Espressionismo
L’espressionismo come movimento pittorico nacque in area tedesca attorno al 1905. I primi pittori espressionisti partirono dal rifiuto dell’armonia classica, rinunciando all’equilibrio tra le parti dell’opera, alla cura della forma per esprimere realtà profonde e indicibili, cercavano invece la deformazione della linea con contorni marcatissimi e con pennellate violente di colore. La ricerca dell’effetto esasperato, del grottesco, dell’urlo disperato, si condensa nella celebre definizione per la quale L’espressionismo è un grido. Alla nascita dell’espressionismo contribuirono diversi artisti operanti negli ultimi decenni dell’Ottocento. In particolare possono essere considerati dei pre-espressionisti Van Gogh, Gauguin, Munch ed Ensor.
James Ensor, La morte e le maschere 1897, Kunstmuseum, Basilea
Il primo movimento che può essere considerato espressionistico nacque in Francia nel 1905: i Fauves. Con questo termine vennero spregiativamente indicati alcuni pittori che esposero presso il Salon d’Automne quadri dall’impatto cromatico molto violento. Fauves, in francese, significa «belve». Di questo gruppo facevano parte Matisse, Vlaminck, Derain, Marquet ed altri. La loro caratteristica era il colore steso in tonalità pure. Le immagini che loro ottenevano erano sempre autonome rispetto alla realtà. Alla definizione dello stile concorsero soprattutto la conoscenza della pittura di Van Gogh e Gauguin. Da questi due pittori i fauves presero la sensibilità per il colore acceso e la risoluzione dell’immagine solo sul piano bidimensionale. Nello stesso 1905 che comparvero i Fauves si costituì a Dresda, in Germania, un gruppo di artisti che si diede il nome «Die Brücke» (il Ponte). I principali protagonisti di questo gruppo furono Ernest Ludwig Kirchner e Emil Nolde.
Ernst Ludwig Kirchner, Sitting Woman (Dodo), 1907, Pinakothek der Moderne, Munich
Emil Nolde, Autumn Sea XII (Herbstmeer XII) 1910, Städel Museum, Frankfurt am Main, Germany
In essi sono presenti i tratti tipici dell’espressionismo: la violenza cromatica e la deformazione caricaturale, ma in più vi è una forte carica di drammaticità che, ad esempio, nei Fauves non era presente.
Alla definizione dell’espressionismo nordico fu determinante il contributo di pittori quali Munch ed Ensor. E, proprio da Munch, i pittori espressionisti presero la suggestione del fare pittura come esplosione di un grido interiore. Un grido che portasse in superficie tutti i dolori e le sofferenze umane ed intellettuali degli artisti del tempo. Nell’espressionismo nordico, infatti, prevalgono sempre temi quali il disagio esistenziale, l’angoscia psicologica, la critica ad una società borghese ipocrita e ad uno stato militarista e violento.
L’ urlo, 1893, Munch, National Gallery, Norway
Tra i maggiori pittori espressionisti tedeschi citiamo Egon Schiele, Oskar Kokoschka e Alfred Kubin.
The Groom 1906, Alfred Kubin, private collection
Egon Schiele, Lovers, 1913, Leopold Private Collection
Nudo, 1929, Aligi Sassu, fondazione Aligi Sassu, Milano
In Italia nacque la Scuola Romana di Via Cavour a Roma che prese il nome proprio dalla via in cui vi era lo studio dei pittori Mario Mafai, Antonietta Raphael e Scipione. Si avvicinarono alla nuova tendenza pittori come Aligi Sassu, Renato Guttuso, Mirko Basaldella, Corrado Cagli, Roberto Melli, Gabriele Mucchi, i quali concentravano la propria ricerca su soggetti eticamente impegnati, rappresentati attraverso un realismo sofferto e deformato dal linguaggio espressionista.
Scipione, Apocalisse (Il sesto sugello),1930, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna
L’espressionismo riaffiora nel corso del XX secolo in varie nazioni ed in vari gruppi con un’interpretazione che si avvicina più al figurativismo a volte e altre volte all’astrattismo.
Su queste basi nacque la letteratura espressionista; tra i suoi autori citiamo il poeta austriaco Georg Trakl (1887-1914) e lo scrittore tedesco Alfred Doblin (1878-1957). Essa usava proiettili verbali, mescolanze di ogni tipo, contenuti bizzarri e paradossali, la scomposizione dei piani logici; i suoi temi preferiti erano incubi e ossessioni. L’eredità più feconda dell’Espressionismo si avverte nelle opere di alcuni scrittori europei influenzati da questi fenomeni, ma che ancora non possono essere definiti espressionisti: tra loro, il drammaturgo svedese Aufust Strindberg, l’autore di Danza macabra (1901), il narratore irlandese James Joyce, il discusso scrittore francese Louis Ferdinand Celine. In Italia i più vicini all’Espressionismo furono il già citato Federigo Tozzi e, più avanti, il romanziere Carlo Emilio Gadda; ma anche il gruppo degli scrittori vociani (Slataper, Jahier, Boine), aderenti cioè alla rivista fiorentina La Voce (1908-16), manifesta alcuni caratteri espressionistici.
L’Espressionismo suggerì soluzioni feconde anche in campo teatrale. Un precursore fu il tedesco Frank Wedekind (1864-1918), l’autore di Lulù (1904), musicato da Alban Berg e di cui il regista Georg Wilhelm Pabst diede nel 1929 una famosa versione cinematografica. Lulù è un fantoccio senza umanità simbolo del vuoto delle coscienze e della stupidità del male. All’Espressionismo si ispira il teatro grottesco dell’italiano Rosso di San Secondo (Marionette, che passione!, 1918). A esso, almeno in parte, si richiama anche l’impietosa messa a nudo delle mille contraddizioni del vivere operata da Luigi Pirandello nel teatro delle sue maschere nude. La sua espressione più famosa sarà Sei personaggi in cerca d’autore (1921).
In architettura l’influenza espressionista si può rilevare nelle opere di Van de Velde e soprattutto in quelle di Hans Poelzig, basti citare il Teatro Grande berlinese (1922). Nell’architettura, il lavoro di Erich Mendelsohn appartiene a questa categoria. Un importante esempio della sua opera è la torre Einstein a Potsdam, in Germania. Altrettanto interessante è la Chilehaus di Amburgo, capolavoro del meno conosciuto architetto Fritz Höger.
La torre Einstein a Potsdam, arch. Erich Mendelsohn 1920-21, Germania
Chilehaus di Amburgo 1920-1922, arch. Fritz Höger
Dal 1919 al 1926 il movimento espressionista divampa fin quasi ad esaurire nuove soluzioni. Negli anni successivi le contraddizioni del linguaggio espressionistico si persero e si stemperarono nelle rigide architetture di Emil Fahrenkamp e di altri minori, dando quasi il sospetto di un inquadramento nello stile reazionario e nazionalista.
Link utili:
https://it.wikipedia.org/wiki/Espressionismo
http://www.treccani.it/enciclopedia/espressionismo/
http://www.sapere.it/enciclopedia/espressionismo.html
https://www.fotoartearchitettura.it/storia-arte-contemporanea/espressionismo.html