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ParlaChatGPT. Hirst, Koons, Warhol? I più sopravvalutati

ChatGPT Damien Hirst, il più sopravvalutato secondo ChatGPT
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Damien Hirst, il più sopravvalutato secondo ChatGPT
Un divertimento, una provocazione. Poniamo domande di tema artistico all’applicazione AI ChatGPT: le risposte sono sorprendenti

Quante volte avete pensato di farlo, e poi avete rinunciato? Perché non avete voglia, non avete tempo, o perché siete nauseati da questa realtà sempre più relativizzata. Ma forse la vera ragione è che siete convinti che i risultati saranno banali, scontati, sostanzialmente inutili. E lo pensavamo anche noi, finché non ci abbiamo provato. Abbiamo provato a porre delle domande su temi artistici a ChatGPT, l’applicazione di intelligenza artificiale specializzata nella conversazione e nella generazione di testi. E le risposte ci hanno sorpresi, se non smentiti.

In realtà, le risposte saranno banali se la domanda posta sarà banale. Ergo, ponendo interrogativi precisi, più possibile profondi e circostanziati, si otterranno risposte dettagliate e sorprendentemente circostanziate e imprevedibili. Ci abbiamo provato, quasi per gioco, e i risultati ci hanno convinti ad andare avanti, e ad iniziare questa “rubrica”.

Uno spazio di svago, evidentemente, ma capace di innescare riflessioni e magari dibattiti scaturiti da una fonte quanto mai “terza”. Dunque, la prima domanda che abbiamo posto a ChatGPT è la seguente: “Tenendo presenti valutazioni critiche, dati storiografici e apprezzamento del mercato dell’arte, sai dirmi quali sono a tuo parere gli artisti visivi più sopravvalutati della storia?”.

1. Damien Hirst

Contesto: Artista britannico associato ai Young British Artists (YBA).

Perché viene considerato sopravvalutato: Il mercato ha premiato molto più il nome e la provocazione che la sostanza. Opere come “For the Love of God” (teschio tempestato di diamanti) sono spesso viste come gesti di marketing. Uso massiccio di assistenti e produzione seriale.

Contro-argomenti: Ha innovato nella fusione tra arte e industria, ridefinendo il concetto di artista come brand.

 

Jeff Koons_Un ritratto privato
Jeff Koons
2. Jeff Koons

Contesto: Artista statunitense noto per le sue sculture lucide e kitsch.

Perché viene considerato sopravvalutato: Le sue opere sono spesso viste come banali, copie ingrandite di oggetti pop (palloncini, giocattoli). Eccessiva dipendenza da produzione industriale e botteghe di assistenti. Prezzi stellari spesso non giustificati da contenuto concettuale o abilità tecnica.

Contro-argomenti: Ha spinto i confini dell’arte pop e del kitsch in chiave postmoderna e riflessiva sul consumismo.

3. Julian Schnabel

Contesto: Pittore e regista americano emerso negli anni ’80.

Perché viene considerato sopravvalutato: Grande successo nei mercati, ma la sua pittura è spesso ritenuta enfatica e manierista. La critica contemporanea è spesso scettica sul valore innovativo della sua opera visiva.

Contro-argomenti: Alcuni vedono nella sua pittura una risposta emozionale all’arte concettuale.

 

Due dipinti di Thomas Kinkade
Due dipinti di Thomas Kinkade
4. Thomas Kinkade

Contesto: Pittore commerciale americano, definito “pittore della luce”.

Perché viene considerato sopravvalutato: Produzione di massa di immagini idilliache vendute in milioni di copie. Poche qualità artistiche riconosciute dalla critica; spesso escluso dai circuiti dell’arte “alta”.

Contro-argomenti: Enorme popolarità e impatto sul pubblico non specializzato.

5. Frida Kahlo

Contesto: Pittrice messicana, divenuta icona femminista e culturale.

Perché viene a volte considerata sopravvalutata: Alcuni critici ritengono che l’iconografia di Kahlo abbia oscurato l’effettiva qualità pittorica. È diventata un fenomeno pop più che un caso pittorico di assoluto rilievo.

Contro-argomenti: Il valore simbolico, autobiografico e l’originalità delle sue opere restano indiscussi in ambito accademico.

 

Andy Warhol, Portrait of Princess Diana, 1982
6. Andy Warhol (controverso)

Contesto: Fondatore della Pop Art.

Perché è stato definito sopravvalutato da alcuni: Critiche alla ripetitività e al vuoto concettuale. Uso di assistenti, produzioni seriali e dipendenza dal mercato.

Contro-argomenti: È difficile negare il suo impatto radicale sulla cultura visiva del Novecento. Più che sopravvalutato, è stato un genio del linguaggio visivo contemporaneo.

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