Nell’epoca della musica liquida, dello streaming, del cloud ecco che spunta una nuova etichetta discografica, Laroom Records, nata con l’idea di creare, costruire superfici, raccontare storie e idee che rendano l’esperienza sonora pluridimensionale, esperienziale e tattile.
Chi mai oggi si butterebbe nel mercato discografico? Evidentemente qualche matto esiste ancora altrimenti non sarebbe nata Laroom Records, l’etichetta discografica che non pubblica semplicemente musica, la veste e la racconta come nessun’altro. Perché se tutti ormai abbiamo un account Spotify è anche vero che l’esigenza di avere qualcosa in mano da toccare, da leggere, da odorare è sempre più diffusa, si veda il sempre constante incremento delle vendite di vinili. Ma a Giovanni Graziano & Alessandro Carnevale, i fondatori di questo neo-nato progetto, non bastava semplicemente realizzare supporti fisici da mettere su di uno scaffale a prendere polvere. Tutt’altro. I loro prodotti sono delle piccole opere d’arte in edizioni limitata e numerata. Il progetto parte dalla musica e da questa si dipana oltre ma non è solo una questione di realizzazione di packaging unici e curiosi, dietro ogni oggetto c’è un progetto di ricerca dei materiali (forniti dall’azienda leader del settore Luxoro), di story-telling di comunicazione esperienziale ludica ma anche emotiva e tattile. In questo modo l’atto dell’ascolto diventa più profondo, intimo e complesso.
L’esplorazione del suono avviene assieme con l’esplorazione del contenitore in cui quel CD è custodito per un atto d’unione unico nel suo genere. Cosi in Filthy Recordings, cinque live di Dags, Totorro, Olympians, Valerian Swing e TTNG registrati in un cinema a Umbertide sono riuniti in una scatola che ricorda quelle in cui si affondano le mani per gustarsi i popcorn. Il pack concepito da Paolo Proserpio è un atto d’amore universale per quei concerti in cui persone e musicisti da ogni parte del mondo si riunirono in piccolo paese del centro Italia per e con la musica. Pianura EP di Icona B è un cubo che racchiude gli elementi della natura, è l’immersione in un fluido che viene creato dai suoni e dalla sensazione che da un’istante all’altro qualcosa trabocchi e si rovesci. I Laroom Live Session sono atto di ribellione culturale che hanno avuto luogo tra settembre e ottobre del 2020 quando tutta l’arte e soprattutto la musica sembrava non esistere più, così sul terreno arido della copertina dell’album che racchiude queste session ecco brillare una mirror ball perché come la luce anche la musica non si afferra con le mani, è essenziale ed è ovunque. Infine per Melee con il loro album omonimo Laroom Records ha creato un copertina da cui si è possibile spiare un’universo composito e complesso fatto di infinite suggestioni, le stesse che si possono ritrovare ascoltando il CD. Questi sono solo i primi progetti realizzati dall’etichetta discografica, altri ne arriveranno perché la musica, le storie che crea e le emozioni che ne conseguono non smettono mai di susseguirsi e di essere necessarie.
