Mercoledì 29 maggio Artcurial presenta la vendita dedicata al design italiano, con una selezione di pezzi rari e iconici del secondo dopoguerra, tra cui il salotto «Uovo» di Ico Parisi e la lampada «Stella» di Gio Ponti, disegnata per il London Hotel. La designer milanese Gabriella Crespi è rappresentata da tre pezzi che rimandano al suo periodo orientalista, come il tavolo «Lotus». Tra gli highlight del catalogo anche la libreria scultorea «Luigi o mi amate voi» del designer Gaetano Pesce, stimata tra 40.000 e 60.000 euro.
Il salotto «Uovo» di Ico Parisi, di cui Artcurial presenterà una coppia di poltrone mod. 813 (prezzo indicativo: 18.000 – 22.000 euro) e il divano mod. 812 (prezzo indicativo: 20.000 – 25.000 euro), segna il culmine di una lunga collaborazione con la famosa casa di design italiana Cassina. La carriera di Ico Parisi (1916-1996) prende forma lontano dal centro di Milano e dalla Brianza. Residente a Como, Parisi è stato allievo di Giuseppe Terragni. Ispirato dalla cultura razionalista degli anni Trenta e Quaranta, è nel dopoguerra che si mette in luce, soprattutto grazie alla moglie Lisa e alla loro collaborazione tra gli anni Quaranta e Sessanta. Insieme fondano nel 1946 La Ruota, uno spazio aperto sviluppato in stretta collaborazione con artigiani e designer dell’epoca: Franco Albini, Giulio Minoletti, Carlo Mollino, Giò Ponti ed Ettore Sottsass, tra gli altri, collaborano con i coniugi Parisi. Nel 1950, Ico e Luisa Parisi sono tra i principali protagonisti dello stile italiano.
Un simbolo del successo di uno dei più prolifici del dopoguerra, mod. 813 è passata alla storia come la «sedia uovo» (da non confondere con l’altrettanto emblematica egg chair di Arne Jacobsen prodotta da Fritz Hansen a partire dal 1957) per la sua costruzione, ispirata a un singolare motivo curvilineo che crea una forma avvolgente, sospesa su quattro esili gambe metalliche che le conferiscono un’aria elegante e accentuano il dinamismo visivo tipico di altri pezzi degli anni Cinquanta. Il divano 812 è altrettanto armonioso e confortevole.
Artcurial presenterà anche una creazione emblematica del designer milanese Gio Ponti per il London Hotel: la lampada «Stella» (stima: 16.000-18.000 euro). Negli anni Cinquanta il civico 3C di via Ravello a Milano era uno spazio vuoto, rifugio di anime vaganti della notte. Otto anni dopo, l’amministrazione comunale di Milano avviava la riqualificazione dell’area, dando il via alla costruzione di un albergo, il London Hotel, che si distingueva per l’architettura d’avanguardia e la tonalità ambrata della facciata. I proprietari visionari dell’epoca vedevano nell’unione tra Angelo Lelii e Giò Ponti l’inizio di una proficua collaborazione, entrambi chiamati a riscrivere la storia della regione. La luce, elemento capace di ridefinire la percezione di un luogo e della vita che lo attraversa, viene invece progettata dall’azienda ARREDOLUCE MONZA, emblema del design made in Italy.
Angelo Lelii è stato incaricato di progettare un imponente lampadario in metallo per l’ingresso, oltre alle luci di lettura, a Giò Ponti vengono commissionati 29 lampadari per le camere da letto, per i quali crea quattro tipi di lampade esclusive a forma di stella e di sole, con rispettivamente cinque e otto bracci. La visione di Ponti prende forma attraverso i materiali raffinati forniti da Arredoluce: dischi di ottone lucido e lampadine di vetro di 20 e 30 centimetri di diametro, nonché aste di ottone lucido di 30 e 65 centimetri.
La documentazione storica della lampada “Stella” è piuttosto limitata, poiché commissionata privatamente e realizzata su misura per l’hotel londinese. Sebbene non esista traccia dei progetti, esistono fotografie degli anni Sessanta dello showroom di Arredoluce, che mostrano la Stella a cinque bracci.
Alla domanda “Questo mobile è prodotto in serie?”, Giò Ponti ha detto “Lo sarà, quando il pubblico lo adotterà”, ma la lampada “Stella” è arrivata al pubblico solo nel 2018, quando il Catalogo ragionato 1943-1957 è stato ristampato in occasione della riscoperta dell’Hotel di Londra, con l’aggiunta di un’unica foto in bianco e nero, perché nessuna copia della “Stella” era mai stata messa in commercio. All’inizio degli anni Sessanta Angelo Lelii rivisita il progetto creando delle plafoniere e, infine, il lampadario “Lune”.
La libreria «Luigi o mi amate voi», stimata tra i 40.000 e i 60.000 euro, è stata progettata da Gaetano Pesce nel 1982 per Bernini. Architetto, designer, pittore, scultore, stilista, scenografo, insegnante e filosofo, Gaetano Pesce si impegna per portare alla luce l’«autenticità» e la «diversità» nelle sue varie discipline, con l’obiettivo di contrapporre il concetto di «pezzo unico» alla standardizzazione imposta a vari livelli dalla società contemporanea. Come designer, Gaetano ha sempre cercato di sorprendere attraverso mobili dalle linee radicali, dove la sola utilità lascia il posto a un’estetica scultorea e in evoluzione. Con l’obiettivo di creare un dialogo tra l’arte contemporanea e lo spazio attraverso le sue creazioni, Gaetano Pesce vede la «Luigi» come un oggetto sfaccettato, in parte libreria, in parte fondale scenografico, in parte scultura cromatica. Composta da una struttura in legno di faggio verniciato che contiene una serie di ripiani in compensato decorati a mano con combinazioni di colori e fusioni uniche e non riproducibili, questa creazione, incrocio tra arte e design, ricorda l’opera di Piet Mondrian. Con il suo gioco di assemblaggi e rilievi, la libreria «Luigi o mi amate voi» celebra il colore e il contrasto e fa parte dell’opera eclettica di Gaetano Pesce.
La lampada 2207 (stima: 8 000 – 12 000 €) fa parte della serie “Bohemian 72” di Gabriella Crespi, designer legata allo stile “hippie chic” italiano degli anni Settanta. Destinata all’appartamento Casa del Sole di Cervinia (una delle maggiori commissioni della carriera di Carlo Mollino), Con un diametro di 40 cm e un’altezza di 38 cm, è realizzata in rattan e bambù, i materiali preferiti per la collezione «Bohemian». La flessibilità di questi materiali conferisce alla lampada una struttura sinuosa che permette di proiettare ombre e luci. La proiezione di luci e ombre quando è accesa. Si tratta di una scelta singolare dal punto di vista decorativo, ma soprattutto dal punto di vista del design, in quanto prevede la cottura a vapore e un delicato trattamento a mano.
Sempre utilizzando bambù e ottone, il tavolo «Lotus», la cui forma imita i movimenti della pianta acquatica da cui prende il nome, è stato progettato intorno al 1975. La firma del designer è incisa nel legno.
Gabriella Crespi spiega così la sua scelta: «Non ho potuto fare a meno di scegliere il rattan e il bambù, due materiali a cui sono particolarmente affezionata, che uniscono solidità e flessibilità, toni caldi e capacità di lasciar passare la luce. Le geometrie allungate danno un’impressione di infinito e indeterminatezza, come le canne in natura, che si protendono verso il cielo».