Ottima impressione ha suscitato il Brafa 2016, il primo appuntamento fieristico dell’anno (chiuso il 31 gennaio) premiato da un aumento di visitatori del 5,4% (dai 55.000 del 2015 ai 58.000 di quest’anno), per l’eclettica contaminazione delle tipologie dell’antiquariato unita a una rigorosa selezione degli oggetti proposti, che ha reso questa manifestazione un valido banco di prova per valutare un comparto che, come gli andamenti economici e finanziari, è sensibile e spesso in anticipo nel registrare il rapido mutare dei trend europei e internazionali.
Sede dell’Unione Europea e raffinata quanto discreta città del Nord, Bruxelles e il Brafa sono la dimostrazione di un mercato dell’arte solido ed estremamente informato, dove la diversificazione è fondamentale per confermare e attrarre nuovi clienti.
Opere eclatanti come piccole meraviglie, nei mesi prossimi troveranno sicuramente un collezionista che le amerà per il loro giusto valore, ma è necessario citarle come impressioni di un personale carnet de voyage, perché questo dà ancora di più la misura del valore intrinseco di questo evento, che nella sua globale offerta nel tempo e nelle forme della bellezza nell’opera d’arte trova la sua linfa vitale.
Due incantevoli allegorie della Lettura e Scrittura in biscuit prodotte da Dihl e Guerhard, nel 1800 circa, esposte con severa eleganza da Burzio di Londra: durante il periodo neoclassico la loro officina di Sevres fu la più importante di Francia: è interessante l’ambigua imitazione della sostanza del marmo e della scultura nella scelta di non invetriare le figure umane.
Una travolgente installazione (“Sacrum Cerebrum”) di Jan Fabre, da Guy Pieters Gallery di Knokke-Heist, dove il cuore diventa marmo che suscita algide pulsioni barocche in stanze rosso fuoco. Una coppia di memorabili frammenti di arazzi millefleurs olandesi della prima metà del XVI secolo, esposti da De Wit Fine Tapestries di Mechelen.
Un’impalpabile quanto struggente disegno del 1813 di Jacques Dominique Ingres raffigurante un giovane gentiluomo, da Perrin di Parigi, dove la sua stupefacente tecnica disegnativa diviene romantico esercizio d’intime emozioni. Una vigorosa testa romana del I secolo d.C proveniente dalla collezione di Palazzo Stroganoff a Roma, da Phoenix Art Ancien di Ginevra, che dialoga con l’assorto e mutilo ritratto dell’Imperatore Caligola, da Bagot Arquelogía Ancien Art di Barcellona.
Un frammento di contemporaneità nel fluire giocoso dei colori appoggiati su vetro di Gerhard Richter, esposti come simulacri nella Galerie Jörg Schuhmacher di Francoforte.
E ancora, una stupefacente commode tra Luigi XIV e Reggenza, realizzata dall’ebanista François Lieutaud nel primo quarto del Settecento, esposta con grande orgoglio dalla parigina Galerie François Léage, che fa da pendant allo stand di Steinitz, dove la grandeur della Ville Lumière, da Versailles alla Belle Epoque, diviene la misura di una tradizione che si perpetua e si rinnova con superbo disincanto oltre le mode passeggere.
Una stele araba in alabasto del 1000 a.C., che appare contemporanea alla semplificazione espressiva del bell’italiano a Parigi Amedeo Modigliani, da Safany Gallery di New York, e le misteriose e inquietanti atmosfere de La grande allée di Paul Delvaux del 1964, da Thomas Salis di Salisburgo.
Un turbinio d’immagini ed emozioni che si accavallano a perdifiato, ma che trovano il loro sicuro approdo nel meraviglioso quanto silente busto di Alberto Giacometti, esposto nell’affollata Boon Gallery di Knokke-Zoute (con una quotazione di 2,5 milioni di euro), dove la vibrazione sotterranea della sua antica modernità ci spinge a tornare l’anno prossimo al Brafa Art Fair, per rinnovare questo insaziabile stupore.
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BRAFA 2016 – Edizione 61
Da Sabato 23 a Domenica 31 Gennaio al Tour & Taxis, Avenue du Port 86 C, Bruxelles
Orari: 11-19 (Giovedì 28 Gennaio late opening fino alle 22)
Ingressi: intero 25 €, under 16 gratuito, under 26 e gruppi (minimo 10 persone) 10 €
Info e biglietti: www.brafa.be