Antichità Giglio propone alla Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze un dialogo tra opposti. Dal 28 settembre al 6 ottobre 2024, lo stand della casa antiquaria milanese accende i riflettori su sacro e profano, antico e moderno. Un incontro che gioca sui materiali, sulle forme, sulle storie.
Gli opposti si attraggono: il protagonista dell’esposizione di Antichità Giglio per questa edizione della Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze è il dialogo fra antico e moderno. L’esposizione non prevede solo antiquariato: la vera protagonista è la bellezza prodotta dal gusto e della cultura del nostro Paese. Le opere messe in mostra sono pezzi antichi unici accanto a lavori nati nella cultura del XX secolo. Quella promossa da Giglio è una ricerca che prende le mosse dal passato e si perpetua nel presente, manifestandosi nel moderno. La selezione è frutto anche dell’esperienza del fondatore della casa d’arte, Lino Giglio, non solo promotore dell’immenso valore artistico dell’antiquariato, ma anche osservatore attento del suo tempo. Dal 1986 Antichità Giglio è specializzata nell’acquisto e valutazioni di mobili, oggetti d’arte, dipinti e sculture antiche, ma anche opere d’arte moderna.
Il focus dello spazio espositivo è puntato sulla scultura di Gio Pomodoro, Folla, del 1963 (bronzo lucidato, cm 42x126x5). Una delle opere più esemplificative dell’artista nella sua elaborazione di corpi metallici segnati da striature luminose. La scultura è in dialogo con un’opera di Scolaio di Giovanni (Maestro di Borgo alla Collina) raffigurante Madonna con il Bambino tra i santi Antonio abate, Francesco, Caterina d’Alessandria e una santa martire (tempera e oro su tavola, cm 115×61), un’inedita testimonianza della pittura fiorentina degli inizi del Quattrocento.
Il dialogo fra antico e moderno, passato e presente, continua negli spazi laterali dello stand espositivo con l’opera di Giovanni Antonio Sogliani (Firenze 1492-1544), Madonna col Bambino, San Giovannino e due angeli (olio su tavola, diametro cm 88) e un tondo in terracotta invetriata attribuito a Santi Buglioni (Firenze 1494 – 1576) della prima metà del XVI secolo raffigurante Sant’Andrea entro la classica ghirlanda di frutti e fiori. A rappresentare la scultura, invece, un salto di secoli con Sansone che sbrana il leone, opera di Carlo Romano (Viggiù 1810 – Milano 1883) in marmo bianco (cm 105x55x42) dove il naturalismo del nudo e del volto di Sansone – lontano dai modelli del bello ideale – rimandano al carattere individuale del modello vivente, dove la tensione dell’azione giunge ad aspetti di crudo realismo. E ancora, uno scrittoio a due corpi in legno ebanizzato con fregi in metallo dorato dell’argentiere e bronzista Mauro Mosini attivo a Milano nella seconda metà del XIX secolo, con parte inferiore retta da grifoni alati in bronzo (cm 221x91x60). Un’opera rara che unisce l’abilità di cesellatore e scultore alla grande qualità di ebanisteria e che dialoga con una scultura di Arnaldo Pomodoro, un Rilievo doppio del 1999 in bronzo (cm 58,5×19,5×11. Firmato, datato e numerato sulla base: “Arnaldo Pomodoro, 1999 6/8”).
Sul lato opposto dello stand l’atmosfera è tutta al femminile: l’opera di Vittorio Matteo Corcos (Livorno, 1859 – Firenze, 1933) racconta uno spaccato del bel mondo dei primi anni del ‘900 con un raffinato Ritratto della contessa Anna Rombo Morosini, 1903 (olio su tela, cm 106,5×95. Firmato in alto a destra: “V. Corcos”, siglato e datato in alto a sinistra). Tema che continua con un’opera di Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931) Lina in strada con il cane e un’amica (olio su tela, cm 36×32. Bibliografia: P. Dini e F. Dini, Boldini Catalogo ragionato, n. 1160, p. 591, vol. III tomo II). Ancora di una giovane donna è il Ritratto di Liliana Morpurgo del 1938 di Antonio Calderara (Abbiategrasso 1903 – Vacciago 1978), realizzata in un periodo in cui l’artista si muove tra plasticità, campitura cromatica e studio della luce (olio su tela, cm 100×70). Ma le chicche non sono finite. Spicca infatti la scultura in marmo Bimba con libricino di Enrico Braga (Cantone Ticino 1841 – 1919): ben 105 cm di altezza su colonna coeva in marmi diversi che modellando la figura con verismo e cura dei dettagli regalando alla bimba una posa e un’espressione vezzosa tale da sembrare un’istantanea moderna. A rappresentare le arti applicate una grande cornice di Carlo Bugatti (Milano 1856 – Molsheim 1940), opera in legno dipinto, rame e pergamena e corda (cm 263x140x8) che incornicia un dipinto attribuito a Giovanni Costa della fine del XIX – inizi del XX secolo e raffigurante una Giovane donna all’orientale.
Antichità Giglio a BIAF
28 settembre – 6 ottobre 2024
STAND ???
www.biaf.it
Antichità Giglio
Via Carlo Pisacane, 53, 20129 Milano MI
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Tel. 02 2940 3146 | info@antichitagiglio.it