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Il polittico di S. Luca entra a far parte della collezione dei Musei Civici di Verona

Polittico di S. Luca Polittico di S. Luca
Polittico di S. Luca
Polittico di S. Luca

Il polittico rinascimentale di S. Luca, acquistato quest’estate dal Mibact, entra a far parte della collezione dei Musei Civici di Verona, in esposizione permanente al Museo di Castelvecchio.

Certezze sulla mano che lo realizzò non ce ne sono; dubbi sul suo valore storico-artistico nemmeno. Il polittico rinascimentale detto di S. Luca è attribuito a un intagliatore veronese e si colloca tra gli anni ‘70 e ‘80 del Quattrocento, con richiami artistici all’ambito veronese come trait d’union tra la bottega dei Giolfino e l’attività di Giovanni Zebellana. Quest’estate il Mibact lo ha acquistato in virtù della sua importanza, assegnandolo oggi ai Musei Civici di Verona. Sarà in esposizione permanente al Museo di Castelvecchio.

Per le collezioni veronesi si tratta di una forma di valorizzazione senza precedenti nella storia dei Musei Civici di Verona. Il Polittico è ora collocato a confronto con dipinti di Mantegna, Francesco Bonsignori, Carlo Crivelli e, in particolare, in rapporto con opere di Francesco Benaglio e Domenico Morone, che rivelano evidenti affinità stilistiche, con l’ambito culturale dell’intagliatore e mostrano analoghi riferimenti figurativi a modelli mantegneschi.

 

Il direttore dei Musei Civici Francesca Rossi

Polittico di S. Luca
Polittico di S. Luca

Il Polittico, a tre scomparti e due registri, nella parte alta raffigura la Madonna con il Bambino in trono, attorniata da San Bernardino da Siena e San Vincenzo Ferrer. Nel registro inferiore, San Luca evangelista seduto allo scrittoio con San Rocco e San Sebastiano ai lati. La cornice è integra ed originale con montanti costituiti da lesene traforate e piccole porzioni di colonnine foliate. I trafori sono applicati su fondi in carta rossi o blu, a imitazioni di smalti, secondo una tradizione presente in area veneta. La finitura policroma è raffinatissima nella resa degli incarnati e nei dettagli preziosi che ornano le vesti.

L’impianto architettonico della cornice e la concezione delle statue sono la testimonianza del clima di ricezione presente a Verona in quegli anni e del rinnovamento portato da Andrea Mantegna. Prima dell’esposizione, l’opera è stata sottoposta ad un intervento conservativo e, per la sua collocazione, è stato studiato il riallestimento completo della sala del Mantegna destinata ad accoglierla, presente negli spazi espositivi al secondo piano del Museo.

Un capolavoro dal valore storico-artistico inestimabile, da oggi in mostra permanente negli spazi del Museo scaligero. In questo tempo di chiusura, per offrire al pubblico un’anteprima di questo capolavoro, saranno effettuati dei girati che saranno resi poi visibili sul sito e su social dei Musei.

 

L’assessore alla Cultura Francesca Briani

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