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Ugo Nespolo per il decennale del parco “Orme su La Court”

Sarà lo scultore Ugo Nespolo a dare il via ai festeggiamenti per il decennale del parco artistico “Orme su La Court” (www.lacourt.it), di proprietà della storica casa vitivinicola Michele Chiarlo e situato Tenuta Aluffi a Castelnuovo Calcea, nell’Astigiano, nel bel mezzo di 20 ettari di Barbera, tre cascine e due colline magiche.

E lo farà sabato 6 luglio, in grande stile, vista l’importante occasione, svelando al pubblico la sua “Porta”: enorme opera in ceramica, ferro, rame, che sarà collocata nel bel mezzo di un percorso disseminato di opere, forgiate, di anno in anno, da differenti talenti piemontesi e non soltanto. Vero e proprio museo a cielo aperto, nato per promuovere le eccellenze artistiche locali, il parco è un affascinante dedalo di sculture in vetro soffiato, legno, rame e ceramica raku; è ispirato ai quattro elementi fondamentali della natura, terra, aria, acqua e fuoco ed è stato realizzato con il contributo di Giancarlo Ferraris, direttore creativo del sito e presidente dell’Associazione Orme e dello scenografo, ceramista e pittore genovese, Emanuele Luzzati, scomparso nel 2007, autore dei personaggi fiabeschi ad altezza d’uomo posti sull’aia della cascina: il Re, la Regina, il Menestrello e il Drago.

Dal 2003, ogni estate, a inizio luglio, la tenuta accoglie una grande festa- aperta a tutti, senza bisogno d’inviti e selezioni all’ingresso- tra musica, ottimi brindisi, passeggiate tra i filari disseminati di opere artistiche, spettacoli e proiezioni di cortometraggi. E quest’anno, per celebrare i suoi primi dieci anni, offrirà anche la proiezione in anteprima (prima della presentazione al Festival internazionale di cortometraggio di Clermont Ferrand) di un corto d’animazione, dedicato alla memoria di Emanuele Luzzati, noto per la sua carriera di illustratore e scenografo.

La “Porta” di Ugo Nespolo sarà un nuovo gioiello che andrà ad aggiungersi a una ricca collezione finora firmata da Peppino Campanella, Dedo Roggero-Fossati, Marcello Manuzza, Fabio Cavanna e dai tanti creativi che, di anno in anno, hanno abbellito il parco.

«La nostra impresa, seppur dotata di un profilo internazionale, è profondamente legata alle tradizioni agricole piemontesi e si adopera per sostenere la vivace creatività del luogo» dichiara Stefano Chiarlo che insieme al fratello Alberto gestisce l’attività di famiglia, avviata nel 1956 dal padre Michele (che a sua volta discende da sette generazioni di viticoltori del Monferrato). «Ho concluso da pochi anni il mio libro “Michele racconta” che vuole essere, dopo la realizzazione del Parco artistico Orme su La Court, il passo ulteriore di un impegno che ambisce a portare l’arte sulle nostre colline, tra filari e cascine». Impegno suggellato anche dalla stretta collaborazione con l’artista Giancarlo Ferraris  (che oltre che a essere il direttore creativo del parco è anche l’autore delle etichette dei vini della casa piemontese) chiamato dai Chiarlo a decorare, con opere differenti, le nove suite del loro Palas Cerequio: il primo relais dedicato ai cru del Barolo, inaugurato da un anno.

«La celebrazione del decennale di “Orme su La Court” ci consentirà di avviare nuovi e interessanti progetti e di conoscere altri artisti, anche e soprattutto giovani che necessitano di  visibilità» aggiunge Stefano Chiarlo, sempre più indaffarato, con sua moglie Laura, nei preparativi della serata in vigna. E nella definizione del programma che per ora rimane segreto.

Michele Chiarlo proviene da una famiglia di viticoltori che per sette generazioni operarono nel Monferrato. Nel 1956, terminati gli studi di enologia, decide di intraprendere l’attività di produttore con una piccola cantina in Calamandrana. Armato dalla grande passione per i vini di qualità, gradualmente acquista 60 ettaridi vigneti, tra cui alcuni cru di prima grandezza, quali Cerequio e Cannubi nella zona del Barolo e La Court in quella del Barbera d’Asti. L’azienda- dove lavorano i due figli di Michele: Stefano, responsabile della parte viticola e della produzione e Alberto delle vendite- oggi gestisce questi vigneti, unitamente a 45 ettariin affitto, con l’obiettivo di produrre alta qualità a basso impatto ambientale. La produzione è di poco superiore ad un milione di bottiglie che vengono esportate per il 70% in 65 Paesi.

 

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