Body Art
La body-art è una corrente artistica diffusasi negli anni sessanta negli Stati Uniti e in Europa, più precisamente nel 1968, epoca della quale sono rimaste immagini forti: la rivolta degli studenti in lotta contro la guerra del Vietnam, le sommosse provocate a Berlino, l’occupazione della Sorbona, l’uccisione di Che Guevara, la Primavera di Praga stroncata dai militari dell’URSS. Nella body-art l’opera è costituita dall’esposizione del corpo umano. L’intervento dell’artista si ha sul corpo stesso, alle volte anche con azioni violente. Ogni movimento o azione che esercita l’artista sul corpo assume un significato particolare. Alcune manifestazioni sconfinano in vere e proprie forme di teatro-perfomance: in questi casi gli artisti vengono chiamati anche comportamentisti. Il corpo, protagonista, è il soggetto e oggetto dell’espressione artistica e, come tale, viene esibito come opera, con lo scopo di trasmettere un messaggio. Uno dei primi artisti che presentò modelli nudi in movimento su teli colorati fu Yves Klein, negli anni sessanta.
Yves Klein, Anthropometry Performance 1960,
Da allora la body-art ha subito diverse evoluzioni, fino ad arrivare anche a rappresentazioni a sfondo sadomaso. Molti artisti si sono dati alla body-art in quel periodo, suscitato scandalo ovunque, poiché ogni azione del corpo, vista come naturale, poteva essere mostrata in pubblico. Anche quelle più imbarazzanti e private, come espletare i propri bisogni fisici, masturbarsi, fare l’amore…
Alcuni critici e studiosi hanno cercato di fornire diverse spiegazioni e interpretazioni, anche arrivando alla psicanalisi. Alcuni degli esponenti più conosciuti e che hanno riscosso maggior successo sono Piero Manzoni, Gina Pane, Marina Abramovic, Vito Acconci, Hermann Nitsch, Enrico Job.
Piero Manzoni, Merda d’artista 1961, Museo del Novecento, Milano
Gina Pane, Action Transfert, 1968
Performance, Marina Abramović pende a mezz’aria
Vito Acconci. Three Relationship Studies. 1970
Image for The wondrous (bloody) of Hermann Nitsch
La “croce ricurva” di Enrico Job a Cevo in Val Camonica
Altre manifestazioni della Body Art possono invece coinvolgere anche strumenti e tecniche diverse. Bruce Nauman, per esempio, si serve dell’olografia, una tecnica fotografica con la quale si possono ottenere immagini tridimensionali. Mediante l’ologramma egli accentua così le possibilità mimiche ed espressive del suo volto, contratto e plasmato dalle mani dello stesso artista in smorfie e deformazioni di ogni genere. Tra le più famose performances di questi anni vanno ricordate anche quelle operate alla coppia inglese Gilbert & George, due bizzarri personaggi che sono giunti a proclamarsi vere e proprie sculture viventi, fino a proporre le loro stesse giornate come esperienze artistiche in atto.
Waking 1984, Gilbert & George, Guggenheim Bilbao Museo
La Body Art si è quindi espressa nei modi più diversi e curiosi, ma in questa estrema varietà si può tuttavia individuare un elemento comune che nella maggior parte dei casi viene programmaticamente evitato: quello della gradevolezza per escludere l’antica idea del piacere estetico legato all’opera. Anche le grandi sedi istituzionali dell’arte, come la Biennale di Venezia, hanno ospitato operazioni fortemente discutibili, come quella presentata nel 1972 da Gino De Dominicis che espose come “Interventi artistici” esseri umani affitti da varie patologie.
Pattini a rotelle, Gino De Dominicis
Link utili:
https://it.wikipedia.org/wiki/Body_art
http://www.sapere.it/enciclopedia/body+art.html