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Al Museo Madre con Vittorio Gallese e Vito Acconci

Chi siamo e cosa contribuisce a fare di noi ciò che siamo? Comprendere come il senso di identità emerga, evolva e si esprima nel corso delle nostre vite è essenziale per cercare di capire che tipo di esseri viventi siamo.
Il “senso di sé”, iniziato a febbraio, si articola in 6 incontri sul tema dell’identità e 6 laboratori didattici destinati agli studenti di vario ordine e grado, a cura di Ludovica Lumer e Marta dell’Angelo.
Venerdì 12 aprile alle ore 18 il terzo appuntamento del ciclo è dedicato al rapporto tra identità personale e cervello/corpo grazie all’incontro con il professor Vittorio Gallese, scopritore, insieme a Giacomo Rizzolatti, Leonardo Fogassi e Luciano Fadiga, dei neuroni specchio, che si attivano quando si compie o si osserva un’azione compiuta da un altro soggetto . Ogni relazione interpersonale implica la condivisione dell’esperienza di azioni, emozioni e sensazioni. I meccanismi del rispecchiamento che sottendono tali esperienze svolgono un ruolo primario nel processo di co-costruzione dell’identità. Come afferma Vittorio Gallese infatti “il tema del soggetto è inscindibilmente legato a quello dell’intersoggettività”.
Il giorno successivo, sabato 13 aprile alle ore 19 il quarto appuntamento del ciclo è con Vito Acconci, poeta e artista che pone l’elemento fisico e sensoriale al centro della sua opera, in parallelo alla decostruzione dello spazio attraverso un’architettura elaborata, studiata, praticata. Lo spazio e il tempo risultano essere fondamentali per l’essere umano non solo come categorie a priori della conoscenza per la percezione del mondo, come proponeva Kant, ma anche come parametri su cui noi basiamo la percezione di noi stessi. Mentre, da un lato, la dimensione temporale crea in noi la consapevolezza di essere proiettati verso un futuro ignoto – elemento che incoraggia l’individuo a formulare credenze, a creare simboli e metafore e a fondare un insieme di valori – dall’altro la dimensione spaziale riflette un processo di ricognizione del sé in relazione all’ambiente circostante e al proprio movimento nello spazio. Questi i temi dell’incontro con Vito Acconci.
Il senso di sè è parte di MADREscenza, un programma di alta divulgazione delle nuove conoscenze nei loro molteplici linguaggi espressivi, ritenendo l’arte, anch’essa, una forma di conoscenza, da mettere in rapporto con le altre; il progetto mira all’approfondimento di tematiche contemporanee mediante incontri, seminari, conferenze e laboratori con grandi scienziati e studiosi, offrendo esperienze che aiutino l’elaborazione dell’oggi.

Vittorio Gallese è professore ordinario di Fisiologia e coordinatore del Dottorato di Ricerca in Neuroscienze dell’Università di Parma. Neuroscienziato, tra i suoi contributi principali vi è la scoperta assieme ai colleghi del gruppo di Parma dei neuroni specchio, e l’elaborazione di un modello neuroscientifico dell’intersoggettività. Ha vinto il Premio Grawemeyer per la Psicologia per l’anno 2007, ha ricevuto il Doctor Honoris Causa dall’Università Cattolica di Lovanio, Belgio nel 2010 e l’Arnold Pfeffer Prize for Neuropsychoanalysis a New York nel 2010. E’ autore di oltre 160 articoli scientifici pubblicati su riviste e libri internazionali.

Vito Acconci (New York 1940) è un artista concettuale statunitense di origine italiana. Dopo aver studiato alla University of Iowa (1962-64), si è dedicato alla poesia e all’insegnamento presso la School of visual arts di New York (1968-71, 1977) e la Yale University di New Haven (1990). Dal 1969 ha operato nel campo delle arti visive esplorando intimità e relazioni interpersonali, psichiche e fisiche, con azioni che lo hanno posto tra i più maggiori esponenti della body-art. Ha prodotto videotape e film in super 8 che non solo conservano la memoria delle sue azioni e performance, ma si rivelano come veri e propri strumenti di ricerca concettuale (Pryings, 1971; Theme song, 1973; The red tapes, 1976). Ha creato installazioni e progettato prototipi di case, mobili, automobili, interessandosi sempre più al rapporto tra architettura e paesaggio. Le opere di Acconci sono state presentate in numerose mostre personali e nelle più importanti rassegne tematiche e periodiche dell’arte contemporanea.

Ludovica Lumer è nata a Milano nel 1971, dal 1997 lavora al Department of Anatomy and Developmental Biology (University College London) con Semir Zeki dove ha intrapreso le prime ricerche nel campo della Neuroestetica, studiando la relazione tra la percezione visiva e la rappresentazione artistica. Dal 2005 ha aperto una galleria d’arte a Milano. Ha pubblicato numerosi articoli scientifici su importanti riviste internazionali e cataloghi d’arte. Tiene un corso su La rappresentazione del disagio alla Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi Milano-Bicocca. Ha pubblicato con Marta dell’Angelo C’è da perderci la testa. Scoprire il cervello giocando con l’arte (i Libri del Festival della Mente, Laterza, 2009).

Calendario dei prossimi appuntamenti con “Il senso di sé”:

Venerdì 26 aprile ore 18:00 incontro con Semir Zeki
Venerdì 24 maggio ore 18:00 incontro con Almagul Menlibvayeva

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  • Ho partecipato ad entrambi gli incontri con Vittorio Gallese e Vito Acconci: che dire, se il primo con i suoi neuroni a specchio mi ha portato a riflettere, il secondo mi trascinato con la stessa violenza di un uragano in un sogno ove ogni tanto mi sembrava di intravedere – vedere tra – Escher, Druillet, Giger … in a nutshell: i due eventi piu’ intriganti cui abbia avuto modo di assistere in citta’, spero che con settembre/ottobre MADRESCENZA riprenda le proprie attivita’ – x Ludovica Lumer: semplicemente geniale – grazie.

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