Martedì 14 ottobre verrà presentato alla Pinacoteca Ambrosiana, Milano Piazza Pio XI, 2 (sala delle navi, ore 17.30) il volume di Federica Spadotto (Schaffhausen, 1975), dedicato al paesaggio veneto del Settecento.
Il successo di questo genere pittorico, che ha valicato i confini della Serenissima già nel suo secolo d’oro, sino a giungere ai massimi livelli del collezionismo internazionale, mancava tuttavia di una corretta definizione filologica sia dei suoi artefici, sia della genesi e sviluppo nel nord Italia.
L’autrice, reduce dalle fondamentali monografie su Francesco Zuccarelli (Bruno Alfieri Editore, 2007) e Giovan Battista Cimaroli (Minelliana Editrice, 2011), che l’hanno resa massima esperta in materia, collaziona 23 personalità legate alla Laguna ed al suo entroterra, inserendole in un contesto culturale, economico e sociale assolutamente « non sospetto ».
Il volume non rappresenta, infatti, soltanto un’operazione filologica, tesa a mettere ordine sul terreno minato dell’attribuzionismo, ma è volto ad inserire i singoli artisti all’interno di un complesso mosaico d’esperienze.
Ne sortisce un vero e proprio affresco di un ambiente famoso per le sue primedonne (Canaletto, Tiepolo, Guardi, Marco Ricci), ma allo stesso tempo poco noto nei suoi meccanismi commerciali, divulgativi e fattuali, intesi come sintesi di capacità tecniche e modelli imitativi (ingredienti essenziali, peraltro, dell’estetica settecentesca).
Il ricco corpus di dipinti, che accompagna ciscun profilo biografico, compone figurativamente l’affresco citato, la cui fisionomia si qualifica come interrelazione di ricordi, dialoghi, echi e suggestioni per la prima volta prese in esame con l’ottica della storiografia.
