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Black femme, tra social media e pornografia. Caitlin Cherry destabilizza Torino

Caitlin Cherry alla sua mostra personale “Max Res Default”, Luce Gallery, 2022, Foto PEPE fotografia, Courtesy l’artista e Luce Gallery, Torino
Caitlin Cherry alla sua mostra personale “Max Res Default”, Luce Gallery, 2022, Foto PEPE fotografia, Courtesy l’artista e Luce Gallery, Torino

Fino all’8 luglio Luce Gallery presenta la mostra personale Max Res Default di Caitlin Cherry, l’artista afroamericana che investiga la femminilità nera nella cultura dell’immagine contemporanea e il rapporto consumistico della nostra società con essa, dipingendo screenshot iridescenti che raffigurano Black femme dello spettacolo e influencer trovate nei social media, video musicali, esibizioni di musica dal vivo, pornografia e moda all’interno del web.

La palette scelta –accesa, luminosa e prismatica-, distorce il colore originale delle immagini digitali usando una tecnica simile al moiré, che a volte imita i colorati motivi vorticosi di quando tocchiamo uno schermo a cristalli liquidi. Le sale della galleria espongono tredici dipinti di medio e grande formato, concepiti nel 2022, che esplorano i molti aspetti della femminilità nera vista attraverso The Yee-Haw Agenda, la pornografia contemporanea e la cultura drag, incoraggiando anche confronti più intensi sul tema del genere, della mercificazione e delle storie dimenticate. Il titolo della mostra, Max Res Default, si riferisce alla risoluzione massima come impostazione predefinita per la visualizzazione delle immagini online. In ogni dipinto, Cherry sembra alzare il volume al “massimo” su tutto, dal colore saturo a una moltitudine di immagini, alla sessualità sfrontata. Il risultato eleva ad arte un’estetica femminile nera sottorappresentata.Video Killed the Painting Star raccoglie le scene di sei diverse esibizioni di famose performer nere. La figura più grande a destra è l’attrice porno Ana Foxxx, sovrapposta da una scena dell’attrice Thandiwe Newton nell’acclamata serie tv HBO western di fantascienza “Westworld”. Nel lato opposto ci sono alcuni primi piani di Cardi B e una ballerina di sottofondo. La rapper è ritratta in due diverse performance, tra cui l’Houston Livestock Show and Rodeo 2019 con un cappello da cowboy. Ana Foxxx appare statuaria e idealizzata con la pelle nuda somigliante allo splendore di una statua di bronzo lucidata. Questa rappresentazione, unita alle sue dimensioni maggiori nella composizione, rimarca l’interesse dell’artista a rimuovere il giudizio sulla professione e, invece, innalzare le sex worker ad uno status di celebrità. Inoltre, il dipinto evoca fortemente The Yee-Haw Agenda, che celebra le estetiche del cowboy nero, la cui storia è stata in gran parte cancellata dalla cultura americana.
Caitlin Cherry, Czarists and Androids, 2022, olio su tela, 91,4×61 cm, Foto PEPE fotografia, Courtesy l’artista e Luce Gallery, Torino
In realtà, un cowboy su quattro era afroamericano. Il nome del movimento culturale, coniato da Bri Malandro nel 2018, richiama il termine The Gay Agenda e la preoccupazione degli americani conservatori per il percepito aumento di potere della comunità LGBTQIA+ in politica e nella cultura popolare. L’account Instagram dell’archivista texana osserva la tendenza di indossare abiti western nella cultura pop nera, diffusa soprattutto da video musicali e live performance di star nere, tra cui Beyoncé, Cardi B, Doja Cat, Lil Nas X e Solange, che sfidano le convinzioni comuni sbagliate sulla Blackness negli Stati Uniti, diventata sinonimo di “urbano”. Dietro a branding accattivanti e cappelli da cowboy impreziositi delle celebrità si nasconde la storia dimenticata del Cowboy e dell’origine della musica Country Western, che si è intrecciata con la storia della Black America. La cultura cowboy è tipicamente associata a maschi bianchi robusti (si pensi al Marlboro Man) -rendendo il cowboy bianco un simbolo dell’individualismo capitalista e un’istituzione-, mentre i primi cowboy negli Stati Uniti erano di origini messicane e nere. Skete Davidson presenta un close-up dell’attrice transgender Indya Moore con il mento leggermente appoggiato tra le mani aperte e la testa circondata da un alone rosso scuro e nero. Le sue labbra carnose sono increspate, mentre fissa lo spettatore attraverso ciglia seducenti. Questa schermata riprende il poster promozionale della serie “Pose” trasmessa da Netflix, in cui Moore interpreta il ruolo di Angel.
Caitlin Cherry, Jumbotron, 2022, olio su tela, 91,4×61 cm, Foto PEPE fotografia, Courtesy l’artista e Luce Gallery, Torino
Includendo una persona transgender e non binaria, Cherry tenta un’idea inclusiva ed aperta della femminilità nera, riconoscendo che non si è mai uniformata in un’unica categoria di genere. I dipinti di Cherry promuovono permeabili e fluttuanti concetti di genere, sessualità e performatività razziale. Le interfacce digitali, da cui vengono estratte le immagini, sono considerate un co-produttore della realtà. Le sue opere caleidoscopiche vanno lette come un caotico desktop di uno schermo LCD di laptop con glitch, in cui sono sovrapposte schede e finestre all’interno di finestre con schede browser di porno, aperte contemporaneamente ad un video musicale su YouTube. L’idea del soggetto iconico è deterritorializzata. Questo lavoro cattura la natura destabilizzata della femminilità nera, in particolare mentre viene sorvegliata e rappresentata online. Gli inediti dipinti di Caitlin Cherry in mostra raffigurano la rapper e cantante Doja Cat e il gruppo Destiny’s Child in “Bicoastal Bisexual™”; l’attrice porno Ana Foxxx, la rapper e attrice Cardi B in due performance, tra cui l’Houston Livestock Show and Rodeo 2019, e una ballerina backup, l’attrice Thandiwe Newton nella serie tv HBO “Westworld” in “Video Killed the Painting Star”; la rapper e attrice Cardi B, la rapper Megan Thee Stallion su un cavallo, un’anonima attrice porno e l’attrice Stacey Dash nelfilm “Gang of Roses” in “Pusse Mignon (Duncan Saint)”; un’anonima modella e attrice porno in “Big Spender”; la rapper Megan Thee Stallion in visita al paddock di Red Bull Racing prima di una gara di Formula 1 in “Czarists and Androids”; un’anonima attrice porno in una scena glory hole in “Suck It Or Go”; un’anonima attrice porno vestita in costume cosplay di “Avatar” in “Hustlers”; la drag queen Latrice Royale in “White Refridgerator Hunny”; house mother e trans star Elektra Abundance della serie “Pose” suNetflix in “Touching Private Parts on Private Planes”; un’anonima attrice porno in costume cosplay di “Avatar” in “Proton-Enhanced Nuclear Induction Spectroscopy”; rapper e cantante Doja Cat nell’esibizione al Lollapalooza Chile nel 2022, dietro un display jumbotron pixelato in “Jumbotron”; l’attrice Halle Berry nel ruolo di Storm nel film franchise “X-Men” in “The Problematic Ball”; attrice transgender non binaria Indya Moore nel ruolo di Angel nella serie “Pose” su Netflix, poster promozionale in “Skete Davidson”.
Veduta della mostra, Max Res Default, Caitlin Cherry, 2022, Foto PEPE fotografia, Courtesy l’artista e Luce Gallery, Torino
Caitlin Cherry (1987, Chicago, Illinois, Stati Uniti) vive e lavora a Richmond in Virginia. È un’artista afroamericana, la cui sfaccettata pratica comprende pittura, scultura e installazione. Ha conseguito il BFA alla School of the Art Institute of Chicago e il MFA alla Columbia University School of the Arts, dove ha studiato sotto la guida di Kara Walker. Attualmente è Assistant Professor of Painting and Printmaking alla Virginia Commonwealth University a Richmond. Cherry è stata coinvolta in mostre personali al Providence College Galleries a Providence (2018), The Anderson -Virginia Commonwealth University a Richmond (2018), University Museum of Contemporary Art -UMass Amherst ad Amherst (2017), Brooklyn Museum a New York (2013), e in collettive al Virginia Museum of Contemporary Art (MOCA) a Virginia Beach (2021), Bronx Museum of the Arts a New York (2021), San Diego Art Institute a San Diego (2020), Hallie Ford Museum of Art a Salem (2018), Performance Space a New York (2018), Utah Museum of Contemporary Art a Salt Lake City (2016), Studio Museum of Harlem a New York (2012). Le sue recenti collettive di alto profilo negli Stati Uniti annoverano Jeffrey Deitch a Los Angeles (2022, 2019, 2018), Perrotin a New York (2022) e Pace a New York (2021). Nel 2022, le sue prossime mostre includono le collettive al Bemis Center for Contemporary Arts ad Omaha, Museum of Sex a New York e Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz MOCAA) a Città del Capo. Nel 2023, i suoi lavori verranno esposti in una personale al CCA Wattis Institute for Contemporary Arts a San Francisco e nelle collettive del Modern Art Museum of Fort Worth e del Baltimore Museum of Art. Nel 2020 ha ricevuto il Colene Brown Art Prize. Nel 2016 le è stata assegnata la Robert Rauschenberg Foundation Fellowship Residency e nel 2015 il Leonore Annenberg Fellowship.Inoltre, le sue opere sono state acquisite da numerose collezioni pubbliche e private.

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