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Pere, speculoos e top twenty: Art Brussels 2023, c’è da imparare da una delle fiere migliori d’Europa

Opera d’arte in beneficenza per la ricerca sul cancro dei bambini

Più Artissima che Miart. Praticamente nulla dedicato allo storico, al Novecento, proposta fieristica di buona qualità (anche se gli stand andrebbero più curati, chapeau alle italiane da questo punto di vista) concentrata sul contemporaneo e l’ultracontemporaneo (vedi la sezione Discovery nell’ala limitrofa -padiglione 6- riconosciuta tra gli addetti ai lavori come scouting di emergenti). Art Brussels per la sua 39esima edizione torna all’ombra dell’Atomium, al Brussels Expo, nel brutalismo déco del Padiglione 5, fermata metro Heysel vista stadio, a fianco dove da due anni a gennaio è di scena la “storica” BRAFA dedicata all’alto antiquariato. Atmosfera completamente diversa dalla cugina “antica”. Il “contemporaneo” va di meno fronzoli e vezzi di ostriche e moquette: pavimento hardcore in cemento con blocchi di legno intarsi lasciati a vista, hangar scarno e monumentale che sembra di stare a Berlino più che nella capitale dei mercanti fiamminghi (l’altra capitale Anversa ha la sua Art Antwerp, sempre ad opera dello stesso ente fiera che si terrà a dicembre, terza edizione per una piccola kermesse nata durante il Covid per venire incontro ai collezionisti sulla Schelda che vuole il mare), tutto comunque molto affascinante. Pere, mele e banane in una cassetta per la stampa e gli operatori, Speculoos per i collezionisti, per chi ha voglia c’è pure il Belgian Beer Terrace con Foodstrucks by Streat ma lascerei perdere visto il freddo, sole e azzurro ma gelo ancora, al nord. Blu, klein, invece i leggeri tappetti cheap all’entrata che accolgono i visitatori (moltissimi già dalle prime battute ieri, come le vendite che ci confermano in maniera trasversale, giovedì 21 nel giorno di preview, più caute il 22 quando stiamo scrivendo) e li scortano fino ai corridoi laterali in una sorta di spiccio accompagnamento. Presenti direttori di musei, curatori e molti collezionisti francesi, tedeschi e svizzeri, qualche italiano, pochi inglesi, meno chiacchiere e complimenti più algidamente dritti o meno all’acquisto. Bruxelles è brutta ma è al centro d’Europa ça va, quindi anche senza aerei in un attimo sei qua. Fortissima ovviamente la componente di buyer, dealer, collectors di casa, che ricordiamo essere una delle più sostanziose al mondo anche per quanto riguardo l’arte contemporanea. La fiera (si conclude questa domenica 23 aprile) si conferma una delle regine dell’arte contemporanea europee, una manifestazione in continua espansione e dal respiro seriamente internazionale (seconda solo ad Art Basel, Frieze e Artissima) grazie anche alla rete d’arte cittadina costellata di gallerie di altissimo livello (Gladstone, Mendes Wood, Xavier Hufkens, Rodolphe Janssen, Clearing, Nathalie Obadia, Almine Rech, Dépendance, Sorry We’re Closed, Nino Mier, Templon… presenti tra il Sablon, Sainte-Catherine, Ixelles), incubatori di contemporaneo (CENTRALE for Contemporary Art, Mima, Wiels, Ete 78, ma anche il BOZAR e l’ancora in costruzione KANAL Centre Pompidou -apertura prevista per il 2025- che comunque propone un programma satellite durante la settimana), collezioni private (bellissima la Vanhaerents, ma anche la Charles Riva) e fondazioni (Fondation Thalie, Fondation Cab, Moonens e la magica Boghossian a Villa Empain). É bene ricordare: qua si inaugura tutti insieme, si sta aperti il mercoledì pre-fiera fino alle 21, e davvero si prova a fare fronte comune. Tutto va come deve grazie e soprattutto alla meticolosa organizzazione, dal press program a soprattutto quello VIP, sempre sia lodato lo zampino dell’aureo ente del turismo delle Fiandre in questo caso. Confermata la proficua partnership con ARTSY (dovrebbe farla anche capillare l’appena conclusa MiArt) che offre una puntuale viewing room digitale dal 20 al 27 aprile per ogni galleria. Semplice e pratica. Stand nel complesso curati, chi più chi meno, 152 le gallerie provenienti da 32 nazioni per una offerta di oltre 800 artisti, fortissima la compagine mediterranea e in particolare italiana – qui vi avevamo segnalato le nostre 11. Bene nel complesso anche tutte le sezioni: Prime (con artisti mid-career e affermati); Rediscovery, la migliore (riscoperta di gemme create tra il 1945 e il 2000 da artisti indebitamente trascurati del XX secolo, 12 gallerie contro le 7 dello scorso anno) e Solo (artisti in “solo show”, con 29 gallerie). Più che lodevole l’iniziativa di beneficenza per questa edizione, The Kick Cancer Collection: un muro monumentale di opere d’arte formato cartolina a sinistra del varco d’ingresso, in vendita al prezzo forfettario di 400 euro. Il tutto a beneficio della Belgian Kick Cancer Foundation che finanzia la ricerca sul cancro dei bambini. L’unica cosa che conta realmente qui dentro, lì fuori, il resto sono chiacchiere, denaro e qualche opere d’arte. Qua, come tutte le fiere di contemporaneo si gode della noia in luna park e divertissement, parliamo sempre un po’ della stessa roba, meglio badare al bene reale, concreto. Il resto è fumo colorato.

The Kick Cancer Collection
Di seguito le cose migliori viste il primo giorno di apertura.

Uno dei migliori stand, le intime urla in bianco e nero di Fifty One: la marsigliese congolese di grafite di Eric Manigaud (con tanto di mostra appena inaugurata ad Anversa), le pose di Saul Leiter (in arrivo la personale ad Arles quest’estate), le strade a riflesso di Masao Yamamoto

Fifty One
Saul Leiter, Jay in the Bathtub, 1957 - GALLERY FIFTY ONE
Fifty One

Scrivere la pittura, ossia il lirico stand di Laurentin: Judith Reigl, Henri Michaux, Ben Vautier

Laurentin
Laurentin

Rapporti alternati e ritmiche composizioni: tutto Lucia di Luciano, fresca di Biennale, da 10 A.M. Art

Lucia di Luciano da 10 A.M. Art
Lucia di Luciano da 10 A.M. Art
Lucia di Luciano da 10 A.M. Art

Il corner optical analitico di Dep Art: Cruz-Diez, Schumann, Ullrich, Biasi, Wilding

Ullrich, Dep Art
Schumann, Dep Art

Si gioca in casa: i purple monotipi di Giangiacomo Rossetti, la star sabauda Guglielmo Castelli (ora in mostra a New York) e lo yankee parisien Matthew Lutz-Kinoy

Mendes Wood DM - Art Brussels 2023
Mendes Wood DM – Art Brussels 2023
Rossetti da Mendes Wood

Spalletti che accoglie, “Colore che accoglie”, un impasto celeste di dieci anni fa da Lia Rumma

Spalletti da Lia Rumma

Penna di Paula Rego, Appel che vuole Mirò, Gunther Forg e Stefan Vogel, da Jahn und Jahn

Appel, Jahn und Jahn
Stefan Vogel
Forg, Jahn und Jahn

Le “commemorazioni” sottili della belga Ria Verhaeghe da Richard Saltoun

Ria Verhaeghe da Richard Saltoun
Ria Verhaeghe da Richard Saltoun

Perla grigio malinconia di Borremans da Zeno X

Perla di Borremans da Zeno X
Perla di Borremans da Zeno X

Tre metri di Alechinsky del 1962 da Lelong accompagnati dalla “impressione” di Maya del 1983 di Frank Horvat

Tre metri di Alechinsky del 1962 da Lelong accompagnati dalla “impressione” di Maya del 1983 di Frank Horvat
Horvat

Vapori di agente arancio a sfondo pittura: Thu Van Tran in camera di Meessen De Clercq (in mostra ora anche nella bellissima collettiva alla Bourse di Commerce di Parigi)

Meessen De Clercq
Thu Van Tran, Meessen De Clercq

Parete mosaico di Arthur Jafa da Gladstone

Parete mosaico di Arthur Jafa da Gladstone
Parete mosaico di Arthur Jafa da Gladstone

Il dittico dell’appena scomparsa Irma Blank, Radical Writings, 1989 – P420

Il dittico di Irma Blank, Radical Writings, 1989 – P420

Sublime collage da Mira Madrid: scampoli di Sanja Ivekovic, Tomislav Gotovac, Julius Koller

Sublime collage da Mira Madrid: scampoli di Sanja Ivekovic, Tomislav Gotovac, Julius Koller
Sublime collage da Mira Madrid: scampoli di Sanja Ivekovic, Tomislav Gotovac, Julius Koller

Venezia in Europa: Daria Dmytrenko da Eduardo Secci

Daria Dmytrenko da Eduardo Secci

Wall painting di Willehad Eilers realizzato live in fiera, contaminazioni, stralci e violenza nei frame di Van Der Auwera e Marcin Dudek, da Harlan Levey

Harlan Levey
Harlan Levey

Alioune Diagne domina Templon

Alioune Diagne domina Templon
Alioune Diagne domina Templon

Un giovane e già grande Staccioli per Il Ponte di Firenze

Un giovane e già grande Staccioli per Il Ponte di Firenze

Paesaggi stratificati: i giorni sull’acqua di Paul Wesenberg da RX SLAG

Paul Wesenberg, Days on the water I, 2023, RX SLAG
Paul Wesenberg, Days on the water I, 2023, RX SLAG
Vista ATOMIUM
Speculoos
Mele pere banane al giornalista

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