Sotto tutti i migliori auspici ha aperto a Torino il 1° ottobre scorso il Centro Italiano per la Fotografia con una mostra del grande fotografo ucraino Boris Mikhailov (1938).

Il nuovo spazio, ospitato nel pieno centro della città in quella che fu la prima scuola pubblica italiana, ad evocare la specificità dello strumento fotografico, prende il nome di CAMERA, ed è diretto da Lorenza Bravetta la cui storia si lega alla nota agenzia Magnum Photos.

CAMERA gode di eccellenti Partner Istituzionali – Intesa San Paolo ed Eni – e di Partner Sostenitori  -Lavazza e REDA – che potranno garantire una buona e lunga sopravvivenza finanziaria all’attività progettuale. L’esperienza italiana di altri musei dedicati alla fotografia ha avuto, e sta avendo, destini alterni ed in momenti di grande assenza progettuale e finanziaria da parte delle istituzioni ci si chiede quale destino possano avere iniziative come questa, che oltre allo spazio espositivo, propone attività didattiche, archivi e Workshop, come si addice ad un normale museo d’avanguardia.

Partiamo dalla mostra di Mikhailov: Ukraine. Il progetto è curato da Francesco Zanot, ed anche se non appare mai pubblicamente, un contributo fondamentale è stato dato dal gallerista torinese Guido Costa che proprio nella sua galleria lo scorso anno presentò una bellissima mostra dello stesso Mikhailov.

L’esposizione da CAMERA è una retrospettiva con oltre 300 opere con tema conduttore la terra d’origine dell’autore sviluppata in 9 serie di lavori. Passando da una (ex) aula all’altra scorrono davanti immagini che consentono di ripercorrere la vita e l’opera di uno tra i più grandi fotografi viventi.

La mostra sembra interessante. Superimpositions (1968/75), il video iniziale che ha l’ingenuità artigianale dei mezzi dell’epoca (con il sonoro proveniente dal giradischi), evoca con chiarezza pulsioni, sentimenti e ricerca del percorso che prenderà l’autore. Ma il susseguirsi delle stanze sembrano annunciare qualcosa che non arriva e quando sul finire ci si imbatte nella famosa serie Case History (1997/98), esposta con poche foto appese senza cornici ai muri del corridoio, ci si accorge quanto la mostra non abbia l’andatura meritata. E che alla fine non tocchi l’anima dello spettatore.

La mostra sembra troppo “corretta” ed edulcorata, fin troppo didattica, senza quel tocco di anormalità ed imprevedibilità che invece è tipico nel lavoro dell’autore, e ne fa mancare lo stupore.

Mikhailov è un grandissimo artista che potremo approfondire nella mostra prevista a novembre al Madre di Napoli, a cura di Andrea Viliani ed Eugenio Viola, ma l’apertura di un nuovo Centro per la fotografia con tutte le premesse, e le speranze, annunciate sembra partito sottotono nonostante il grande clamore del nome.

Ed infine, non era forse più interessante proporre come apertura del Centro, che si dichiara Italiano per la Fotografia, una panoramica su alcuni dei grandi fotografi italiani scomparsi più o meno recentemente? Non sarebbe piaciuto vedere un tributo ai nostri grandi artisti come Basilico, De Biasi, Garolla, Lattuada, Monti, Pinna, Sellerio, Veronesi, Vimercati, Catalano, Mulas, Giacomelli ed altri che ora non vengono in mente?

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INFORMAZIONI UTILI:

Boris Mikhailov: Ukraine
1 ottobre 2015–10 gennaio 2016
CAMERA – Centro Italiano per la fotografia
Via delle Rosine 18, 10123 Torino
Orari di apertura
Lunedì 11.00–19.00
Martedì chiuso
Mercoledì 11.00–19.00
Giovedì 11.00–21.00
Venerdì 11.00–19.00
Sabato 11.00–19.00
camera@CAMERA.to
CAMERA.to

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