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A Bari una mostra che ha luogo sulla facciata principale del Palazzo di Città

Amphibia
Amphibia

Amphibia, Safa Attyaoui, Louise DiB, Natalija Dimitrijević, Marianne Fahmy, Fabio Ignazio Mazzola, Qeu Meparishvili, Olga Migliaressi-Phoca, Rehan Miskci, Sara Naim, Violeta Ospina Domínguez

MINIMUM STANDARDS è la prima iniziativa dell’associazione culturale VOGA ed inaugura un percorso artistico e curatoriale volto a porre Bari al centro delle ricerche artistiche in atto nel panorama culturale mediterraneo. Sviluppato in collaborazione con alcuni spazi di ricerca e gallerie situate in paesi che si affacciano sul Mediterraneo, il progetto presenta opere di artisti locali ed internazionali in una mostra collettiva (dal 10 agosto al 12 settembre 2021) che avrà luogo sulla facciata principale del Palazzo di Città, edificio di rilevanza storica nonché sede del Comune di Bari.

I “MINIMUM STANDARDS” sono i requisiti minimi di qualità che rendono un determinato contesto o servizio equamente accettabile e fruibile per tutti. L’espressione si applica tanto ad attività e contesti lavorativi quanto, più in generale, a contesti di inclusione sociale. La mostra propone dunque una riflessione sui “requisiti minimi” che costituiscono la natura e destinazione pubblica di uno spazio, mettendoli in discussione ed auspicando un loro superamento.

Ignazio Mazzola

Da tempo, ormai, l’idea dello spazio pubblico come luogo dove costruire orizzonti sociali comuni ha lasciato posto ad uno spazio urbano inteso come luogo naturale di diseguaglianze ed asimmetrie, di esclusione e di disgregazione sociale. Come scrive Franco Cassano ne “Il Pensiero Meridiano”, il «pubblico»  tende a essere oggi  un’entità residuale, qualcosa “in cui si scaricano con sempre meno scrupoli i rifiuti delle nostre appropriazioni private”.

A seguito dello stato d’eccezione che la pandemia ha portato nelle vita delle città, questa iniziativa propone una riflessione per rivalutare ciò che c’era e ridefinire ciò che ci sarà, per lavorare collettivamente su un’idea di spazio pubblico che vada ben oltre i minimum standards.  Ripensare la contemporaneità urbana, per suscitare nuove domande sul senso della vita insieme: questo è un lavoro che l’arte contemporanea può fare, provando a stabilire connessioni tra luoghi vicini e lontani, diversi ma uniti da urgenze condivise.

Rehan Miskci
Rehan Miskci

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