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Cattelan mon amour. Chi tocca i fili dei piccioni non muore ma prende la scossa: de Rubempré risponde a Politi

Maurizio Cattelan, Breath Ghosts Blind, Hangar Bicocca, Milano
Maurizio Cattelan, Breath Ghosts Blind, Hangar Bicocca, Milano

Non si fa attendere la risposta del nostro Lucien de Rubempré al Maurizio Cattelan Forever di Giancarlo Politi. Questo il pezzo che ha fatto scattare lo storico direttore di Flash Art: Maurizio Cattelan is back

Obtorto collo torno su i miei passi per replicare a Giancarlo Politi che, dalle pagine del suo Amarcord 61, mi rimprovera di lesa maestà non essendomi inginocchiato al Cattelan Live Matter. Chi tocca i fili dei piccioni non muore ma prende la scossa.

Il grande direttore, detto senza ironia, sia chiaro, mi sfotte per il mio nom de plume balzachiano e maramaldeggia circa l’uso improvvido di pompier. Non rien de rien, non je ne negrette rien. Pompier, inteso come accademico o, se si preferisce, più prosaicamente, trombone. Eh vabbè, ci sta pure, ma poi, preso nel vortice della scrittura automatica, si lancia, come spesso capita, in ardite critiche, in questo caso letterarie, definendo Honoré de Balzac un autore strappalacrime da fotoromanzo. Con lo stesso criterio si potrebbe definire il Sommo Poeta un autore fantasy e la Commedia una graphic novel.

È del tutto evidente che il direttore abbia traslato la Comédie Humaine dal linguaggio ottocentesco a quello del contemporary, facendone una sorta di Uomini e Donne. Dispiace, caro amico, rileggilo, è uno dei capolavori della letteratura mondiale e L.d.R. Fa parte di quella schiera di eroi romantici che l’hanno popolata, da Flaubert a Stendhal a Maupassant, giusto per rimanere in Francia. Dispiace ancora di più che per amore di Lui – anche se per amore tutto è romanticamente concesso, in fondo anche in te c’è un Lucien ch’entro ti rugge – ti lanci in spericolate riletture storico estetiche altrettanto ardite di quelle letterarie. Belle Fonti del Clitunno! perdonami, ma non ti seguo. Se poi per confutare che la mostra dell’Hangar è soprattutto scenografica sei costretto a sostenere che tutta l’arte lo è sempre stata, da Giotto a Raffaello, dal Manzanarre al Reno, vabbè, così vale tutto.

Last but not least, non ho accusato il Maestro di essere servo di qualche paron, ho semplicemente riportato un fatto, vero. Evidentemente qualcuno, non io, si è rammentato di De Andre e del suo “Re Carlo”: … repente una parcella presenta al suo Signor. Beh proprio perchè voi siete il sire fan cinque mila lire, è un prezzo di favor.

Ma, come sostieni, il giudizio sta tutto in chi guarda. Ai posteriori l’ardua sentenza.

Ottocenteschi saluti

L.d.R.

P.S.

Visto l’amore autentico del Direttore per la poesia gliene dedico una

Somma

S’io sia felice o infelice non discuto.

Ma a una cosa con gioia sempre penso:

Che della grande somma (della somma che odio),

Così ricca di numeri, io non faccio parte,

Unità tra le tante. Io non sono compreso

Nel totale. Questa gioia mi basta per sé sola.

1897
Costantino Kavafis

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