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Centenario della nascita di Aligi Sassu

Aligi Sassu e Alfredo Paglione

17 LUGLIO 2012:

CENTENARIO DELLA NASCITA

 

A. Sassu. I Martiri di Piazzale Loreto

 

“Creatore e profeta del meraviglioso… uno dei grandi artisti italiani del nostro Secolo… Sassu ha significato l’infinita potenza dell’uomo di aggiungere sempre nuove e incancellabili verità di poesia alla vita e alla storia.
Carlo L. Ragghianti

“Per la situazione postmoderna di oggi la pittura di Sassu…. costituisce un inconfessato modello”
Werner Spies

La Fondazione Crocevia – Alfredo e Teresita Paglione – ricorda Aligi Sassu nel centenario della sua nascita. In questa occasione, la Fondazione, vuole tracciare un ritratto dell’uomo e dell’artista che nasce a Milano il 17 luglio del 1912 e attraversa il ventesimo secolo lasciando dietro di sé più di settant’anni di dense testimonianze. Partendo dall’ultima opera pubblica “I miti del Mediterraneo”, che Sassu realizza all’età di 81 anni per la nuova sede del Parlamento Europeo, si evince l’emblematica, rappresentativa e imponente statura della figura artistica del maestro. Nei 150 metri quadrati in ceramica che compongono il monumentale capolavoro Sassu mette in scena Europa rapita da Giove in forma di toro, sovrastata dal gruppo dei cavalli del sole guidati da Apollo, Dio della luce e della bellezza che cavalca verso l’avvenire.

Aligi Sassu dipinge un murale a Ozieri

Il percorso artistico dell’artista, settantadue anni di intensa creatività, ha inizio molto presto. Aligi Sassu a soli 16 anni – il più giovane artista di tutti i tempi – partecipa alla Biennale di Venezia invitato da Filippo Tommaso Marinetti con il gruppo Futurista. Dopo il debutto alla Biennale Sassu procede senza interruzioni in un percorso creativo senza pari e che vede l’artista in unione con l’uomo in una corrispondenza caratterizzata da un pregnante cammino artistico unito ad un’esistenza permeata dei più alti ideali sociali.

Nel 1935 realizza l’opera La fucilazione nelle Asturie, uno dei primi dipinti sulla Resistenza europea. Il suo impegno sociale e politico, non disgiunto dalla sua attività artistica, lo portò durante gli anni della dittatura fascista – alla quale si oppose eroicamente – al carcere. Nel 1938 venne arrestato, processato e condannato a 10 anni di prigione, di cui scontò un anno e mezzo nelle celle di san Vittore a Milano, di Regina Coeli a Roma e, soprattutto, a Fossano in Piemonte, dove riempì numerosi quaderni e album di disegni, non essendogli stato concesso il permesso di dipingere. Pur sotto pressione, e sempre controllato dal regime, non cessa di manifestare con la sua arte il dissenso per le atrocità della guerra e dipinge, nel 1944, I martiri di Piazzale Loreto, visione della strage del 10 agosto, che egli stesso commenta: “Ho dipinto I martiri di Piazzale Loreto nell’agosto 1944, subito dopo aver visto il ludibrio che la canaglia repubblichina faceva dei corpi dei nostri fratelli. Eppure vi era in me, nel fuoco e nell’ansia che mi agitava, nel cercare di esprimere quello che avevo visto, una grande pace e non odio, ma una tristezza immensa per la lotta fratricida. Da quei corpi sanguinanti e inerti sorgeva un monito: pace, pace.”
L’opera, esposta qualche anno dopo alla Biennale di Venezia, venne acquistata su richiesta di Giulio Carlo Argan per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma. Negli anni successivi vi è sempre spazio nell’opera di Sassu per l’impegno sociale e politico, nel 1965 realizza il monumento ai partigiani per la Regione Marche e nel 1985 il monumento per la Guardia di Finanza a Milano.

La sua elevata statura morale e artistica condusse il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, con cui Aligi Sassu condivise gli alti ideali e la lotta al fascismo, a scrivere nel 1984 in occasione della grande antologica a Palazzo Reale del Maestro, di essere “perfettamente d’accordo con l’amico Ragghianti allorché definisce Aligi creatore e profeta del meraviglioso, per cui questo grande evento è per noi tutti motivo di arricchimento interiore, occasione autentica per un viaggio appassionante nelle regioni del vero e del bello”.

Aligi Sassu svolse anche considerevoli ruoli istituzionali, nel 1956 guidò la prima delegazione di artisti italiani nella Cina di Mao. Viaggio che gli valse come ispirazione per un cospicuo numero di disegni e per la realizzazione dell’opera monumentale La grande Cina.

Pochi artisti possono vantare il ruolo e l’incidenza che ha avuto Sassu nella storia artistica e nelle varie vicissitudini culturali e politiche di tutto il secolo scorso nel nostro paese. Pochi come lui hanno saputo sperimentare ed eccellere nel campo dell’arte utilizzando qualsiasi mezzo o strumento di ispirazione. Non c’è tecnica o materia che Sassu non abbia voluto o saputo usare per comunicare con successo agli uomini del suo tempo. La pittura, innanzitutto, attraverso migliaia di dipinti collocati in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.

La produzione grafica è straordinariamente ricca: migliaia di fogli nelle tecniche più svariate (litografia, acquaforte, acquatinta, serigrafia, xilografia). Numerosissime le opere in ceramica, quasi tutte realizzate ad Albisola nei forni del grande poeta e ceramista futurista Tullio Mazzotti d’Albisola, dove Aligi Sassu si reca per la prima volta con l’amico Lucio Fontana, alla fine degli anni ‘30.

Anche nel campo della scultura sono decine e decine le opere e i monumenti spesso collocati in sedi pubbliche in Italia e all’estero o esposte nelle numerose grandi antologiche realizzate nei musei di tutto il mondo.

Un capitolo importante della sua produzione riguarda l’illustrazione: i classici come gli scrittori e i poeti del nostro tempo sono stati spesso illustrati da Sassu. Si pensi ai 112 dipinti ad olio per la Divina Commedia, ai 58 acquerelli per I Promessi Sposi. Sono tante e tali le sue opere in questo campo che hanno fatto considerare Sassu il “più fecondo illustratore del Secolo” (Erich Steingräber). Di Sassu va considerata anche la sua intensa attività svolta con l’opera murale, realizzata attraverso una molteplicità di tecniche: affresco, mosaico, tempera, ceramica. E non si può non ricordare il suo lavoro di scenografo per opere teatrali e liriche in grandi teatri come La Scala di Milano, l’Arena di Verona, il Regio di Torino, il Massimo di Palermo.

Aligi Sassu si è sempre distinto per la sua incessante attività di artista che spesso l’ha portato a partecipare a numerose iniziative e movimenti (Futurismo, Novecento, Corrente); per l’impegno civile, e per la sua profonda fede religiosa, che gli ha ispirato grandi capolavori in vari momenti della sua vita: diverse Crocifissioni, Deposizioni, i famosi Concili e poi cicli di illustrazioni per la Bibbia, i Vangeli, numerose Via Crucis, Madonne e figure di Santi.
Sassu, infine, si è affermato non solo per la sua straordinaria attività nel campo specifico dell’arte, ma anche in altri contesti, come ad esempio lo sport, soprattutto il ciclismo, disciplina praticata e dipinta sin da giovane. Celebre il suo grande dipinto I ciclisti (1931), ora collocato presso il Museo Barbella di Chieti, opera che – come ebbe a scrivere Raffaele de Grada – “fa da spartiacque fra l’Ottocento e l’epoca moderna” e definito da Guttuso “un poema che ognuno di noi avrebbe voluto dipingere”. Del resto anche il Corriere della Sera ha più volte invitato Sassu a seguire il Giro d’Italia per raccontarne in immagini le varie tappe.

Sassu è stato anche esploratore: nel 1975 partecipò con Walter Bonatti alla spedizione in Amazzonia per raggiungere il Salto Angel, la cascata di 1000 metri, la più alta del mondo. La continua curiosità nello scoprire e sperimentare nuove tecniche e nuovi mondi, il suo spirito di sacrificio e generosità, concretizzata tra l’altro in numerose donazioni, fanno del maestro del ‘900 italiano un grande esempio per i giovani. Lo testimoniano anche le molte benemerenze, a partire da quelle milanesi, l’Ambrogino d’oro e il Premio a coloro “che hanno fatto grande Milano”, fino alla nomina di Appuntato d’onore della Guardia di Finanza, speciale onorificenza concessa in passato solo a Puccini e d’Annunzio, al Premio “Lorenzo il Magnifico” della città di Firenze, al titolo Cavaliere di Gran Croce ordine al merito della Repubblica Italiana.
Aligi Sassu, artista e uomo che ha attraverso il secolo breve, non ha mai mancato di sentire, interpretare e vivere la sua epoca. Del suo mondo hanno fatto parte numerosi protagonisti dell’arte e della cultura del secolo scorso. E’ con Giacomo Manzù che affitta il suo primo studio a Milano, mentre Carlo Carrà sottolineava come Sassu si manifestasse “sotto l’influenza di Picasso”. Il mondo della poesia e della letteratura è molto vicino a Sassu, i suoi amici sono Salvatore Quasimodo, Rafael Alberti, il poeta canadese Irving Layton, gli spagnoli Baltasar Porcel e Cesareo Rodriguez-Aguilera, il poeta maiorchino Miguel Bota Toxto. La critica nazionale e internazionale, all’unisono, ha sempre elogiato con enfasi il suo lavoro.
Fra i momenti e le opere di particolare significanza, in questo ritratto dell’artista, si vuole ancora sottolineare la produzione del ritratto a Che Guevara, ora al Museo de L’Avana; il ritratto dedicato ad Antonio Gramsci; le sue opere acquistate dal Museo Puškin di Mosca; la grande antologica realizzata per gli ottant’anni del maestro patrocinata dalla Presidenza del Consiglio e ospitata a san Paolo del Brasile, Buenos Aires, Bogotà; la cartella di incisioni Manuscriptum commissionata dall’Armand Hammer Foundation di Los Angeles in occasione della mostra itinerante I ponti di Leonardo.

Aligi Sassu e Alfredo Paglione

Oggi, Alfredo Paglione, che come nessun altro è stato vicino all’artista, e ben ne conosce l’opera e il suo valore, vuole ricordare Aligi Sassu, con cui ha condiviso un percorso di oltre quarant’anni, con una serie di iniziative per onorare la memoria del Maestro. La prima manifestazione si terrà al Palazzo de’ Mayo, una grande mostra che ricorda Aligi Sassu e il movimento di Corrente. Successivamente prenderanno il via la pubblicazione del volume “Precipizi di luce”, colloqui con Aligi Sassu, con 50 tavole a colori del Maestro e 50 poesie inedite di Teresa Ferri, volume in uscita ad agosto 2012 e che si presenterà ad Atessa in Abruzzo; la donazione da parte della Fondazione Crocevia di 100 opere grafiche originali di Sassu al Museo dell’Università D’Annunzio di Chieti; la pubblicazione, in occasione del 50° del Concilio Vaticano II, del volume “Concilio Vaticano II di Aligi Sassu” con testi di Mons. Loris Francesco Capovilla, segretario di Papa Giovanni XXIII, di Mons. Bruno Forte, Arcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto e di Giovanni Gazzaneo, Presidente di Crocevia. Le iniziative volte a celebrare il Maestro Aligi Sassu, nel Centenario della sua nascita, proseguiranno sino a fine anno.

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