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Max Ernst a Milano. In arrivo la prima retrospettiva italiana per il pittore surrealista

Max Ernst, L'angelo del focolare, 1937, Max Ernst, L'angelo del focolare, 1937,
Max Ernst, L'angelo del focolare, 1937,
Max Ernst, L’angelo del focolare, 1937,
Palazzo Reale di Milano ospita la prima retrospettiva italiana dedicata a Max Ernst. Un pittore cruciale nella storia artistica del ‘900. Dal 4 ottobre 2022 al 26 febbraio 2023.

Non manca poco, è vero. Ma la notizia è di quelle destinate a creare una dolce e febbrile attesa. Arriva finalmente in Italia la prima retrospettiva dedicata a Max Ernst (1891-1976). Pittore, scultore, incisore, poeta e teorico dell’arte tedesco, poi naturalizzato americano e francese.

Più di 200 le opere tra dipinti, sculture, disegni, incisioni, libri, gioielli provenienti da musei, fondazioni e collezioni private. Tra questi: Tate-Londra, Peggy Guggenheim Collection-Venezia, Musei Vaticani-Roma, Fondazione Beyeler-Basilea, Max Ernst Museum-Brühl, Centre Pompidou-Parigi, Thyssen-Bornemisza-Madrid.

Ovunque ridonda il suo inconfondibile stile onirico e metamorfico, tanto preciso nella tecnica quanto lisergico nei contenuti. I personaggi che abitano le sue opere provengono da un universo fantastico dalla natura unica. Si avvicinano alla mitologia ma ne rifuggono la classicità, paiono creature mostruose ma posseggono una grazia ed eleganza unica. Sono crogiuoli di una simbologia che Ernst ha accuratamente predisposto e che gocciola dagli angoli di ogni quadro.

Inevitabile l’accostamento al Surrealismo – per i temi e lo stile – e al Dadaismo – per la sperimentazione che lo portò a concepire nuove tecniche, come il frottage e il grattage. L’immensa vastità di temi e sperimentazioni dell’opera di Ernst si spalma infatti su settant’anni di storia del XX secolo, tra Europa e Stati Uniti, intercettando molte delle suggestioni culturali del tempo.

Pictor doctus, profondo conoscitore e visionario interprete della storia dell’arte, della filosofia e della scienza, Max Ernst viene presentato a Palazzo Reale quale umanista in senso neo-rinascimentale. Per l’applicazione teorica che ha affiancato al lavoro artistico, per il recupero di un immaginario antico e per la forte connotazione ideologica che l’ha sempre accompagnato.

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