Print Friendly and PDF

Nausicaä della Valle del vento, in sala dopo 31 anni il primo film Miyazaki

Nausicaä della Valle del vento: a 31 anni dall’uscita, Lucky Red porterà il capolavoro di Hayao Miyazaki nei cinema italiani per un’imperdibile tre giorni nel segno dell’animazione giapponese.NAUSICAÄ DELLA VALLE DEL VENTONausicaä della Valle del vento, il primo, spettacolare, lungometraggio del fumettista e cineasta Hayao Miyazaki arriva nelle sale italiane per un passaggio evento dal 5 al 7 ottobre. Lucky Red porta nelle sale, con un nuovo doppiaggio in lingua italiana, il film che nel lontano 1984 introdusse il grande pubblico all’immaginario di Miyazaki, un universo complesso e aereo che troverà la sua definizione nell’operato dello Studio Ghibli.

Dopo il passaggio nel 2010 al Festival del film di Roma, dove era stato proiettato in lingua originale nell’adattamento del brillante dialoghista Gualtiero Cannarsi, Nausicaä della Valle del vento ottiene la prima possibilità di un confronto diretto con la sala e con quel pubblico che lo ama già da decenni.

Prodotto grazie all’omonimo manga che Miyazaki stesso scrisse e illustrò – ristampato da Panini Comics nei sette volumi che rispecchiano i tankōbon originali (ma attenzione, solo i primi sedici capitoli sono stati trasposti nel film) – Nausicaä della Valle del vento mantiene intatta la capacità di stupire e innamorare lo spettatore.NAUSICAÄ DELLA VALLE DEL VENTOQuanta grazia è necessaria per rendere leggera come polline al vento una storia così complessa nelle forme e nel contenuto? Miyazaki risponde a questa domanda attraverso l’uso di un tratto dolce e sognante (che ritroveremo nelle produzioni successive), una gamma di colori dall’alto valore empatico e una regia che alterna sequenze di azione, onirismi e implicazioni messianiche.

Nausicaä della Valle del vento è una grande opera epica in cui Miyazaki rielabora – come molti autori del fumetto, del cinema e della letteratura giapponese – il dolore immane, annichilente, dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, innestandolo su una narrazione di matrice ecologica che già trent’anni fa forniva la migliore prospettiva su come affrontare la questione ambientale: non a caso fu il WWF a presentare il film alla sua uscita.

La visione salvifica della principessa Nausicaä dipende dalla sua capacità di confrontarsi senza pregiudizi con la natura, seppur resa venefica e mostruosa dall’operato dell’uomo. Quelli che per tutti sono dei mostri orripilanti e pericolosi, per la giovane principessa della Valle del vento sono parte integrante di un sistema in cui tutti gli esseri viventi coesistono e hanno pari dignità. La lotta contro la natura – qui rappresentata dalla giungla tossica, cresciuta dopo il disastro termonucleare causato dalle lotte per il potere tra le diverse nazioni – è persa in partenza. Solo una visione scellerata può pretendere di eradicare totalmente la flora e la fauna di un’immane e stratificata giungla in continua espansione.NAUSICAÄ DELLA VALLE DEL VENTOQuel vento che vedremo alzarsi di nuovo nel 2013, in un altro lungometraggio di Miyazaki, è l’immagine chiave, la metafora più interessante che il regista giapponese potesse mai scegliere. Impalpabile, sovrastante, è allo stesso tempo foriero di vita e di morte, strumento di trasporto e d’informazioni, fonte di energia (non a caso la Valle è caratterizzata dalla presenza dei mulini), è la natura nella sua quintessenza. Allo stesso tempo Miyazaki nutre il suo film di suggestioni oniriche e sequenze stupefacenti (come il luminoso finale).

Il sogno, cupo e violento è premonitore degli orrori che stanno per abbattersi sulla Valle del vento, la discesa nella giungla tossica è una vera e propria immersione negli stilemi della fiaba, con meraviglie, pericoli, cadute sotto terra a recuperare nuovi e altri scenari fantastici.
Non ci resta che goderci questa nuova visione, finalmente sul grande schermo, di Nausicaä della Valle del vento, cogliendo l’occasione per ritrovare i capisaldi del cinema di Miyazaki e dello Studio Ghibli: la matrice ecologica, gli orrori della guerra, il surrealismo, lo sguardo abbassato e il gusto per la fiaba.

Commenta con Facebook

leave a reply

*