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Modigliani falsi. I Carabinieri sequestrano due dipinti appena esposti a Palermo a Palazzo Bonocore

Particolare di Donna col capello, uno dei Modigliani falsi sequestrati dai Carabinieri Particolare di Donna col capello, uno dei Modigliani falsi sequestrati dai Carabinieri
Particolare di Donna col capello, uno dei Modigliani falsi sequestrati dai Carabinieri
Particolare di Donna col capello, uno dei Modigliani falsi sequestrati dai Carabinieri

Decreti di perquisizione a carico di Luciano Renzi, presidente dell’Istituto Amedeo Modigliani di Spoleto, e di Alberto D’Atanasio, curatore della mostra

Erano falsi “Donna col capello” e “Hannelore”, due volti di donna attribuiti ad Amedeo Modigliani esposti a Palermo a Palazzo Bonocore per una mostra inaugurata nel novembre scorso e conclusasi il 31 marzo. Ne sono convinti i Carabinieri del Comando Tutela patrimonio culturale, che hanno sequestrato i due dipinti accompagnati anche da certificati di autenticità e provenienza lacunosi e spesso contraddittori. Hannelore, un olio su tela di cm 65×70, proveniva da un’eredità giacente del Tribunale Civile di La Spezia, mentre Donna con cappello, sempre olio su tela di cm 62,5 x 40, proveniva dalla collezione privata di una famiglia di Reggio Emilia.

Donna col capello e Hannelore, i due Modigliani sequestrati come falsi
Donna col capello e Hannelore, i due Modigliani sequestrati come falsi

Mentre i carabinieri di Palermo sequestravano i due dipinti, a Roma e Spoleto i militari del CTPC eseguivano due decreti di perquisizione a carico di Luciano Renzi, presidente dell’Istituto Amedeo Modigliani di Spoleto, e di Alberto D’Atanasio, curatore della mostra: entrambi sarebbero indagati per contraffazione di opere d’arte. Nell’ambito delle perquisizioni sarebbero stati sequestrati anche altri 27 beni d’arte di pregio che gli inquirenti considerano verosimilmente contraffatti, alcuni trovati nell’automobile di D’Atanasio. Sigilli quindi su tre opere grafiche attribuite a Modigliani e su ventiquattro dipinti attribuiti a Picasso, Dalì e Guttuso. Secondo i carabinieri, il controvalore delle due opere sequestrate a Palermo, qualora fossero immesse sul mercato come autentiche, ammonterebbe a 9 milioni di euro l’una.

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