Gli sguardi dei soggetti di Portrait(s) tornano a posarsi sulla cittadina termale di Vichy. A partire dal 17 luglio, dodici mostre compongono l’ottava edizione della kermesse dedicata al ritratto fotografico.
Decine di fotografi si riuniscono intorno al tema del ritratto, reinventandone l’arte, ognuno a modo proprio. Portrait(s) è infatti dedicato a una disciplina che risale a migliaia di anni fa, ma che si è da tempo affermata come genere fotografico a sé stante. Con qualche modifica dettata dell’emergenza sanitaria, prende il via a Vichy, nella Francia centrale, l’ottava edizione del festival, in scena dal 17 luglio al 25 ottobre 2020. Dodici mostre colorano la città tra la gallerie del Centro Culturale all’Esplanade del lago d’Allier, portando la fotografia fuori dagli spazi circoscritti per invadere la quotidianità dei cittadini o di chi è solo di passaggio.
A inaugurare il 17 luglio, la mostra di Charles Fréger disposta sul lungolago del Lac d’Allier. Una serie di ritratti compongono Cimarron, progetto nato dai viaggi in America che il fotografo ha compiuto tra il 2014 e il 2018, indagando il tema delle mascherate di tradizione africana in alcune comunità sparse tra gli Stati Uniti e il Brasile. Nella gallerie del Centro Culturale si passa invece dai Teddy Boys immortalati da Chris Steele-Perkins nell’Inghilterra degli anni ’70 alle testimonianze di Ed Alcock, che ha raccolto i ritratti dei suoi compaesani inglesi nel delicato periodo della Brexit.
Dal canto suo, Paolo Verzone espone gli scatti ai giovani militari in quattro paesi europei, mentre la franco-libanese Rima Samman riflette sul tema dell’identità attraverso le fotografie della sua famiglia, manipolate attraverso il colore. E ancora, Claudine Doury, Arlene Gottfried, Bruce Wrighton,Paul Pouvreau, Alexis Cordesse e Sébastien Camboulive, oltre a un estratto della serie We are experienced, 2006 di Danielle Levitt.
*Accademia Reale Militare di Breda, Olanda © Paolo Verzone / Agenzia VU’
