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Matisse a Torino. Arabesco e colore danzano per Palazzo Chiablese

matisse torino sofia bersanelli

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Squillano colori puri, danzano gli arabeschi alle pareti mentre la linea sinuosa stende sul divano la modella, musa, odalisca. Claustrofobico e scenografico lo spazio bidimensionale dove posano e si posano quelle matissiane. Claustrofobico e calzante (tra l’azzeccato e l’attillato) lo spazio di Palazzo Chiablese di Torino che inquadra gli esordi della parabola pittorica di Matisse (1869-1954) fino al 15 maggio 2016. Almeno fino all’esplosione di altezze – metriche delle sale e pittoriche dell’artista – della sezione centrale che “segna la svolta degli anni Trenta” anticipata da multiformi compimenti e componimenti parigini: Mirò, Marquet, Derain e Bonnard spalancano la porta a un paio di capolavori della maturità di Matisse, accompagnati in sala dai compari Leger, Dufy, Hélion, Picasso e un pittorico Le Corbusier. Un Matisse in buona compagnia: una cinquantina di sue tele dialoganti con un numero uguale di opere “del suo tempo” (come recita il titolo) tutte provenienti dal Pompidou di Parigi: contemporanei, predecessori, discendenti, con relativo apporto di scambi e influenze reciproche, quali (oltre a quelli appena citati) Renoir, Modigliani, Braque, Masson, Laurens, Severini, de Vlaminck. Opere che raccontano amicizie, rivalità (vedi la storica con Picasso) e scambi culturali: la vitalità artistica della capitale francese nel periodo in cui vi operò il maestro delle “belve”, dai primi del secolo fino al 1917.

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A specchio. Sx: Matisse, Nudo nello studio, 1904-5; dx: donna riflette sulla “Caffettiera” (1902) di Marquet

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Sx: Georges Braque, Nudo seduto, 1907; dx: Matisse, Natura morta con cioccolatiera, 1900-02

Un filo cronologico scandito da approfondimenti tematici, che dal magistero (atelier annesso) di Moreau, corre alle bionde luci (“dorate, che cancellano le ombre”) del Midì dove il mare è “blu, blu, blu, talmente blu che viene voglia di mangiarlo” (e dove scocca la “bestiale” scintilla fauve), prima di perdersi nelle atmosfere ad harem del Marocco, e poi propagarsi (attraverso l'”opera” del figlio) oltreoceano in America ad ammaliare Rothko, Sam Francis e compagni di bevute e sgocciolature astratte.

Dentro ci stanno la Senna e i suoi ponti (metaforicamente, o meno, passaggi tra impressionismo e decorativismo radicale punteggiati da luce e cromie primarie), le cioccolatiere “morte” (alla olandese o alla Chardin), lo “scandaloso” dipingere con colori puri e vibranti superfici piatte, gli interni con o senza odalische lussureggianti trasfigurate dall’aria del mezzogiorno francese e dei soggiorni “esotici” e l’innovativa tecnica del guazzo ritagliato, che gli permise di ritagliare “al vivo” nel colore.

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Fissità. Sx: Matisse, Ritratto di Greta Prozor, 1916; dx: Mirò, Dipinto, 1927

Colore e linea. Linea e colore. Luce. La “danza” dell’arabesco li accorda e li amalgama. La sinuosità del disegno forma le figure, la rispondenza tra curva e controcurva crea l’odalisca: adorna di fiori e stoffe si stende e sospende nell’ornamento, nello spazio reticolato dei divani e degli spazi. Il corpo femminile/l’atelier: confronto fecondo, dialogo di linee essenziali stretto nell’apparente semplicità della composizione: costruzione delicata e meditata dell’opera. Una partitura eseguita dall’artista-danzatore intorno al colore: “questa danza era in me; non ho avuto bisogno di stimoli esterni, ho attinto a qualcosa di vivo“. La gioia dell’atto del creare liberandosi dalle costrizioni formali degli spazi “classici”, esplorando le risorse del colore e le sensazioni che esso produce. Campiture piatte e stridenti. Un fondo rosso con inserti di parete azzurri, una fanciulla appoggiata a una bergère a righe ricoperta di una pelliccia grigio chiaro maculata (esposta nella sala centrale citata all’inizio): la ragazza vestita di bianco (1946). Nel cuore creatosi dalle sue braccia chiuse tra le mani si risolve il conflitto tra colore e disegno che lo assillò dagli esordi della sua carriera. Matisse fa sì che le forme siano spazio nello spazio secondo un processo di fusione e di permutazione (…) e assegna loro il compito di enunciare un secondo soggetto, una sorta di sovra-soggetto che sarebbe la persona morale, l’essere poetico della modella e il solo modo di accedere alla sua verità(Fourcade). Voilà Matisse.

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Sx: Maurice de Vlaminck, Le colline di Rueil, 1906; dx: André Derain, Dintorni di Collioure, 1905; qui sopra: Albert Marquet, Donna bionda, 1919

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Reciproca attenzione. Matisse, Interno a Nizza, la siesta, 1922

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Angolazioni. Sx: Matisse, Interno a Nizza, la siesta, 1922; dx: sguardo maschile sulle muse di Matisse (L’algerina, 1909; Odalisca con pantaloni rossi, 1921)

Questa danza era in me; non ho avuto bisogno di stimoli esterni, ho attinto a qualcosa di vivo

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Sx: Matisse, Grande interno rosso, 1948; dx: Picasso, Nudo con berretto turco, 1955

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Sx: Picasso, Donna sdraiata su divano blu, 1960; dx: Derain, Nudo davanti a una tenda verde, 1923

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Inchino a Dédie. Modigliani, Ritratto di Dédie, 1918

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Foglia a V. A dx: Renoir, Ritratto di Adèle Besson, 1918; dx: tavola tratta da Matisse, Dessins. Thèmes et varioations, 1943

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Mirar Matisse: Dessins. Thèmes et variations, 1943

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Matisse, Jazz, 1947

I RECORD D’ASTA DI HENRI MATISSE

1) Nu de dos, 4 état (Back IV) (c.1930) – Scultura in bronzo / Christie’s , New York NY, 03/11/2010
Prezzo incluso spese: 48.802.500 $

2) Les coucous, tapis bleu et rose (1911) / Christie’s Paris & Pierre Bergé , Parigi,  23/02/2009
Prezzo incluso spese: 46.055.343 $

3) L’Odalisque, harmonie bleue (1937) / Christie’s , New York NY, 06/11/2007
Prezzo incluso spese: 33.641.000 $

4) Bouquet de fleurs pour le quatorze juillet (1919) / Sotheby’s, New York NY, 05/05/2010
Prezzo incluso spese: 28.642.500 $

5) Odalisque au fauteuil noir (1942) / Sotheby’s, Londra, 03/02/2015
Prezzo incluso spese: 23.830.559 $

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Shirley Jaffe, Navigazione, 1985

“La preziosità o gli arabeschi non sovraccaricano mai i miei disegni, perché quei preziosismi e quegli arabeschi fanno parte della mia orchestrazione del quadro.” (Matisse)

INFORMAZIONI UTILI

Matisse e il suo tempo
Torino, Palazzo Chiablese
12 dicembre 2015-15 maggio 2016
A cura di Cécile Debray
Biglietto: intero € 13, ridotto € 11 / € 6.50, gruppi € 11, scuole € 6, gratuito fino a 6 anni e altre categorie
Informazioni: +39 011 0240113

Articolo scritto a quattro mani da Sofia Bersanelli (autrice di tutte le fotografie) e Luca Zuccala ©

La prima immagine dell’articolo è una delle tavole tratte da Henri Matisse: Dessins, Thèmes et variations, 1943. Foto: Sofia Bersanelli ©

Orchestra Matisse a Torino. Arabesco e colore danzano per Palazzo Chiablese

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