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Già 2.500 visitatori per la mostra di Amore e Psiche a Mantova

Pietro Tenerani, Psiche svenuta, gesso, 1822, Museo di Roma

E’ un flusso di visitatori costante e inatteso quello che sta entrando a Palazzo Te e a Palazzo San Sebastiano a Mantova per ammirare i capolavori della mostra Amore e Psiche.

Pietro Tenerani, Psiche svenuta, gesso, 1822, Museo di Roma

Da sabato 13 luglio sono stati 2.500 i biglietti staccati  per un incremento rispetto ai dati dello stesso periodo dello scorso anno di oltre il 65%. L’iniziativa – curata da Elena Fontanella, organizzata dalla Fondazione DNArt, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e alla Promozione Turistica del Comune di Mantova, con il patrocino di Regione Lombardia – Culture, Identità e Autonomie  – in programma fino al 10 novembre 2013, presenta reperti archeologici della Magna Grecia e dell’età imperiale romana, provenienti dai Musei Capitolini di Roma, dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e da altre importanti istituzioni pubbliche. A essi vengono accostate opere d’arte classiche di maestri quali Tintoretto, Auguste Rodin, Salvador Dalì, Tamara de Lempicka e altri.

Le opere archeologiche e artistiche dislocate negli spazi della residenza gonzaghesca accompagnano il visitatore alla riscoperta dell’antichissimo mito di Amore e Psiche, ripreso da Apuleio nel II secolo d.C., che narra le vicende di Psiche, mortale dalla bellezza eguale a Venere, che diventa sposa di Amore senza mai poterne vedere il viso. Una notte, istigata dalle invidiose sorelle, riesce a scoprirne il volto ma viene immediatamente abbandonata dal dio. Psiche dovrà quindi affrontare una serie di prove, al termine delle quali otterrà l’immortalità e potrà ricongiungersi al suo sposo.

Il progetto acquista un ulteriore valore simbolico, in quanto proprio a Palazzo Te si trova la sala di Amore e Psiche, affrescata da Giulio Romano per Federico II Gonzaga tra il 1526 e il 1528.

Con Amore e Psiche. La favola dell’anima si realizza una felice sinergia tra pubblico e privato. In un momento di grave crisi economica del Paese, che sta limitando la proposta culturale degli enti pubblici, una realtà privata come la Fondazione DNArt si assume tutti i costi di questa operazione, per garantire ai visitatori un’offerta di alta qualità storico-artistica.

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