«In Italia abbiamo inventato un nemico: i migranti», lo ha detto Dario Fo lo scorso aprile ai microfoni di Radio Cusano Campus. E, guardando le fotografie dell’esposizione On Belonging: Photographs of Indians of African Descent appese alle pareti della National Portrait Gallery di Londra, non si può che dargli ragione, a malincuore.
Nella sua collezione On Belonging, aperta al pubblico fino al 31 ottobre, la fotografa indiana Ketaki Sheth (1957, Mumbai) mette in scena l’armonioso accostamento delle fattezze africane adornate da vezzosità indiane, con l’intento di offrire una diversa chiave di lettura al ruolo dell’immigrato, una figura che continua ad accumulare accezioni negative non solo in Italia, ma anche in Gran Bretagna, dove la Sheth ha vissuto per molto tempo.
Quella che Ketaki Sheth ricostruisce, è la storia dei Siddhi, una comunità di circa 70mila persone distribuite in vari territori dell’India e del Pakistan. Le loro origini, tuttavia, sono radicante ben più lontano, nella zona del Bantu, sud-est del Sud Africa, un tempo tratta attiva nel commercio dell’Oceano Indiano. E se da una parte in molti hanno abbandonato la loro terra per far fortuna nel Medioriente e in Asia, è anche vero che in tanti sono stati trasportati in India come schiavi delle colonie portoghesi.
La piccola esposizione di quasi 20 scatti racconta di un’etnia che ha iniziato a considerare l’India come la propria casa già a partire dal XVII secolo, adottandone il cibo, gli abiti della tradizione e persino alcune celebrazioni, pur mantenendo comunque una propria identità africana. La maggior parte delle fotografie realizzate dalla Sheth sono state, difatti,scattate qualche anno fa proprio prima, durante o dopo un matrimonio, un evento che accomuna le molteplici culture del mondo.
La capacità comunicativa di questi scatti non è resa soltanto dalla loro bellezza e composizione, ma soprattutto dalla scelta della Sheth di immortalare in bianco e nero, come ad eludere ogni possibilità di dialogo con lo spettatore, che, da solo, è portato a riflettere sulla reale verità del rapporto “identità di un popolo-area geografica di appartenenza”.
E, infine, è piacevole scoprire come sia meravigliosamente possibile una fusione pacifica tra diversissime culture, come quella africana e indiana, che, tuttavia, dal basso del loro status di “Paesi in via di sviluppo”, sono riusciti ancora una volta ad impartire una splendida lezione di umanità ai moderni occidentali.
INFORMAZIONI UTILI
On Belonging: Photographs of Indians of African Descent
National Portrait Gallery, St. Martin’s Pl, London WC2H 0HE
13 April/31 August 2015 – Room 33
Admission Free
