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Giornalista urta e distrugge opera di Luciano Fabro

Sabato sera a Lugano, durante l’inaugurazione delle 30 nuove opere della Collezione Giancarlo e Danna Olgiati ospitata al Meno Uno, un malcapitato giornalista ha urtato e fatto cadere un’opera di Luciano Fabro: “Impronta”,  del 1962-1964, un disco di vetro trasparente con al centro un’impronta, è andato in frantumi e non è recuperabile. Secondo la curatrice del Museo cantonale d’arte che gestisce gli spazi espositivi, il valore dell’opera è inestimabile.

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4 Commenti

  • Risposta a Daniela:

    L’unica “protezione” era, come vedi nella foto, quella striscia di nastro adesivo dietro la quale c’era l’opera.
    Il disco di vetro era semplicemente appoggiata terra.
    La cosa assurda, basta guardare la foto, é che con tutte quelle persone sembrava quasi ovvio che qualcuno avrebbe potuto urtarla.

    Purtroppo in Ticino, molte mostre vengono organizzate da persone che sono si ben pagate, ma che purtroppo non sono capaci.
    Sicurezza a parte, sono andato a tante di quelle mostre, specialmente al museo d’arte moderna di Lugano, dove esci contento di quello che hai visto, ma abbastanza schifato dal’organizzazione e dall’allestimento fatto con poca testa, senza gusto e spesso disorganizzato.

  • Mamma mia che danno inestimabile!!

    Sono pienamente d’accordo con Piera Giordi, come spesso avviene per incapacità gestionale possono capitare questi imprevisti, come capita l’opposto, dove l’opera richiede l’interazione con il pubblico mentre non è possibile toccarla.
    Quindi questi patrimoni inestimabili (mi piacerebbe discuterne) forse attraverso la concettualità per la quale sono nati, altrettanto potrebbero essere risolti, chiedendo a Luciano Fabro di riappoggiare il piede su un altro disco di vetro, il valore dell’opera non è certo valutata per l’invecchiamento della pianta o l’impronta diversa.
    Mauro Scardova
    Associazione Culturale @rtstudio

  • Che incubo!

  • La mia domanda è: come era esposta l’Impronta di valore inestimabile?
    Quali barriere garantivano la tutela dell’opera e la coesistenza fra momento mondano, standard per la sicurezza e percezione visiva?
    Le distanza di sicurezza dall’opera dovrebbero garantire che né inciampando, né per il sopraggiungere di un malore o altra casistica citata a caso, possano accidentalmente condurre a tali sciagurati eventi.
    Daniela Giordi
    Abf-Atelier peri Beni Fotografici

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