24 fotografi 24 ore 24 immagini: una giornata di lockdown a Londra

15.00 Hope Photograph Sarah Lucy Brown 24 photography — 15:00, Hope. Photograph: Sarah Lucy Brown / 24 photography

A Londra, fino al 16 aprile 2021, Soho Square ospita 24 fotografie che testimoniano una giornata di lockdown in diverse parti del mondo. 24:2021 – COMING OF AGE IN A PANDEMIC è una delle prime mostre ad aprire dopo la serie di chiusure che ha sopraffatto il mondo intero.

Nel 2004, 24 fotografi che si erano conosciuti presso il Central Saint Martins College of Art and Design decidono di documentare le 24 ore del primo giorno dell’anno. Ogni fotografo avrebbe scattato una foto nell’arco di tempo di un’ora per registrare e immortalare ciò che stava accadendo attorno a sé. Da diciassette anni, gli stessi artisti raccolgono le loro foto del Capodanno in un sito dedicato.

Con il nuovo progetto “24 Photographers, 24 Hours On Lockdown”, il gruppo utilizza lo stesso procedimento di divisione della giornata con l’obiettivo di tenere traccia delle settimane della pandemia che hanno costretto molti Paesi alla quarantena, tra cui l’Inghilterra.

Nell’esposizione a Soho Square, una delle prime post-lockdown, è visibile una selezione di lavori dei fotografi che combinano riflessioni personali a problematiche di carattere globale. Sebbene le immagini siano disconnesse per luoghi e soggetti, sono tutte collegate al tema dell’inesorabile fluire del tempo. Il gruppo propone al fruitore un viaggio dalla durata metaforica di 24 ore: un viaggio condiviso e da condividere, soprattutto in questi mesi.

I 24 sono: Amy Adams, Raphael Schutzer-Weissmann, Helen Chambers, Claire Spreadbury, Gini May, Roland Ramanan, Yvonne De Rosa, Enrico Vietti, Wendy Aldiss, Sabes Sugunasabesan, Teri Pengilley, Spei, Ali Waggie, Colin Blackstock, Ray Malcolm, Sarah Lucy Brown, Nicky Townsend, Amanda Eatwell, David Mazza, Rue Kruger, Brendan Delaney, Wayne Crichlow, Candida Jones e Rachel Hain.

24 photographers — Soho Square, Londra durante una delle mostre dei 24 fotografi

La mostra si configura quindi come la testimonianza di vite singole che, tuttavia, si ritrovano insieme per tracciare un percorso corale, all’interno del quale tutti possono riconoscersi. Inoltre, l’allestimento all’aperto, in una piazza simbolo dell’incontro con l’altro, è un invito a ritrovare e ritrovarsi nel contatto con la città, lo spazio e chi lo abita.

Il gruppo di fotografi porta avanti la propria attività professionale singolarmente, ma ogni anno si ritrova insieme per esporre in Soho Square gli scatti del Capodanno di quel determinato anno. Nel 2021, il contesto pandemico non poteva essere tralasciato: anzi, è diventato la ragione principale per cui gli artisti si sono ritrovati per dare vita, ancora una volta, a un progetto collettivo.

Le chiusure, le città vuote, le persone in casa: i momenti di sconforto sono la spinta motrice per creare e realizzare un momento di condivisione volto a darci la speranza – hope in inglese – in un futuro migliore.