26 marzo – 24 luglio 2011. Como, Villa Olmo
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comunicato stampa – Oltre 120 opere per una rassegna monografica e tematica al tempo stesso, che presenta 60 capolavori del pittore ferrarese a fianco di 60 opere dei più importanti artisti di fine Ottocento italiano, da De Nittis a Corcos, da Zandomeneghi a Signorini, in grado di ripercorrere l’evoluzione del gusto pittorico che rappresentò quel felice periodo storico conosciuto come Belle Époque.
Sette anni di successi e oltre 600.000 visitatori hanno fatto di Como uno dei centri espositivi più importanti d’Italia. Dopo gli appuntamenti dedicati, tra gli altri, a Miró, Picasso, Magritte, agli Impressionisti, a Klimt e Schiele, e a Rubens , dal 26 marzo al 24 luglio 2011, le sale della settecentesca Villa Olmo si aprono ai capolavori di Giovanni Boldini e ad altri straordinari artisti italiani , da Giuseppe De Nittis , sublime interprete di un’eleganza raffinata e metropolitana, aFederico Zandomeneghi , le cui tensioni introspettive sono vicine all’impressionismo francese, aVittorio Corcos , che porta sulla tela il magnetismo senza tempo dell’universo femminile.
La mostra, curata da Sergio Gaddi, assessore alla cultura del Comune di Como, e da Tiziano Panconi, fra i maggiori esperti della pittura italiana dell’800, è ideata e prodotta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lombardia e con il sostegno di Unicredit in qualità di main sponsor.
Se da un lato i 60 capolavori di Giovanni Boldini, come Mademoiselle De Nemidoff (1908),Berthe che legge la dedica su un ventaglio in piedi nel salotto, Nudo di giovane donna semisdraiata (1863), Femme au gants (1888), Ritratto di Emiliana Concha de Ossa (1901), permettono di gettare una luce sull’attività internazionale di uno degli indiscussi protagonisti dell’arte italiana ed europea di fine ‘800-inizi ‘900, dall’altro, le 60 opere dei più importanti artisti di fine Ottocento italiano, consentiranno di ripercorrere, a livello figurativo, l’evoluzione del gusto pittorico che si diffuse in tutta Europa e che rappresentò i cambiamenti di questo nuovo mondo, nei suoi aspetti estetici più peculiari, dall’emancipazione dell’individuo alla crescita della consapevolezza femminile.
“Il mito della Belle Epoque si intreccia con il genio di Giovanni Boldini, – commenta il curatoreSergio Gaddi – l’energia creativa e la fiducia ottimistica che rivoluzionano la storia tra Ottocento e Novecento vengono esaltate dalla velocità guizzante di una pennellata inconfondibile, che esprime la bellezza e la gioia di vivere.
Letteratura e moda, musica e lusso, arte e bistrot si confondono nel ritmo sensuale del can can e producono una straordinaria rinascita sociale e civile. Parigi è il teatro privilegiato delle esperienze culturali internazionali, ma il fenomeno si allarga alle capitali europee e negli eleganti ambienti delle città italiane, con Milano, Venezia, Napoli e Firenze in primo piano. Sono gli anni nei quali lo sviluppo della tecnologia rivoluziona i modi di vivere, creando una prosperità e un benessere individuale prima sconosciuti. Cambiano i costumi e si impone la forza di attrazione sensuale della donna, consapevole di un fascino non più solo domestico che cresce di pari passo al suo ruolo sociale. L’immensa popolarità di Boldini arriva fino in America, ed i suoi modi aristocratici, la vocazione per la mondanità, il numero altissimo di liason galanti e la frequentazione di ambienti borghesi ne fanno un punto di riferimento per un significativo gruppo di artisti”.
Tutta la parabola creativa di Boldini si sviluppò negli ambiti temporali della Belle Époque, quella felice epoca della storia europea, tra la fine della guerra franco-prussiana del 1870 e l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo nel 1914, in cui si assistette a un progresso umano e sociale di grande importanza, e dove la società visse un momento esaltante, scoprendo le migliori energie creative e il gusto del fare con spirito ottimistico, apprezzando la bellezza e la gioia di vivere, nutrita dalle spinte che gli provenivano dalla Rivoluzione industriale, dall’aumento della produzione e della ricchezza e dallo sviluppo delle varie discipline come la medicina, la chimica, la matematica e altro ancora.
Dal canto suo, Tiziano Panconi, al quale si deve il catalogo generale ragionato delle opere di Boldini, dichiara che “La Belle Époque fu soprattutto il tempo di De Nittis, di Corcos, di La Gandara, di Stevens, di Tissot, di Sargent, di Helleu, di Whistler, di Beraud, di De Jonghee e, sopra ogni altro, di Boldini, geniale capostipite di questa generazione di pittori cosiddetti à la mode giunto a Parigi proprio nel 1871, dando origine all’irresistibile stile Boldini. Il 1871 fu dunque la data di inizio della lunghissima esperienza francese di Boldini e quindi della Belle Époque che, in senso estetico e figurato, sbocciava, deflagrava e concludeva la propria parabola, parallelamente alle rappresentazioni caratterizzate del peintre italien de Paris , prima esordiente e giovane pittore di belle speranze, poi fulgido astro dell’arte internazionale e infine, proprio negli anni fatidici del primo conflitto mondiale, afflitto da una grave malattia della vista che segnò l’inizio del suo declino umano e artistico. Come ebbe modo di dire lo stesso Boldini, ‘tutto andava di bene in meglio. Questo era il mondo in cui nacqui, all’improvviso, una mattina del 1914, ogni cosa giunse inaspettatamente alla fine…’”.
Quello iniziato da Giovanni Boldini nel 1864, lasciando Ferrara alla volta di Firenze, fu un viaggio artistico di sola andata che dal capoluogo toscano lo condusse a Londra e, infine, aParigi, dove si trasferì e risiedette fino alla morte avvenuta nel 1931.
L’innata curiosità ma soprattutto la brama di riscattarsi e di evadere dall’ambiente provinciale quale era ai suoi occhi la Ferrara degli anni Sessanta, lo indussero a emigrare alla ricerca di un confronto continuo, di nuove occasioni di ispirazione e, soprattutto, alla scoperta della sua vera dimensione di artista.
I modi innatamente aristocratici, la vocazione alla mondanità e alla frequentazione degli ambienti altolocati, ma anche le grandi prospettive di carriera e la voglia di ottenere un riconoscimento economico adeguato per il suo lavoro, fecero sì che il fascino dell’ambiente frizzante della Ville Lumière costituisse per Boldini un’attrazione fatale. Nella capitale francese conobbe la modella Berthe, con la quale avviò una lunga storia d’amore durata più di dieci anni e instaurò rapporti di lavoro con il mercante d’arte Goupil, il più importante dell’epoca, con gallerie sparse in tutto il mondo, entrando nella folta schiera degli artisti della sua cerchia, dei quali divenne ben presto il più apprezzato. Parigi fu per Boldini la vera mecca dell’arte e della vita dove entrò in contatto con gli ambienti più esclusivi e ottenne il tanto atteso benessere economico.
Insieme al pittore ferrarese, una folta schiera di artisti italiani, come De Nittis, Corcos e Zandomeneghi, costellarono il firmamento del genere à la mode, determinando l’espansione di un gusto diffusosi in tutta Europa. Altri pittori, quali Ettore Cercone, Gaetano Esposito, Ettore Tito, Pompeo Mariani, Lucio Rossi e altri, pur rimanendo in Italia, risentirono di quello stile ricercato, raccontando la quotidianità di quella società che prendeva pian piano le distanze dalla sua origine contadina, manifestando con forza lo stato di benessere ottenuto con il progresso.
Anche quest’anno, all’esposizione si affianca come evento parallelo di approfondimento didattico, un progetto teatrale, a cura di Teatro in Mostra di Como, dal titoloCafé Belle Époque. Nato da un’idea di Laura Negretti, la pièce è ambientata in un caffè parigino; lì viene narrata, attraverso versi e melodie, la vicenda dolce e infelice di Violetta, donna meravigliosa che conduce una vita dissoluta, e di Alfredo, perfetto interprete dello spirito romantico della Belle Époque. Una storia che rappresenta la metafora ideale di quel tempo in cui sotto lo sfarzo, vivevano migliaia di contraddizioni e ombre.
La mostra è sostenuta da Unicredit, dalla Camera di Commercio di Como, da Acsm-Agam, daConfindustria Como, Ance e Confcommercio di Como, oltre che da Bennet, Poliform, Bionike, Nessi e Majocchi, Amici di Como, Villa D’Este, Tessitura Taborelli, Foxtown, Albergo Terminus, con il contributo tecnico di Como servizi urbani, Menphis, Syncronos Italia, Joy Villa Olmo ed Enoteca catering.
Catalogo Silvana Editoriale.
Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931)
Giovanni Boldini inizia sin dalla giovane età a lavorare sotto la guida del padre pittore e, dopo essersi iscritto all’Accademia delle Belle Arti di Firenze nel 1862, viene a contatto con l’entourage dei pittori così detti Macchiaioli che frequentano il Caffè Michelangelo. La fama di Boldini è però legata soprattutto ai celebri ritratti cui arriva dopo l’esperienza macchiaiola. Importante in questa fase la permanenza a Castiglioncello. A Firenze si avvicina ai ritrattisti italiani come Michele Gordigiani e all’ambiente della colonia straniera toscana, fra cui i nobili inglesi Falconer, divenuti poi i suoi mecenati. Nel 1867 è a Parigi per la prima volta in occasione dell’Esposizione Universale dove frequenta la bella società parigina e si intrattiene con gli amici artisti in lunghe passeggiate sulle rive della Senna. Dopo un breve soggiorno londinese, Boldini si stabilisce definitivamente a Parigi nel 1871 e diventa il ritrattista indiscusso e contesissimo delle belle e nobili donne della città. Tra il 1872 ed il 1910, il maestro trionfa nei salons parigini, fornendo con i suoi ritratti, una nuova rappresentazione della femminilità, alla quale le sue clienti sono felici di adeguarsi; produce immagini di raffinatissima sensuale bellezza, talvolta raccolta e accentuata in un solo particolare anatomico, come le braccia o le mani.
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BOLDINI E IL MERCATO DELL’ARTE
di Chiara Faglia
In sette anni Villa Olmo a Como ha ospitato grandi artisti internazionali: Miró, Picasso, Magritte, Chagal, Klimt, Schiele, Rubens… Per il 2011 l’artista prescelto è Giovanni Boldini. Nella splendida cornice delle sale settecentesche della villa è presente con circa 60 opere (le accompagnano altre 60 di alcuni dei più importanti artisti di fine Ottocento italiano, tra i quali De Nittis, Corcos, Zandomeneghi). L’artista, ferrarese di nascita ma parigino d’adozione, ha incarnato in sé il mito della Belle Époque. Boldini, con la sua pennellata unica, ricerca il movimento e l’autenticità, rifuggendo la finzione della posa tipica dei ritratti ottocenteschi. Dal 1871 è stabile a Parigi, dove incontra la modella e compagna Berthe e dove si confronta con l’humus culturale di una città vivace in cui i costumi si trasformano e cresce il benessere. È uno dei primi a rendersi conto che questa società che cambia va rappresentata. I ritratti delle sue innumerevoli muse sono infatti già moderni. Boldini anticipa e incarna il così detto stile Belle Époque. I corpi snelli, le dita affusolate, le bocche rosse socchiuse, le vite sottili strette in corpetti alla moda e le pose naturali e spontanee sono gli ingredienti tipici del genio di Boldini.
Le donne fanno a gara per essere “immortalate” dal pittore ferrarese. Sono ritratte non come donne di casa, chiuse in una sfera domestica, ma come donne consapevoli della loro bellezza e della loro sensuale femminilità. In un’atmosfera nuova, densa di quell’aria frizzante che caratterizza gli anni della Belle Époque di cui Parigi, con i suoi caffè, l’opera, gli spettacoli teatrali e le mostre d’arte, è protagonista.
Boldini ha riscosso grande successo mentre era ancora in vita. Era già apprezzato sul mercato parigino e americano, un punto di riferimento per gli artisti dell’epoca. Il suo mercante era Adolphe Goupil. Nella sua “scuderia” spiccavano, tra gli italiani, oltre a Boldini, De Nittis e Antonio Mancini. Tutt’oggi è un pittore molto amato e costantemente presente nel mercato delle vendite alle aste internazionali. Di seguito l’indice dei prezzi dal 1998 ad oggi (base 100 nel 1998. Ogni disciplina; fonte Artprice.com):
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Per rimanere in un passato prossimo, nella vendita newyorkese di Sotheby’s di novembre 2010 di Arte Europea del XIX secolo (totale asta 61,536,125 USD), Boldini è stato una star. Durante l’asta sono andati all’incanto tre suoi dipinti. Tutti e tre inclusi nella mostra “Boldini nella Parigi degli Impressionisti” svoltasi a Ferrara a Palazzo dei Diamanti dal 20 settembre 2009 al 10 gennaio 2010 (poi spostatasi a Williamstown, Massachusetts, Sterling and Francine Clark Art Institute, 14 febbraio – 25 aprile 2010). Se uno di questi, il lotto 47, “Ladies of the First Empire” stimato $ 400.000/600.000 è rimasto invenduto, il lotto 75 “Portrait of Giovinetta Errazuriz” ha invece realizzato un nuovo record mondiale per l’artista. È un olio su tela di 201,3×101 cm dipinto nel 1892 e, presentato all’asta con una stima di 1.000.000 – 1.500.000 dollari, ne ha realizzati 5.800.000 (diritti esclusi). Anche il lotto 76 “Portrait of the Artist Lawrence Alexander (“Peter”) Harrison”, un olio del 1902 di 126 x 101 cm, stimato $ 1.000.000/1.500.000, è stato aggiudicato a 1.800.000 dollari (diritti esclusi). Boldini probabilmente conobbe Peter Harrison grazie alla sua amicizia col pittore Sargent. Si trattava di uno dei pochi ritratti di Boldini fatti a un artista ancora in mani private. Quelli di Whistler, Degas, Helleu e Menzel fanno parte delle collezioni di grandi musei americani e europei.
Di alcuni dei più noti dipinti in mostra, segnaliamo alcuni passaggi in asta:
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INFORMAZIONI UTILI:
BOLDINI E LA BELLE ÉPOQUE
a cura di Sergio Gaddi e Tiziano Panconi
26 marzo – 24 luglio 2011
Como, Villa Olmo – via Cantoni 1
ORARI
da martedì a giovedì: 9 -20; da venerdì a domenica: 9 -22 (la biglietteria chiude un’ora prima);
lunedì chiuso
BIGLIETTI
Intero : 10 €; Ridotto : 8 € (visitatori oltre 65 anni e tra 6 e 18 anni, universitari fino a 26 anni, gruppi di almeno 25 persone con ingresso gratuito per l’accompagnatore, categorie convenzionate); Ridotto scuole : 5 € (gruppi scolastici di almeno 25 persone con ingresso gratuito per due accompagnatori); Gratuito : bambini fino a 6 anni, disabili con accompagnatore
CATALOGO
Silvana Editoriale;
www.silvanaeditoriale.it