Omar Galliani. Il maestro del disegno a Palazzo Parasi

Omar Galliani Le tue macchie sui miei occhi — Omar Galliani
Le tue macchie sui miei occhi, 2010
Carboncino e inchiostro su carta di riso
70 x 100 cm

Quanti respiri occorrono per realizzare un buon disegno? Tanti.

Sembra che le mostre siano fatte soltanto di opere appese o sedute. No. Le opere che vedi attorno a te sono tanti respiri o un solo lungo infinito respiro.

(Tratto da Il disegno di Omar Galliani, 2004)

I respiri di Omar Galliani vibrano nelle sale di Palazzo Parasi di Cannobio, perfettamente restaurato dall’Amministrazione Comunale, di concerto e sotto l’alta vigilanza della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della regione Piemonte. La personale dedicata al maestro del disegno contemporaneo – nato nel 1954 a Montecchio Emilia – si iscrive nel quadro delle mostre pensate per valorizzare la storica costruzione risalente al XIII secolo, adibita per lungo tempo a luogo di giustizia e di governo.

In omaggio al lago e al territorio che lo ospita, Galliani dona materia a visioni abitate da draghi, creature fantastiche e misteriose figure. Ci aveva abituati ai suoi volti di donna – struggenti – quando nel 2014 espose alla GAM di Torino imponenti tavole di pioppo in cui campeggiavano paesaggi dell’anima. Torna ora in maniera intima, riflessiva, il tema del paesaggio, ancora poco noto all’interno della sua produzione.

Nell’opera Sui tuoi passi, uno stretto e tortuoso sentiero conduce tra gli alberi inghiottiti dal nero della grafite. Percorrendolo scorgiamo inciso nel terreno il titolo: le orme da seguire sono quelle di Cristo.

Ed è forse seguendole che troviamo lungo la strada Un iris per Giorgio. Artista – Morandi – commemorato ripetutamente anche ne i 16 Paesaggi per Giorgio, in cui fedi d’oro suggellano l’unione, primordiale, tra uomo e natura.

Omar Galliani 16 Paesaggi per Giorgio, 2014 — Omar Galliani
16 Paesaggi per Giorgio, 2014
Carboncino su carta più anello in oro
40 x 55 cm

E se anche un viso si potesse esplorare? Accade in Disegno siamese – le due facce manichee del bene e del male – e in Le tue macchie sui miei occhi, realizzato a Shanghai, che raffigura una donna su carta di riso. Il binomio Oriente Occidente è fertile e consapevole nella sua opera.

«All’inizio non mi accorgevo delle contaminazioni che accumulavo in quei viaggi, nell’incontrare artisti, viaggiare all’interno di geografie sterminate tra megalopoli e templi sospesi tra passato e futuro. […] Il rapporto con l’Oriente passa attraverso una “linea” sottile che avvicina e allontana due geografie, due storie.»

La sua storia così, in parte, la mostra ce la racconta.