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Follie (e molto altro) su schermo: i trent’anni della Galleria Continua

Sol Lewitt “Concrete Block”, 1997. Progetto per Arte all’Arte 2, cemento, cm 450 x 600 x 375. Permanent installation, Palazzo Pretorio, Colle di Val d’Elsa. Courtesy: the artist and Associazione Arte Continua, San Gimignano.
San Gimignano. Dal documentario “Galleria Continua. The Ability to Dream” prodotto e realizzato
da Sky Arte e TIWI.

I trent’anni di Galleria Continua 

Trecento gli invitati, fra cui una dozzina di artisti di respiro internazionale – Pascale Marthine Tayou, Nedko Solakov, Jose Yaque, Hans Op de Beeck, Serse, Sabrina Mezzaqui, Subodh Gupta, Arcangelo Sassolino, Loris Cecchini, Giovanni Ozzola, Marta Spagnoli, Sisley Xhafa –, affluiti il 24 settembre a San Gimignano per la proiezione in anteprima mondiale del documentario “Galleria Continua. The Ability to Dream”, prodotto e realizzato da Sky Arte e TIWI.

In un’atmosfera festosa e ricca di presenze significative si è così tributato omaggio alla galleria toscana che ha varcato il trentennale di vita attestandosi con straordinario successo sul mercato internazionale con le sue sette sedi, l’ultima delle quali aperta a Dubai nel 2021. 

Autori di tale escalation tre amici, partiti, quasi per scherzo, alla scoperta del mondo dell’arte, accomunati dall’amore per la cultura, dalla volontà di rompere con il passato e da uno spirito allegramente provocatorio, con forti propensioni all’azzardo: Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo. Lorenzo dichiara: “Ce l’abbiamo fatta perché siamo stati folli, il business plan l’abbiamo sempre lasciato a casa”. Maurizio rimarca: “La nostra formula è stata quella di non avere mai una formula”.

Da sinistra, Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo e Mario Cristiani, fondatori e titolari di
Galleria Continua. Dal documentario “Galleria Continua. The Ability to Dream” prodotto e realizzato da Sky Arte e TIWI.

“Potremmo definirli i Beatles del circuito delle gallerie internazionali del contemporaneo”, commenta Dino Vannini, Head of Documentary & Factual Channels di Sky Arte – ideatore dell’iniziativa oltreché amico dei tre –, che ha diretto e seguito passo passo la realizzazione del filmato. Se a più riprese i soci fondatori parlano di sé, inducendo a pensare come tutto sia stato frutto di un forte gioco di squadra, gli artisti hanno a loro volta importante voce in capitolo a conferma della profondità del dialogo da loro instaurato con i galleristi. E difficile, parrebbe, non diventare amico e sodale di galleristi che da sempre antepongono, anche nei rapporti di lavoro, i valori della generosità intellettuale e umana a quelli del mestiere. 

L’ingresso di Galleria Continua a San Gimignano. Opere di Michelangelo Pistoletto, Hiroshi Sughimoto, Daniel Buren. Dalla mostra “Galleria Continua. The Ability to Dream”.

A sentire gli artisti intervistati, sia da Sky Arte che dal vivo, prima e dopo la proiezione, non c’è nessuno che dissenta su un punto: lavorare con Galleria Continua significa essere parte di una grande famiglia di cui si condivide storia, successi e difficoltà, appellandosi sempre all’idea di uno scopo comune da raggiungere con ottimismo e voglia di mettersi alla prova. Ecco alcuni di loro, giunti per la presentazione a San Gimignano, commentare il viaggio compiuto con Continua. 

GLI ARTISTI RACCONTANO

Sislej Xhafa, artista multimediale di origini albanesi formatosi negli anni ’90 a Firenze, oggi attivo a New York, ricorda: “Quando nel ’98 conobbi la ‘follia’ di questi tre amici rimasi colpito dal loro coraggio. Il mondo dell’arte era concentrato a Milano, Torino, Roma. Aprire a San Gimignano significava uscire dalle rotte già collaudate: questa è stata la loro forza, evitare inizialmente le grandi realtà urbane. Molte gallerie, in questi trent’anni, si sono poi ispirate a loro. Per esempio, sono stati i primi ad aprire in Cina. Hanno scelto artisti su cui poter scommettere, spesso molto complessi”.

Serse “Riflessi di mare”, 2020, grafite su carta, cm 144,5 x 205,5.

Serse, al secolo Fabrizio Roma, artista triestino che parte dal disegno a matita per poi affidarsi all’obbiettivo fotografico, si allinea alle parole di Sislej: “Sono con loro dal ’95. Ho apprezzato fin dalle prime battute l’efficienza organizzativa e la voglia di rompere gli schemi della tradizione. Inoltre, ovunque si installino, sanno creare occasioni di collaborazione e sostegno con il tessuto locale. La conoscenza della Cina, da loro favorita, ha stimolato in me un nuovo approccio creativo. Per esempio, imparando a conoscere il senso della prospettiva orientale, ho rivoluzionato anche il mio modo di avvicinarmi allo spazio”.

Giovanni Ozzola, Talent Prize nel 2010 e Premio Cairo nel 2011, oggi basato a Tenerife, ricorda: “Lavoro con Continua dal 2006. Un giorno Maurizio mi portò su una torre di San Gimignano e, facendomi ammirare il panorama, di colpo mi chiese se di lì a un mese me la sentivo di organizzare una mia personale. Stavano cercando un giovane artista italiano su cui puntare e io ovviamente accettai. Il giorno della preview entrò da Continua Giorgio Fasol, e comprò tutta la mostra: un inizio pieno di energia. Poi nel 2013 esposi da Continua in Cina”. Conclude, divertito: “La condivisione con loro di arte e vita è fondamentale: anche solo viaggiare, passare del tempo insieme e avere comuni occasioni di convivialità ti fa sentire parte di qualcosa di diverso, ‘una delle stelle del firmamento’ ”.

Giovanni Ozzola “Johannesburg and Moon”, 2016, stampa giclée su carta cotone, Dibond, cornice cm 150 x 266.

Infine, le voci di due artisti speciali, entrambi con base in Belgio: il camerunese Pascale Marthine Tayou che, indagatore di identità culturali attraverso la multimedialità, riassume in poche parole le qualità da lui apprezzate nei tre galleristi: “Sensibilità, senso dell’amicizia, correttezza”, e Hans Op de Beeck che, noto per le maxi installazioni virate nel grigio di un’alienata quotidianità, sottolinea: “Galleria Continua mi ha conquistato da subito con il suo dinamismo, ‘strappandomi’ a Bruxelles a una galleria influente come Xavier Hufkens. Da quel momento molte cose per me sono cambiate”. 

Pascale Marthine Tayou “Plastic bags”, 2022, sacchetti di plastica, cm 230 x 320.

MOSTRE & ATTIVITA’ SOCIALI

Nelle sale del Cinema Teatro Nuovo – luogo di ritrovo della comunità cittadina negli anni ’50, poi per un certo periodo abbandonato e infine, dal ’95, inglobato nella Galleria – si è inaugurata, con il lancio del documentario, l’omonima mostra “The Ability to Dream”: un omaggio a sessantasei artisti che hanno accompagnato la galleria nell’arco dell’attività espositiva.

Da Anish Kapoor a Chen Zhen, da Hiroshi Sugimoto a Carsten Höller, da Daniel Buren a Antony Cragg, da Kiki Smith a Berlinde de Bruyckere, per citare solo qualche nome. E molti di loro del Cinema – dal lezioso stile tardo déco come il gusto del dopoguerra imponeva – hanno fatto anche un incubatore di inconsueti progetti di forte impatto dimensionale e concettuale. Sono gli stessi che hanno avuto modo di circuitare le loro opere attraverso il percorso tracciato dalle varie sedi che Galleria ha attivato nei cinque continenti: nel 2004 a Pechino, al 798 Art District; nel 2007 a Les Moulins, nella campagna parigina; nel 2015 a L’Avana, Cuba, in un ex cinema del Barrio Chino; nel 2020 a Roma, all’interno di The St. Regis Rome Hotel, e a São Paulo in Brasile, nel centro sportivo Pacaembu; nel 2021 a Parigi, al Marais, e a Dubai, nell’area del Jumeirah Beach, all’interno del Burj al-Arab.

Anish Kapoor “Pagan and Spanish Gold mix to Clear”, 2019, acciaio inossidabile e smalto, cm 145 x 145 x 20,5.

Ma c’è dell’altro. L’Associazione Arte Continua, nata nel ’90 insieme alla Galleria stessa, in primis voluta da Mario, che nutre da sempre uno spiccato interesse per il sociale, rappresenta oggi una parte molto significativa dell’attività della Galleria. È lui stesso a identificare fra i suoi scopi precipui “pensare alla città del futuro, come ci insegnava Luciano Pistoi, cercando innesti tramite le opere degli artisti, realizzate specificatamente per un determinato luogo al fine di produrre nuovi legami fra arte, architettura e paesaggio, restituendo all’arte un ruolo centrale nella costruzione delle città e del territorio”. 

Loris Cecchini “Fingertips VIII”, 2020, marmo di Carrara, cm 75 x 58.

È forse utile sottolineare chi sia stato Luciano Pistoi – gallerista ed editore (“Notizie”), nonché critico d’arte di fama internazionale – e come egli sia stato maestro per i tre galleristi di San Gimignano. Basti solo ricordare che nel borgo medievale di Volpaia, in provincia di Siena, sulle colline del Chianti, Pistoi chiamò negli anni ’80 e nei primi ’90, decine e decine di artisti – Christo, Merz, Nigro, Paladino, Paolini, Pistoletto… – e numerosi operatori del mondo dell’arte per celebrare il duplice matrimonio fra natura e storia, arte contemporanea e cultura del luogo. 

Mimmo Paladino Mimmo Paladino “I Dormienti”, 1998 Project for Arte all’Arte 3, 25 sculture in bronzo, natural size, Fonte delle Fate, Poggibonsi.

Su tale modello l’Associazione ha plasmato alcuni dei suoi progetti: per esempio “Arte all’Arte. Arte Architettura Paesaggio”, che ha visto opere site specific trasformarsi definitivamente in donazioni permanenti presso borghi toscani. Oppure “Arte Pollino”, grazie al quale Anish Kapoor, Carsten Höller e Giuseppe Penone hanno “arricchito” con i loro interventi il paesaggio dell’omonimo parco in Calabria. Oppure, ancora, “Arte per la Riforestazione”, ovvero la raccolta di fondi recentemente realizzata grazie alla vendita di opere donate da più di quindici artisti, in vista della riforestazione urbana nei quartieri popolari Tobbiana/Allende a Prato. Questo nel contesto di un piano di sensibilizzazione ambientale che, oggi più che mai, tocca le corde dei galleristi di San Gimignano. E non solo.

Antony Gormely “Fai spazio, prendi posto – Making Space, Taking Place”. Progetto per Arte all’Arte 9, 2004, 7 colate in ghisa sferoidale da 6 stampi di abitanti di Poggibonsi e uno straniero, diverse dimensioni, Centro Commerciale Val d’Elsa. Courtesy: the artist and Associazione Arte Continua, San Gimignano.
Sol Lewitt “Concrete Block”, 1997. Progetto per Arte all’Arte 2, cemento, cm 450 x 600 x 375. Permanent installation, Palazzo Pretorio, Colle di Val d’Elsa. Courtesy: the artist and Associazione Arte Continua, San Gimignano.

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