritta dalle persone che la vivono, e la memoria può esistere solo se condivisa.

Infine Perrotin presenta Brother, 2021, una scultura site-specific che riflette sul ruolo dell’individuo nell’ambito pubblico: quando siamo veramente presenti? quando possiamo o dobbiamo scomparire? La scultura è un anti-monumentale ritratto in oro dell’artista stesso, che emerge – o forse svanisce – da una delle pareti dello stand. Brother, 2021, è una rappresentazione eloquente della tensione che attanaglia l’individuo contemporaneo, intrappolato tra l’incontrollabile desiderio di apparire e l’inevitabile attrazione per la quiete, la solitudine e il dolore.

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