3/4 giugno 2014, Roma, Villa Bertolami sulla Cassia
La chiusura degli uffici romani di case d’asta come Christie’s, Sotheby’s e Finarte, testimonia oramai da qualche anno lo stato di sofferenza del mercato dell’arte e dell’antiquariato nell’area centro-meridionale del nostro paese.
ACR Auctions, che inaugura il suo nuovo dipartimento di arte moderna e contemporanea con un’asta dedicata alla pittura e scultura dell’ 800 e del ‘900, desidera cercare di colmare questo vuoto.
Il suo esordio nel 2009 era stato come unica casa d’asta con sede in Italia specializzata nella vendita di monete antiche. Una scelta che violava la radicata consuetudine ad operare all’estero delle case d’asta di proprietà italiana con indirizzo numismatico-archeologico.
Ora all’azienda romana – con filiali, però, anche a Monaco e Londra – sembrano maturi i tempi per una nuova scommessa: affiancare ai dipartimenti di numismatica e archeologia due sezioni nuove di zecca, quella dedicata all’arte antica e quella che si occuperà di pittura, scultura e design dall’800 ad oggi. In quest’ambito prenderà corpo, con finalità culturali oltre che commerciali, anche un’operazione di recupero e valorizzazione della pittura e scultura figurative italiane dall’ 800 agli anni ’40 del Novecento. Non solo vendite all’incanto, dunque, ma anche mostre, seminari e pubblicazioni.
Il 3/4 giugno ACR si presenterà all’appuntamento con appassionati e collezionisti con opere che cercheranno di coprire un vasto ventaglio di fasce di prezzo, con buone opportunità anche per i collezionisti esordienti e alcune ghiotte sorprese per palati raffinati.
Un lotto proviene dalla Leonardo Da Vinci, il transatlantico a cinque stelle varato nel 1958 dalla Società di Navigazione di Genova per sostituire l’Andrea Doria tragicamente affondato nel 1956. Della progettazione dei suoi allestimenti si occuparono gli architetti più in voga dell’epoca e i suoi lussuosi saloni vennero decorati, sotto la supervisione di Giulio Carlo Argan, con opere d’arte di acclamati artisti. Anche Gino Severini era della partita. Ce lo ricorda uno splendido mosaico realizzato interamente dall’artista. L’opera, una composizione di strumenti musicali, era stata inizialmente destinata ad una parete della super nave ma, rivelatasi troppo pesante per quello scopo, venne alla fine sostituita da un dipinto. Rimasta sino ad oggi inedita, verrà messa in vendita ad un prezzo di stima di 100.000/130.000 euro. Viene invece stimata tra i 100.000 e i 150.000 euro una Piazza d’Italia di Giorgio De Chirico, un olio su tela del 1947 che misura cm 40×50.
Un cellotex su polistirolo realizzato da Alberto Burri negli anni ’80 viene valutato intorno ai 50.000/70.000 euro. Ma un Burri si porta a casa anche per molto meno. Viene stimato tra i 10.000 e i 15.000 euro un delizioso cellotex miniaturizzato inserito dal Maestro all’interno di una copia del catalogo della retrospettiva dedicatagli, tra maggio e settembre del 1978, dal Museo di Capodimonte. Il volume, così impreziosito, venne donato da Burri al suo segretario. La storia di quel dono tenero ed elegante è raccontata da una dedica scritta con grafia microscopica: “un cellotex per Mancini in ricordo dei giorni di Napoli. Burri, 1978”.
In asta anche: due disegni di MODIGLIANI, bozzetti relativi a due opere del 1917-1918 raffiguranti Hanka Zborowska e Lunia Czechowska la cui provenienza risale al 1922 dall’amico e mecenate Lèopold Zborowski stimati 90.000-120.000 e pubblicati nel catalogo e archivio del museo Montparnasse, Parigi; due grandi oli di CAMPIGLI, cm. 50 x 90, stimati euro 30.000-35.000; due opere di PIGNATELLI, un treno -cm. 200 x 250, stima € 30.000-40.000- e una Pompei (13.000-18.000); un dipinto di MATTA del1948 stimato 40.000-50.000 e sempre del 1948 un raffinato MASSON da 10.000-15.000 €.
Verrà battuta un’opera vincolata di Cesare Viazzi, Valchirie cm. 260 x 340 opera dedicata a Wagner stima euro 35.000-45.000.
Saranno circa settanta le opere dell’ 800, tra cui: una tempera su tela firmata da Giulio Aristide Sartorio nel 1920 (prezzo di stima 20/22.000 euro). Il napoletano Domenico Morelli è presente con uno studio preparatorio, dipinto ad olio su tela, di un suo acclamato capolavoro: Torquato Tasso legge la Gerusalemme liberata ad Eleonora d’Este, imponente dipinto vincitore del Grand Prix di Parigi del 1865, ora in collezione Gnam a Roma. Una dedica sul retro del bozzetto svela che esso venne donato dall’artista all’amico V. Barone nel 1868. In seguito il dipinto entrò a far parte della collezione del Principe Torlonia (prezzo di stima 22.000 euro).
Da segnalare infine la presenza di un quadro giustamente celebre tra gli amanti della pittura italiana dei primi del Novecento: una giovane madre attraversa le Paludi Pontine portando sulla testa, in un rudimentale port-enfant di legno il suo bimbo neonato. È Malaria, capolavoro assoluto del ligure Dante Ricci (prezzo di stima 11/13.000 euro).
INFO: www.artrarities.it