“Slight Agitation” è un progetto espositivo costituito da quattro commissioni site-specific che si succedono dal 20 ottobre 2016 all’interno della Cisterna, uno degli edifici industriali preesistenti che costituiscono la sede di Milano.
Curato dal Thought Council della Fondazione Slight Agitation si sviluppa in quattro fasi successive che vedono la partecipazione di artisti internazionali come Tobias Putrih (Slovenia, 1972).
Il nome del progetto richiama la formula poetica “une légère agitation” con cui lo storico francese Fernand Braudel ha descritto in una sua opera la marea del Mediterraneo. L’espressione è mutuata per indicare interventi di artisti diversi fra loro, sia in termini teorici che pragmatici, chiamati a interferire e dialogare con il contesto spaziale e a imprimere con i loro lavori una nuova tensione creativa all’interno della sede di Milano.
Noto per le sue sculture e installazioni architettoniche che hanno l’aspetto di modelli, prototipi e provvisorie configurazioni di un processo concettuale, spesso critico o utopico, Tobias Putrih realizza il primo intervento di “Slight Agitation”.
I tre ambienti della Cisterna assumono, grazie al suo progetto, tre conformazioni distinte che interrogano le nozioni di gioco, emancipazione e politica: un teatro per una costruzione di mattoni in continua evoluzione, una blind room tattile e una scultura che si trasforma in labirinto.
Nel suo complesso l’intervento di Putrih ha l’aspetto di un gioco da abitare. Nella diverse declinazioni ricorda inizialmente l’innocenza infantile e la sorpresa delle prime scoperte attraverso il gioco, per poi costituire un mondo autonomo in scala reale, legato alla dimensione immaginativa tipica delle esperienze ludiche dell’infanzia. Con questo progetto, l’artista fa esplicito riferimento a molti precedenti storici che si collocano tra arte, architettura e pedagogia sperimentale: dal Kindergarten di Friedrich Fröbel ai cubi di legno di Frank Lloyd Wright, dal Vorkurs, il corso preparatorio per gli aspiranti studenti del Bauhaus ideato da Johannes Itten, ai giochi dada e surrealisti, dalle controculture degli anni Sessanta al World Game sviluppato da Buckminster Fuller.
Con il suo lavoro l’artista esplora i limiti e le possibilità dell’apprendimento attraverso la pratica ludica, trasportando l’esperienza fisica di un gioco a scala reale sul piano politico della negoziazione e analisi dei comportamenti collettivi. Al posto di concepire un meccanismo per un giocatore solitario con regole predefinite, Putrih inventa un ambiente dinamico in costante evoluzione che coinvolge il pubblico, i curatori e l’artista stesso e prevede collaborazione e interazione attiva tra soggetti.