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Punto critico #1. Sull’ultima personale di Cattelan a Bergamo

Maurizio Cattelan, Seasons, Bergamo Maurizio Cattelan, Seasons, Bergamo
Maurizio Cattelan, Seasons, Bergamo
Maurizio Cattelan, Seasons, Bergamo
Riflessioni (auto?)ironiche di Maurizio Cattelan sulla sua mostra allestita fra GAMeC, Palazzo della Ragione, Oratorio di San Lupo e rotonda dei Mille

Anche l’ultima personale di Maurizio Cattelan organizzata dalla GAMeC a Bergamo, come già quella del 2021 tenutasi all’Hangar Bicocca di Milano, è poco riuscita. Le opere formalmente sono ineccepibili, è la loro concezione a lasciare nuovamente delusi. Infatti sono troppo didascaliche, quando Cattelan ci aveva abituati in passato all’ambiguità e difficile intellezione delle sue opere.

È lecito ipotizzare che parte della responsabilità del suo progressivo deragliamento sia da imputare al diktat politicizzato imposto da curatori e giornalisti negli ultimi quindici anni, cui nemmeno il nostro ha saputo sfuggire. L’opera facile consente agli addetti ai lavori di leggervi e scrivervi sopra le quattro fesserie di cui in genere sono capaci, facendoli sentire socialmente impegnati.

Maurizio Cattelan, Seasons, Bergamo
Maurizio Cattelan, Seasons, Bergamo
Ecco come il Cattelan Anni Novanta avrebbe corretto se stesso:

1) “Un bimbo con la maglietta rossa sulle spalle di Garibaldi è efficace, meno il gesto retorico di mimare la pistola. Se il senso è quello di un nano sulle spalle di un gigante, il fatto che gli tappi gli occhi incidentalmente, come per aggrapparsi e nello stesso tempo impedirgli di guardare, renderà l’opera molto più sottile e intrigante” (‘Senza titolo’).

2) “Un barbone che si piscia sotto è troppo scontato, anche se di marmo. Fosse seduto con le mani congiunte, indeciso tra chiedere l’elemosina e raccogliere il piscio dorato dei passanti, sarebbe molto più crudele e spiazzante” (‘Fontana’ il titolo).

 

Maurizio Cattelan, Seasons, Bergamo
Maurizio Cattelan, Seasons, Bergamo

3) “L’aquila ferita è un gran pezzo, ma il senso di nuovo è telefonato. Se risultasse sconfitta non in quanto simbolo imperiale, ma perché si è fiondata su un topolino? Perché ha finito per farsi male e schiacciarlo con l’ala, invece di arpionarlo? Perché lui è reale mentre lei è di marmo? Che significa, per cosa stanno?” (‘Senza titolo’).

 

MaurizioCattelan, Seasons, Bergamo
Maurizio Cattelan, Seasons, Bergamo

4) “L’Hitler col sacchetto in testa relativizza il metterci la faccia della mia fantastica versione precedente, sarebbe un errore. L’inginocchiato incappucciato però funziona, e allora ci metto un Mussolini in divisa, decisamente ambiguo e al passo coi tempi” (‘DVX’ il titolo).

 

MaurizioCattelan, Seasons, Bergamo
Maurizio Cattelan, Seasons, Bergamo

5) “Il mattone rinchiuso nella bottiglia è un gioco di prestigio un po’ trito, soprattutto se ci scrivo sopra “Empire”. Un modo per salvarlo in corner potrebbe essere quello di affogare un mattone comune nell’acqua piovana” (‘Fuori è bello’ il titolo).

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