Qua il Reportage completo con foto dal sito espositivo / EXPO 2015
Ecco come si presentano a tre giorni dall’apertura i Padiglioni di Expo 2015
Le foto dei Padiglioni di Expo 2015 a tre giorni dall’apertura
Qua sotto l’articolo del Corriere di Paolo Foschini
Fino a qualche giorno fa stava prudente: «Solo pochi padiglioni non saranno finiti». Poi si era spinto oltre: «Uno o due». Finché ieri, a meno quattro giorni e mezzo dall’inaugurazione, il commissario unico di Expo Giuseppe Sala ha voluto dire che «siamo alle finiture: tutti i padiglioni apriranno». L’unica incertezza rimasta è il meteo, ma soltanto nei giorni prima del via: «Forse pioverà un po’». Il primo maggio invece pioverà di sicuro.Fino a qualche giorno fa stava prudente: «Solo pochi padiglioni non saranno finiti». Poi si era spinto oltre: «Uno o due». Finché ieri, a meno quattro giorni e mezzo dall’inaugurazione, il commissario unico di Expo Giuseppe Sala ha voluto dire che «siamo alle finiture: tutti i padiglioni apriranno». L’unica incertezza rimasta è il meteo, ma soltanto nei giorni prima del via: «Forse pioverà un po’». Il primo maggio invece pioverà di sicuro.
Almeno trenta Paesi sui cinquantaquattro titolari di padiglioni autonomi avevano già finito da tempo. Negli ultimi giorni erano rimasti più in ritardo di altri Turchia, Russia, Indonesia, Nepal. Oltre al padiglione Italia che specialmente nel lato sud del cardo, la traversa della strada principale dell’Expo chiamata decumano, era ancora alle prese con l’asfalto da stendere. Ma da giovedì scorso l’impennata di velocità è stata determinante. Il numero degli operai presenti in cantiere sulle ventiquattro ore ha toccato quota novemila. Tutti i padiglioni tranne quello del Nepal, di cui si dà conto a parte anche in relazione al terremoto che ha colpito il Paese, sono finiti non soltanto nelle strutture ma anche negli allestimenti relativi alle parti visitabili dal pubblico. Il grande Open Theatre da undicimila posti che ospiterà lo show del Cirque du Soleil è finito, così come sono ultimati da tempo i nove cluster tematici e gli undici edifici lunghi fino a 130 metri che ospiteranno ristoranti e servizi. Finito il Children Park, finita la Cascina Triulza che insieme con Palazzo Italia è il solo edificio pensato per non essere abbattuto dopo l’Expo ma per restare in piedi e utilizzato. L’acqua scorre nei canali, la pulizia definitiva sarà fatta alla vigilia.L’ultima corsa
Almeno trenta Paesi sui cinquantaquattro titolari di padiglioni autonomi avevano già finito da tempo. Negli ultimi giorni erano rimasti più in ritardo di altri Turchia, Russia, Indonesia, Nepal. Oltre al padiglione Italia che specialmente nel lato sud del cardo, la traversa della strada principale dell’Expo chiamata decumano, era ancora alle prese con l’asfalto da stendere. Ma da giovedì scorso l’impennata di velocità è stata determinante. Il numero degli operai presenti in cantiere sulle ventiquattro ore ha toccato quota novemila. Tutti i padiglioni tranne quello del Nepal, di cui si dà conto a parte anche in relazione al terremoto che ha colpito il Paese, sono finiti non soltanto nelle strutture ma anche negli allestimenti relativi alle parti visitabili dal pubblico. Il grande Open Theatre da undicimila posti che ospiterà lo show del Cirque du Soleil è finito, così come sono ultimati da tempo i nove cluster tematici e gli undici edifici lunghi fino a 130 metri che ospiteranno ristoranti e servizi. Finito il Children Park, finita la Cascina Triulza che insieme con Palazzo Italia è il solo edificio pensato per non essere abbattuto dopo l’Expo ma per restare in piedi e utilizzato. L’acqua scorre nei canali, la pulizia definitiva sarà fatta alla vigilia.