In un’interpretazione pagana del ruolo – nel mito norreno conducevano i guerrieri al Valhalla – potremmo dire che a BRAFA 2025 le Valchirie di Joan Vasconcelos hanno portato i collezionisti agli acquisti che più intimamente desideravano.
Parliamo della coppia di installazioni luminose che l’artista portoghese, ospite d’onore della fiera, ha posizionato al centro dei due padiglioni che componevano l’evento, andato in scena dal 26 al 2 febbraio a Brussels Expo. Una settimana in cui oltre 72 mila visitatori, record per l’evento, si sono mossi tra gli stand dei 130 galleristi che hanno esposto la loro proposta. Se di questa proposta, eterogenea e di qualità, avevamo parlato settimana scorso, eccoci ora a commentare alcune delle vendite portate a termine.
Tra le più particolari spicca di certo quella conclusa da Colnaghi, che ha venduto ai discendenti di Cornelis de Vos (Hulst 1585-1651 Anversa) un disegno realizzato dallo stesso pittore belga, Studio di profilo di una testa d’uomo, con un contorno della stessa testa. De Wit Fine Tapestries ha venduto diversi arazzi, tra cui Parc à gibier avec rhinocéros, Enghien, della bottega di Philippe van de Cammen, 1560-70 circa, a un collezionista spagnolo; e Parc animalier avec pergola, Paesi Bassi meridionali, forse Audenarde, 1550-1600, a un collezionista extraeuropeo.
Lemaire ha concluso una serie di vendite con prezzi fino a 40 mila euro per pezzi in porcellana di Meissen, Bruxelles, Tournai e Cina. Tra le opere acquistate, una statuetta giapponese in porcellana di Arita, 1690-1730, e bronzo dorato, XVIII secolo, raffigurante una Bijin (bella signora). La Galleria Claes, leader quando si parla di arte antica africana, ha ceduto una maschera Songye in legno proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo, Katanga, fine Ottocento-inizio Novecento; nonché un reliquiario in legno del popolo Kota Obamba/Ndumu dell’Africa equatoriale, Gabon orientale.
Les Fées di Maurice Denis (Granville 1870-1943 Parigi), del 1891 circa, è passato di mano da Galerie Berès. Florian Kolhammer ha venduto diversi pezzi, tra cui un centrotavola di Josef Hoffmann (Brtnice 1870-1956 Vienna) del 1904 per 50 mila euro. La Galleria Repetto ha ceduto una scultura in ceramica smaltata policroma di Fausto Melotti (Rovereto 1901-1986 Milano), intitolata Gallo, del 1948 circa, per circa 90 mila euro. La galleria robertaebasta ha venduto sette opere, tra cui un lampadario Stilnovo a diciotto luci con struttura in ottone e metallo laccato nero e vetro opalino bianco, Italia, 1955 circa.
Buona la prima per la debuttante Objects With Narratives, galleria specializzata in design da collezione, che ha venduto due esemplari del tavolo Ex Hale di Ben Storms (Gand, 1983), 2020, per 65 mila euro, e quattro Automatic Writing Chairs di Lionel Jadot (Bruxelles, 1969), 2024. Infine, la Galleria Desmet ha venduto a un museo privato canadese un gruppo di rilievi in gesso provenienti dal fregio occidentale e dalla scala dell’Altare di Pergamo (Nereo, Doride e Oceano), Berlino, 1900 circa, per circa 100 mila euro.
Chissà che tra qualche giorno le Valchirie non ci sorprendano di nuovo consegnandoci qualche dato extra sulle vendite.