“Ragazzo del popolo che canti qui a Rebibbia sulla misera riva dell’Aniene la nuova canzonetta, vanti, è vero, cantando, l’antica, la festiva leggerezza dei semplici. Ma quale dura certezza tu sollevi insieme d’imminente riscossa, in mezzo a ignari tuguri e grattacieli, allegro seme in cuore al triste mondo popolare.”
Dalla Stazione Termini, 1950, a Ostia, 1975. Dall’arrivo a Roma all’omicidio. La città eterna torna a parlare e a far parlare del grande Pier Paolo Pasolini.
La mostra “Pasolini Roma” ci racconta, attraverso fotografie, documenti, frammenti video, lettere e poesie, il suo universo intellettuale, artistico e quotidiano. Ma non è solo una biografia arricchita, è una vera e propria storia d’amore tra una città, la capitale d’Italia, che ha dato la possibilità a Pasolini di insegnare, scrivere, girare film e vivere a modo suo, e un uomo in grado di raccontarne gli aspetti più viscerali e di descriverne il presente, profetizzando il futuro. Una relazione passionale, fatta di esplosioni di amore e odio che legò il poeta, scrittore e regista alla Roma in cui egli stesso viveva, quella delle borgate e della periferia di Ponte Mammolo.
Un amore ricambiato negli anni dai cittadini romani e dagli ammiratori di tutto il mondo che ne hanno ribadito la passione consacrando il successo della mostra con lunghe file all’ingresso.
Non è un caso che l’ ultima fatica di Gianni Borgna, scomparso a febbraio, affiancato da Jordi Ballo e Alain Bergala, sia stata un successo nelle due precedenti edizioni al Centro di Cultura contemporanea di Barcellona e alla Cinemateque Francaise di Parigi, evidenziando come i giovani si siano avvicinati con entusiasmo alla lettura pasoliniana che porta un messaggio di verità ancora attuale.
L’intento dei curatori non è infatti quello di allestire una commemorazione, una nostalgica passeggiata su ciò che è stato, ma è stimolare le nuove generazioni con le profetiche parole di Pasolini tramite un rapporto diretto con l’artista, cogliendo nella sua contemporaneità realtà estemporanee e ancora valide.
La voce di Pasolini risuona nelle sale del Palazzo dove i luoghi a lui più cari sono riprodotti e proposti al pubblico. Le sue poesie e i suoi disegni incombono dalle pareti e colorano le teche a testimonianza di una battaglia umana, civile e politica senza sosta.
Pasolini narrava, coi suoi scritti e i suoi film, l’evoluzione della società italiana. Dava voce e dignità letteraria al romanesco cogliendone la sacralità attraverso i luoghi di vita vissuta. Le borgate popolari, l’acqua del Tevere, le luci da Ponte Milvio a Ponte San Paolo, l’Isola Tiberina, il Ghetto, piazza San Pietro… questi e molti altri scorci descritti nelle sue poesie.
In mostra vengono illustrati incontri significativi della sua vita con Alberto Moravia, Elsa Morante, Laura Betti, Vincenzo Cerami, Federico Fellini, Anna Magnani, Totò, Bernardo Bertolucci, il regista che abitava con la famiglia nel suo stesso stabile in via Carini a Monteverde. Inoltre sono presenti alcuni testi degli amici quali Nico Naldini, Alberto Arbasino, Ninetto Davoli, Ennio Morricone e istantanee del poeta insieme alla Magnani, alla Callas, a Orson Wells o Jean Luc Godard.
Nell’ultima sala, due articoli del Corriere Della Sera contigui alla data della sua morte. Il primo riporta la querelle fra Pasolini, critico nei confronti dello svilimento morale della Democrazia Cristiana e la dura risposta di Giulio Andreotti. Il secondo è la nuda cronaca della sua violenta morte.
INFORMAZIONI UTILI
Pasolini Roma
15 aprile – 20 luglio 2014
Palazzo delle Esposizioni
a cura di Gianni Borgna, Jordi Balló, Alain Bergala
BIGLIETTI
intero € 12,00
ridotto € 9,50
scuole € 4,00
Orario sale espositive
Martedì, mercoledì, giovedì: 10.00 – 20.00
Venerdì, sabato: 10.00 – 22.30
Domenica: 10.00 – 20.00
L’ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura
Lunedì: chiuso