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Caravaggio e il Maestro di Hartford. Sublimi nature morte a confronto

Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Ragazzo con canestra di frutta Roma, Galleria Borghese © Mibact - Galleria Borghese Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Ragazzo con canestra di frutta Roma, Galleria Borghese © Mibact - Galleria Borghese
Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Canestra di frutta, Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana © De Agostini Picture Library
Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Canestra di frutta, Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana © De Agostini Picture Library

Nata per dimostrare, attraverso i complessi strumenti filologici esposti nel catalogo, l’origine della natura morta In Italia, la mostra Caravaggio e il Maestro di Hartford – ospitata presso la Galleria Borghese di Roma – ha riscontrato un grande successo anche presso il grande pubblico, tanto che sarà prorogata fino al 12 marzo.

Evidentemente  non occorre essere degli addetti ai lavori per rendersi conto dell’occasione difficilmente ripetibile, di poter vedere insieme le due opere che rappresentano i pilastri fondanti dell’origine della natura morta come genere pittorico nuovo e autonomo: la Canestra di Frutta di Caravaggio (1599) proveniente dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano e la Natura morta di fiori e frutta del misterioso maestro , prestito del Wadsworth Atheneum di Hartford (Connecticut). Sullo stretto legame tra queste due opere e sull’identità del Maestro di Hartford si arrovellano generazioni di storici dell’Arte.

Maestro di Hartford, Vasi di fiori e frutta su tavolo_Hartford, Wadsworth Atheneum Museum of Art © Allen Phillips
Maestro di Hartford, Vasi di fiori e frutta su tavolo_Hartford, Wadsworth Atheneum Museum of Art © Allen Phillips

Le due opere rappresentano infatti due momenti fondamentali di un segmento importante della Storia dell’Arte che ha come sfondo Roma, il palcoscenico più importante della pittura nell’ultimo decennio del Cinquecento fino agli anni trenta/quaranta del Seicento. Non è un caso quindi, che il Merisi, poco più che ventenne, inizi proprio qui, precisamente nella bottega del Cavalier d’Arpino, la sua carriera artistica. E probabilmente senza rendersene conto , attraverso la Canestra di frutta, sancisce di fatto la nascita del genere della natura morta. Prima di quest’opera, le umili cose di natura non sono altro che degli incisi all’interno di più vaste composizioni, sottomessi gerarchicamente a temi considerati più elevati. Puro decorativismo che serve a dimostrare l’abilità lenticolare dell’artista. Solo con Caravaggio dunque, gli oggetti di ferma (still life) hanno per la  prima volta la stessa dignità concettuale riservata ai soggetti di figura, della storia sacra e mitologica Questo avviene soprattutto attraverso la sintesi concettuale operata dalla luce così come evidenziano anche le due opere chiave che fanno parte della collezione della Galleria Borghese : il Bacchino malato e il Ragazzo con canestra di frutta.

​Maestro di Hartford e Carlo Saraceni, Allegoria della Primavera, Collezione Francesco Micheli
​Maestro di Hartford e Carlo Saraceni, Allegoria della Primavera, Collezione Francesco Micheli

Il primo artista a cogliere la rivoluzione iconografica e concettuale delle opere di still life del Caravaggio è il misterioso pittore chiamato dalla critica “Maestro di Hartford” perché la sua natura morta più importante è conservata ad Hartford nel Connecticut e, come abbiamo accennato, sarà presente alla mostra. E’ così evidente l’influenza del Merisi sulle opere di questo artista che per molto tempo una parte della critica ha ipotizzato che fossero la stessa persona. Ecco, il primo risultato di questa mostra filologica è di aver evidenziato che Caravaggio e il Maestro di Hartford non sono la stessa persona. Questo è dimostrato non solo attraverso i contributi degli specialisti nei saggi in catalogo ma anche basandosi su recenti studi diagnostici effettuati per l’occasione che hanno rilevato delle strutture preparatorie diverse nelle opere dei due artisti. Sull’identità del maestro e in che modo sia venuto a contatto con il naturalismo caravaggesco è possibile rispondere solo attraverso congetture.

Pittore caravaggesco, Tre vasi di fiori, scoiattolo e pappagallo su tavolo Collezione privata
Pittore caravaggesco, Tre vasi di fiori, scoiattolo e pappagallo su tavolo Collezione privata

L’unica certezza è che fu fondamentale per diffondere la nuova iconografia tanto che viene considerato il più antico e importante specialista di natura morta attivo a Roma tra il XVI e il XVII secolo.  Già nella sua prima opera Vaso di fiori, cesta con lumache, limone e verdura sul tavolo , si possono notare soluzioni, come il caratteristico taglio diagonale di luce e le trasparenze ottiche del vaso , che Caravaggio aveva sperimentato nel Bacchino malato (1592-1593 circa), nel Ragazzo con canestra di frutta (1593 circa) e nel Ragazzo morso dal ramarro (1593-1594 circa). Si tratta tuttavia di un’opera ancora acerba, come evidenzia Davide Dotti, uno dei curatori della mostra, in un saggio del catalogo. Col tempo, il suo stile si arricchirà sempre più  di effetti prospettici e luministici  fino ad arrivare al capolavoro custodito ad Hartford che rappresenta il vertice della sua maturazione artistica. Anche in questo caso il richiamo a Caravaggio è evidente : i gambi dei fiori recisi immersi nell’acqua sono presenti nel Suonatore di Liuto dell’Ermitage di San Pietroburgo. E ancora, la canestra di frutta che da l’illusione ottica di sporgere dal margine del tavolo deriva da una analoga soluzione adottata nella Cena in Emmaus, custodita alla National Gallery di Londra.

Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Autoritratto come Bacco (Bacchino malato) Roma , Galleria Borghese © Mibac
Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Autoritratto come Bacco (Bacchino malato) Roma , Galleria Borghese © Mibac

La seconda sezione della mostra si concentra su una serie di pittori attivi a Roma nei primi decenni del Seicento, che seppero cogliere al meglio la lezione del Maestro di Hartford, mentre la terza sezione è dedicata a quelli che frequentarono quella sorta d’ Accademia istituita dal marchese Giovanni Battista Crescenzi nel suo Palazzo alla Rotonda, adiacente al Pantheon. Tutti altrettanto sconosciuti personaggi raggruppati dalla critica con fantasiosi name-pieces, come ad esempio, il Maestro della Fiasca  che, secondo alcuni critici, potrebbe essere addirittura Orazio Gentileschi. Perché questi pittori non si firmavano? Semplicemente perché , come abbiamo già accennato, a quei tempi, la natura morta era considerata ancora un genere di pittura inferiore . Inoltre queste opere facevano parte del mercato privato e quindi non entravano in  precisi inventari opportunamente datati.

Maestro della fiasca di Forlì, Fiasca spagliata con fiori, Roma, collezione privata
Maestro della fiasca di Forlì, Fiasca spagliata con fiori, Roma, collezione privata

Occorre precisare che questa mostra, così come le precedenti, tende a valorizzare l’immenso patrimonio artistico della Galleria Borghese che non è la location ma la protagonista. Come spiega Anna Coliva, direttrice del museo e curatrice con Davide Dotti dell’esposizione, “Le opere che costituiscono il fulcro della mostra hanno tutte un legame con la Galleria Borghese. Tutte le opere, comprese quelle che non possediamo più, erano tutte in collezione Borghese”. Dopo quattrocento anni dunque, tutte le tele del Maestro di Hartford che appartenevano al Cavalier d’Arpino – artista, impresario d’arte e mercante – pretestuosamente confiscate da Papa V Borghese, tornano per la prima volta insieme. «Per questa ragione— hanno spiegato gli organizzatori — una mostra come questa doveva necessariamente svolgersi dentro la Villa Borghese, perché le vicende della sua nascita e della sua affermazione si intrecciarono con la storia e i protagonisti di questo luogo».

Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Ragazzo con canestra di frutta Roma, Galleria Borghese © Mibact - Galleria Borghese
Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Ragazzo con canestra di frutta Roma, Galleria Borghese © Mibact – Galleria Borghese

INFORMAZIONI
Data Inizio: 16 novembre 2016 
Data Fine: 12 marzo 2017 
Prenotazione:Obbligatoria 
Luogo: Roma, Museo e Galleria Borghese 
Orario: da Martedì a Domenica dalle ore 9.00-19.00, ultimo ingresso alle ore 17.00. Il Venerdì e il sabato fino alle ore 22.00, ultimo ingresso ore 20.30. Chiuso Lunedì 
Telefono: 0632810 
E-mail: ga-bor@beniculturali.it 
http://galleriaborghese.beniculturali.it/

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