The Lobster, presentato a Cannes 2015, è il nuovo film di Yorgos Lanthimos.
«Non so bene di che parli The Lobster […]. So solo che dopo averlo letto mi era rimasta dentro una cosa, il senso di solitudine che veicola». Così ha parlato Colin Farrell, dolente protagonista di The Lobster, il nuovo film del regista greco Yorgos Lanthimos, presentato Concorso a Cannes 68 dove si è aggiudicato il Premio della Giuria.
Nel cast anche Rachel Weisz e Ben Whishaw, magnifici. In un imprecisato futuro, in un imprecisato paese, gli adulti rimasti soli (single, vedovi…) vengono rinchiusi in un hotel per trovare un partner compatibile, tempo previsto 45 giorni: in caso contrario verranno trasformati in animali -ad ognuno la scelta su quale animale diventare- e liberati nella foresta. Vivere da solitari non è ammissibile per la società.
«Avevo visto Dogtooth – Kynodontas di Lanthimos due anni prima di leggere questo script: anche allora – confessa Farrell – ero rimasto insieme disturbato e commosso dalla visione. È un film, questo, che non ho ancora capito: averlo fatto non significa che ne sappia più io di un qualsiasi spettatore».
Rachel Weisz invece rivela: «Il film mi fa pensare al narcisismo, il fatto che tu debba innamorarti di qualcuno con qualità simili alle tue. Penso che spesso l’amore possa essere un po’ narcisistico».
Lanthimos precisa inoltre: «vuole essere una storia sull’amore, senza essere una convenzionale storia d’amore: racconto i terribili effetti della solitudine, la paura di morire da soli, la paura di vivere da soli e, soprattutto, la paura di vivere con qualcuno».Elegante ed eccentrico, il regista greco non è -ancora- un nome noto al grande pubblico, ma per i cinefili ormai è una garanzia di qualità e turbamento.
Kynodontas, suo terzo lungometraggio, ha vinto nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2009 ed è stato candidato come miglior film straniero ai Premi Oscar 2011.
Nel 2011 Alps ha vinto il Premio Osella per la migliore sceneggiatura alla 68ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
The Lobster, infine, ha vinto il Premio della giuria al Festival di Cannes 2015.
The Lobster è, tra i film di Lanthimos, quello più accessibile e godibile anche da un pubblico -quasi- mainstream. Il costrutto grottesco lo rende -a tratti- perfidamente divertente e, in maniera inaspettata, perfino commovente.
Colin Farrell interpreta un architetto triste, da poco rimasto solo, con lui un cane: il fratello, mutato in animale non essendo riuscito a trovare qualcuno di compatibile per sé stesso. Si sente solo tra le coppie dell’hotel e si innamora tra i solitari ribelli del bosco – dove, però, è proibito.
C’è in The Lobster una malinconia dolente e stralunata tipica di quel filone della fantascienza che riflette sui meccanismi dell’amore e della coppia all’interno della società, una malinconia che si adatta perfettamente allo stile di Lanthimos. Si respira un’aria simile, ad esempio, nell’ultimo film diretto da Ugo Tognazzi: I viaggiatori della sera (che, probabilmente, qualcuno ricorderà più per il bel culo di Ornella Vanoni in bella mostra che per altro). In un futuro dispotico i vecchi (gli over 50!) vengono portati in “vacanza” in una struttura alberghiera che, come quella di The Lobster, sembra più una dorata prigione, con inquietanti routine e giochi e regole mortali che mettono a dura prova i sentimenti dei protagonisti.
Lanthimos continua a indagare le dinamiche e gli equilibri degli affetti tramite un impassibile surrealismo, asettico, sospeso tra il grottesco e la tenerezza, ma infine, sempre spietato. In Kynodontas era la famiglia, in Alps il lutto: in The Lobster la coppia. Garantito, sul finale, un brivido lungo la schiena.
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