In merito alla polemica sulla imminente mostra di Hermann Nitsch a Palermo abbiamo incontrato Andrea Cusumano, Assessore alla Cultura del Comune di Palermo che, oltre a rivestire questo ruolo, è anche artista e regista.
Prima di diventare Assessore ha vissuto a Londra, dove ha insegnato alla University of London.
Chi è Hermann Nitsch?
Uno dei massimi esponenti dell’Azionismo Viennese. Tra le figure di spicco dell’arte contemporanea, riconosciuto per il suo lavoro in tutto il mondo. Unico artista vivente con tre musei a lui interamente dedicati (Italia, Austria e Turchia), le cui opere sono presenti nei principali musei di arte contemporanea del mondo dal Guggenheim al MOMA di New York, alla TATE e Saatchi di Londra, Stedelijk di Amsterdam e Stedelijk di Eindhoven, Pompidou di Parigi e Castello di Rivoli per citarne solo alcuni.
È l’ideatore dell’O.M.Theatre, un progetto di Teatro Totale e sinestetico che porta avanti da diversi decenni.
Come vi siete conosciuti? Perché portare le sue opere a Palermo?
Ho conosciuto Nitsch tanti anni fa in Austria. Come artista ho naturalmente molti contatti internazionali e come docente universitario ho approfondito il lavoro e la conoscenza di molti artisti che ho incontrato personalmente e non. Le sue opere approderanno a Palermo per più ragioni. Innanzi tutto perché non vi sono mai state prima e fa bene conoscere dal vivo le opere di artisti di rilievo prima di poterne parlare. In tal senso le mistificazioni e la disinformazione esplose sulle pagine di Facebook negli ultimi giorni ne sono un esempio.
Inoltre perchè il suo lavoro è vicino ad una certa parte della nostra cultura: la dimensione estetica legata al culto dei morti, il rapporto viscerale con la materia, la celebrazione festosa (la sua musica ad esempio integra composizioni di bande musicali della Repubblica Ceca, molto simili a quelle delle nostre processioni) e, infine, la sinestesia presente nei nostri mercati, sono tutti elementi transpersonali della nostra cultura che possono aiutarci a leggere il lavoro di Nitsch con una diversa e più completa prospettiva e, attraverso il suo lavoro, anche a rileggere le nostre stesse tradizioni.
La motivazione dietro la scelta di ospitare Hermann Nitsch a Palermo è, in fondo, anche molto semplice. È un grande artista ed è ospitato in uno spazio che ha l’ambizione di diventare un riferimento per l’arte contemporanea. La mia politica culturale è quella di far rientrare Palermo nel circuito d’arte contemporanea internazionale.
La mostra di Hermann Nitsch si inscrive all’interno di altre attività, alcune già avviate dal mio predecessore, che comprendono una retrospettiva dedicata a Margharete Von Trotta, la mostra di Regina Josè Galindo, un festival dedicato a Tadeusz Kantor e una nuova commissione al compositore Alvin Curran, per citarne solo alcuni. In previsione anche una grande retrospettiva di Letizia Battaglia.
Palermo si accinge ad ospitare Manifesta12 nel 2018, ed è opportuno iniziare da subito il rilancio culturale della città nel circuito del contemporaneo internazionale. La mostra di Hermann Nitsch è orientata anche in questa direzione. Ancora più importante è il fatto che in una città che in passato ha visto sangue a fiumi per le strade e spesso purtroppo nel silenzio, oggi si discuta così tanto e di cultura … mi sembra sia già un passo in avanti.
Le posizioni sono le più disparate, Achille Bonito Oliva e Vittorio Sgarbi hanno di recente espresso opinioni opposte al riguardo, il che mi sembra un segnale positivo ed ineludibile dell’attenzione sorta sulle attività culturali che l’amministrazione sta portando avanti. Ovviamente, pur discordando sulle opinioni in merito all’artista, hanno entrambi concordato sull’assurdità di volerla censurare: “[…] Ma guai a censurare la mostra […]”, parole di Vittorio Sgarbi.
Come lavora Hermann Nitsch? Quale progetto porta avanti?
Non so se comprendo bene il significato della prima domanda, tuttavia proverò ugualmente a rispondere. Nitsch realizza pitture, performances e installazioni. È anche un compositore che ha inventato un nuovo sistema di notazione che si confà alle esigenze del suo teatro ed attraverso il quale ha scritto diverse sinfonie. È anche autore di numerose pubblicazioni a carattere filosofico. Tutto il suo lavoro comunque ruota intorno all’idea principe del suo teatro, che è quella di creare una grande festa che celebri l’Esserci, il Dasein.
Lei ha deciso di ospitare le opere di Hermann Nitsch a Palermo dopo il “gran rifiuto” del Messico. Si aspettava tante polemiche?
Qui occorre fare un’importante precisazione. Dire che il Messico abbia rifiutato Nitsch sarebbe quantomeno impreciso. La Fondazione Jumex, privata, ha invitato e calendarizzato Nitsch a fare una mostra nei propri spazi espositivi. A poche settimane dall’inaugurazione ha poi cancellato la mostra, nonostante avesse già pagato il trasporto delle opere che infatti si trovavano già in Messico. Una scelta autonoma di una fondazione privata che per altro ha attirato su di sè enormi polemiche da parte della stragrande maggioranza delle testate giornalistiche e specialistiche messicane, perfino il NY Times ha dedicato all’episodio ben quattro pagine.
Il Messico, invece, ha accolto calorosamente Hermann Nitsch in uno spazio pubblico, l’Ex-Theresa, con un concerto che ha visto la partecipazione di centinaia di Messicani al punto da rendersi necessario aggiungere degli schermi amplificati all’esterno, così da consentire anche a chi non era riuscito ad entrare, di assistervi. Risultato? 5 minuti di standing ovation. Altri messicani disinteressati, o a cui Nitsch non piace, non hanno partecipato. Proprio ieri si inaugurava una mostra in onore di Alberto Burri alla Fondazione Burri di Città di Castello, in mostra il gotha dell’arte contemporanea e Nitsch era tra questi, dopo Palermo volerà con una retrospettiva al Festival di Edimburgo, mi pare un po’ riduttivo fare passare la notizia che sia un artista poco richiesto…
Riguardo alle polemiche, onestamente non mi aspettavo tutto questo clamore, soprattutto perchè sono basate su notizie erronee e/o incomplete postate sui social media, in una sorta di inarrestabile telefono senza fili.
Che tipo di mostra è? Quante e quali opere saranno ospitate? È adatta a tutti i visitatori?
È una mostra di pitture, installazioni e documentazioni delle performances.
La mostra è aperta a tutti. La sezione video sarà separata, informando che alcune immagini potrebbero urtare la sensibilità individuale, e dunque si potrà scegliere autonomamente se entrare o meno. Nel resto d’Europa, Italia compresa, tali misure non sono mai state prese, ma viste le reazioni di questi giorni è sembrato doveroso prestare maggiore attenzione nel non offendere nessuno.
Quali stimoli può offrire il lavoro di Hermann Nitsch? Può avere una valenza educativa?
La cultura è sempre educativa, al di là del messaggio dell’artista. Anzi direi di più, meno il messaggio è vincolante, più il lavoro è valido. Mi pare che la molteplicità di opinioni a proposito del lavoro di Hermann Nitsch sia espressione dell’importanza della sua presenza in città. Esprime la molteplicità d’interpretazioni e, in tal senso, è un fenomeno culturale di per sé. Discutere è cultura. Se poi in alcuni i casi si abbassassero i toni, sarebbe anche meglio.
Si potrà assistere ad “azioni” eseguite direttamente da Hermann Nitsch?
No. Come già detto non vi sarà nessuna performance. Si tratta soltanto di una mostra.
Tutto questo clamore è paura del nuovo e/o del diverso? Da cosa può nascere questa reazione così accesa? È frutto di una mancata “abitudine” a frequentare l’arte contemporanea o c’è del vero nelle contestazioni relative all’uso/abuso sugli animali?
Credo che si tratti di molta disinformazione, la mostra può essere un’occasione per discutere del lavoro dell’artista in modo più preciso e meno approssimativo.
Meglio una città assente che non si accorge di una mostra o una cittadinanza attiva che manifesta la sua contrarietà?
Senza dubbio una cittadinanza attiva, ancora meglio una cittadinanza attiva che si accorge di una mostra. Ma la mostra d’altronde non è ancora arrivata e, nel rispetto di tutte le posizioni, è già un evento culturale. Non credo a Palermo si sia mai parlato tanto di un evento culturale come negli ultimi giorni, nel bene e nel male. Approfondire, riflettere, discutere è proprio ciò che un progetto culturale dovrebbe generare e sono fermamente convinto che questo evento sarà un’opportunità di crescita.
Come trasformare tanta emozione, secondo alcuni momentanea, verso l’arte contemporanea in una stabile relazione?
Con una progettazione culturale di medio e lungo termine, esattamente quello che sto facendo.
Come avvicinare gli artisti alle città e le città agli artisti? Ė pensabile un progetto diffuso di educazione all’arte?
Si ed è infatti quello di cui si sta discutendo con Manifesta. Realizzare non un grande evento calato dall’alto, quanto piuttosto un meccanismo virtuoso che possa, attraverso il veicolo dell’arte contemporanea, funzionare da volano culturale, sociale ed economico; una grande opportunità che possa avere massima diffusione sul territorio che includa anche progetti educativi e sociali, ma sopratutto che possa avere un seguito, lasciando alla città la possibilità di continuare a sviluppare una programmazione autonoma anche a conclusione dell’evento.
Torniamo alla mostra: alla fine questa mostra la vedremo?
Non tutti. Chi verrà la vedrà. Chi non vuole vederla andrà a vedere altro o resterà comodamente a casa. L’invito è ovviamente rivolto a tutti, come per tutti gli altri eventi che sono già stati organizzati e che si organizzeranno. La scelta di parteciparvi è individuale. La mostra, per altro, è a costo zero per il Comune di Palermo.
PALERMO
Zac, Cantieri Culturali alla Zisa
Dal 10 luglio al 20 settembre 2015
“Hermann Nitsch- Das Orgien Mysterien Theater”
A cura di Hermann Nitsch, con Giuseppe Morra e Michel Blancsubé.
La lettera di Nitsch ai palermitani pubblicata su Repubblica.it
2 Commenti
“La cultura è sempre educativa…”, se decidiamo di chiamare “cultura” questa roba.
Ma prima di invitare qualcuno perche’ non vi andate a levare AMUNNIZZA RI STRATI…indegni!