Il Piccolo Principe arriverà nelle sale italiane il primo gennaio 2016. Tutti i grandi che una volta sono stati bambini dovranno aspettare ancora una quindicina di giorni prima di poter vedere sul grande schermo l’adattamento dell’indimenticabile capolavoro senza tempo di Antoine de Saint-Exupéry in un moderno film d’animazione. Il difficile compito è stato preso in consegna da Mark Osborne, reduce dal successo della regia di Kung Fu Panda nel 2008.
L’espediente scelto per rappresentare l’opera di de Saint-Exupéry senza snaturarla è stato quello di realizzare una storia “per” la storia: i racconti sono due e due sono i protagonisti. L’aviatore-de Saint-Exupéry è il minimo comun denominatore e la resa delle immagini con due scelte stilistiche differenti aiuta a capire le due vicende.
Una bimba troppo matura per la sua età con una mamma rigida e con l’ossessione del futuro successo manageriale della figlia, si trasferisce in un quartiere grigio e omologato, che rispecchia la vita degli adulti “che hanno dimenticato di essere stati bambini”. L’intento della donna è far entrare la figlia in una prestigiosa scuola “sforna colletti bianchi di successo”.
La mamma della bambina, che le ha già programmato la vita quasi fino all’età adulta, riesce a trasferirsi nella nuova casa grazie alla presenza di un vicino eccentricograzie al quale l’abitazione si è svalutata. E’ un simpatico vecchietto ex aviatore, che vive in una casa vecchia ma calda, che accoglie una natura lussureggiante, specchio dell’anima gioiosa e viva dell’uomo.
La storia della “domesticazione” tra l’anziano e la bambina, intesa come nascita della loro amicizia, è realizzata tutta in computer grafica. A questa si alterna quella del Piccolo Principe, sviluppata invece con la tecnica della stop motion e che irrompe attraverso le pagine del diario dell’aviatore e dei suoi disegni, con i quali la bambina scopre un mondo a colori, fatto di giochi, di avventure e di tutto quello che dovrebbe essere l’infanzia.
Per le sequenze in stop motion Jamie Caliri (Direttore creativo per l’animazione in stop motion) ha raccontato che una delle sue preferite è proprio all’inizio: “Nella nostra prima sequenza, mostriamo per la prima volta tutto questo mondo di carta attraverso gli occhi della bambina. Passiamo da una sequenza in CG a questo mondo in stop motion. La carta si muove in un tunnel che sembra fatto di nuvole, che poi si trasformano in dune di sabbia. Abbiamo fatto questo lavoro usando semplicemente carta colorata, disposta in uno spazio 3D, praticamente su un tavolo”.
Bellissima anche la colonna sonora, con brani musicali composti per il film da Hans Zimmer (autore delle colonne sonore de “Il Gladiatore” e “Il Re Leone”). Ecco qui un assaggio:
Il volume Il Piccolo Principe è stato pubblicato per la prima volta nel 1943 e ha venduto oltre 80 milioni di copie in tutto il mondo. È considerata l’opera più famosa di de Saint-Exupéry (1900-1944). Il racconto è il libro in francese più letto ed è stato tradotto in oltre 250 lingue e dialetti.
Appuntamento nelle sale cinematografiche italiane il 1° gennaio 2016. Tra i doppiatori italiani si segnalano le voci di Toni Servillo (L’Aviatore); Paola Cortellesi (La Mamma); Stefano Accorsi (La Volpe); Micaela Ramazzotti (La Rosa); Alessandro Gassmann (Il Serpente); Giuseppe Battiston (L’Uomo d’affari); Pif (Il Re)…
«Tutti i grandi sono stati bambini una volta(ma pochi di essi se ne ricordano)»
«Se mi addomestichi, avremo bisogno uno dell’altro.Tu sarai per me unico al mondo e io sarò per te unica al mondo…»
«Non si vede bene che col cuore.L’essenziale è invisibile agli occhi»
Il Piccolo Principe
regia: Mark Osborne
genere: Animazione
nazione: Francia
anno: 2015
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