Il piano di Maggie – A cosa servono gli uomini, dal 30 giugno in sala il film tratto dal romanzo di Karen Rinaldi.
Non fatevi ingannare dalla locandina, brutta (molto), e dal titolo all’apparenza demodé, Il piano di Maggie – a cosa servono gli uomini è una commedia da non lasciarsi scappare.
Maggie, Greta Gerwig, ha un piano. E, spoiler, ovviamente non funzionerà. Arrivata alla soglia dei 30anni Maggie ha deciso di rimanere incinta. In amore non è mai stata molto fortunata così sceglie di non rimanere in balia del destino, trova un donatore di seme, un vecchio compagno di liceo, ed è decisa a crescere un figlio in autonomia.
Ma quando l’amore ci si mette di mezzo il suo piano va a rotoli. O forse no…
Il piano di Maggie – a cosa servono gli uomini è una commedia raffinata e pungente, con grande ritmo, che ricorda i grandi fasti di Lubitsch e Camerini. Il cast è perfetto. Greta Gerwing dopo Frances Ha e Mistress America continua a brandire lo scettro di regina della commedia indie; incarna alla perfezione Maggie, una protagonista dalla sensualità eccentrica, sprezzante e moderna, in sospeso tra l’ingenuità e la stupidità, come le confesserà la sua rivale/alleate in amore, Georgette, interpretata da Julienne Moore che, come al solito, incarna l’ideale attoriale della perfezione. L’attrice premio Oscar per Still Alice qui sfoggia un accento nordico che le dona anche un irresistibile fascino esotico. Completa il triangolo Ethan Hawke, nella parte dell’uomo trascurato, poi conteso, poi di troppo, prima incoraggiato e poi sminuito. Sono gli uomini a non aver più un ruolo definito (o necessario) o sono le donne che non sanno più cosa vogliono? Questo è l’intreccio di dubbi che muove le fila della commedia di Rebecca Miller.
Maggie è sì mossa da buone intenzioni, alla ricerca di una via etica per dare un ordine alla propria vita, ma risultati disastrosi sono dietro l’angolo. Avere tutto sotto controllo forse non è la via migliore.
I protagonisti de Il piano di Maggie – A cosa servono gli uomini si innamorano, poi si disinnamorano e poi ancora si ritrovano, non ci sono cliché.
Partendo dal romanzo di Karen Rinaldi la regista e sceneggiatrice Rebecca Miller è riuscita a dar vita una commedia contemporanea ed estremamente vitale, una storia ambientata a New York riflette sugli aspetti pratici, a volte caotici, delle moderne famiglie allargate.
Rebecca Miller nel corso della sua filmografia ha sempre descritto storie di personaggi complessi e anticonvenzionali (da Personal Velocity a The Private Life of Pippa Lee), qui per la prima volta però si cimenta, in maniera brillante, con una commedia.
Il piano di Maggie – A cosa servono gli uomini è, a suo modo, un aggiornamento della commedia di rimatrimonio, in cui Greta Gerwing si candida come nuova Carole Lombard. Se è vero che Woody Allen è invecchiato abbastanza male, gli autori che da lui hanno attinto stanno facendo un ottimo lavoro nell’aggiornamento della screwball comedy: da Wes Anderson (il più eccentrico) a Noah Baumbach (il più legato, a conti fatti, a Woody Allen e Peter Bogdanovich). Con un balzo di inaspettata leggerezza Rebecca Miller si piazza a pieno titolo in questo club.
Il libro.
“New York. Anna, Isabel, Beth e Maggie sono amiche e donne in carriera. Insieme lavorano alla Red Hot Mama, una startup di successo che produce e vende biancheria sexy per signore incinte e neo mamme. Anna è sempre di corsa, ha un marito disoccupato e due figli a cui dedica troppo poco tempo. Sua sorella Isabel è incinta e in preda a una tempesta ormonale che la porta a tradire Sam, marito amorevole ma spesso in viaggio, con Christopher, una vecchia fiamma che le aveva spezzato il cuore. Beth invece, con forza, dedizione e un pizzico di leggerezza ha deciso di dedicarsi a Paul, il suo ex marito affetto da aids. Poi c’è Maggie, che vive con John, professore associato di storia del cinema avvolto da un’aura intellettuale; nel passaggio da amante a marito John però è diventato noioso e pigro, e a Maggie basta lo sguardo ammiccante di uno sconosciuto per capire che ha bisogno di un piano…”