Due sedi espositive. Una mostra. L’emozione dei COLORI nell’arte illumina Torino. Dal 14 marzo al 23 luglio 2017, il Castello di Rivoli e la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ospitano una mostra in cui “l’ingrediente” fondamentale è il colore in tutte le sue sfumature e accezioni: da quella filosofica a quella biologica, da quella antropologica a quella neuroscientifica. L’esposizione collettiva raccoglie 400 opere d’arte realizzate da più di 130 artisti in tre secoli di storia dell’arte, dalla fine del Settecento ad oggi. Una panoramica che auspica a una completezza fin troppo abbondante per raccontare al pubblico la storia, le invenzioni, la ricerca e l’esperienza del colore nella storia dell’arte.
«Il colore è un aspetto della vita così ovvio e al tempo stesso così sfuggente, quando ci si ferma a pensarci». (Carolyn Christov-Bakargiev, curatrice)
La mostra, ideata e promossa dalla direttrice del Castello di Rivoli, Carolyn Christov-Bakargiev, ha lo scopo di fornire un’ampia riflessione su un tema che colpisce la percezione umana e ne sollecita le corde emotive dell’animo.
Alle tradizionali ricerche artistiche incentrate sulla sperimentazione con lo spettro cromatico, tra cui i Fauves, l’Astrattismo e il Futurismo, sono accostati i moderni neon di Dan Flavin, gli ambienti disturbanti di Cruz-Diez, la stanza immersiva di Olafur Eliasson e molte altre opere contemporanee che legano l’uso del colore alla riflessione sulle diverse sfere della vita umana tra cui: la memoria, la spiritualità, la politica e la psicologia.
Liberare l’esperienza del colore da schemi che ne annullano la ricchezza. La volontà è quella di approfondire tutto ciò che sfugge ad una lettura oggettiva, ossia scientifica, del colore. Procedere oltre la teoria newtoniana per cui i colori che vediamo non sono altro che lunghezze d’onda non assorbite da alcuni materiali, riprendendo le tesi del filosofo, scienziato e poeta tedesco Goethe esposte nella sua Teoria dei Colori (1810) che sostenevano al contrario la non-oggettività dei colori in quanto prodotti della mente. Una teoria, quella goethiana, che all’epoca trovò maggiore ascolto tra i pittori che non tra gli scienziati. L’Ottocento e il Novecento furono i secoli della fede positivista nella scienza, nei quali “ogni cosa si poteva riprodurre in laboratorio”, anche i colori. Nascono così gli schemi Pantone e RAL che procedono alla standardizzazione industriale dei colori. Trascendere da tali mappe oggettive, restituire il lato più soggettivo del colore, quello emozionale, è l’intento della mostra.
«Il rosso è il colore dell’interno dei nostri corpi. È il centro». (Anish Kapoor)
Coniugare mondo affettivo e mondo scientifico. Mondi che per lo più tendono ad opporsi, cercano qui un equilibrio armonico. Una mostra che intende mettere in discussione la radicale standardizzazione del colore, rivendicando la ricchezza dello spettro cromatico percepibile dalla capacità sensibile umana. Il colore, in quanto qualità secondaria, si mostra nel contatto con un soggetto percipiente. Il centro del colore nell’essere umano risiede in una specifica area del cervello chiamata V4 scoperta solo nel 1989. La visione a colori raccoglie un numero straordinario di sfumature permettendo all’uomo di distinguere oltre 10 milioni di toni diversi. A questi toni del colore si associano espressioni, emozioni, ricordi ed eventi. I colori parlano della realtà, del mondo e della nostra esistenza.
Gli artisti reagiscono con sfumature, esperienze sinestetiche, spirituali e psichedeliche del colore, oppure ironizzando sui codici e gli standard con un impulso profondamente libertario.
Dal più tradizionale colore in pigmento fino al colore nella forma della luce dei neon e al colore digitale in video. Dalla riproduzione realistica del colore all’astrazione di Kandinskij fino ai monocromi di Klein. L’esposizione riflette sulla percezione soggettiva del colore nella fruizione dell’opera d’arte: la reazione del plesso mente-corpo dell’osservatore alle vibrazioni luminose.
La sede espositiva del Castello di Rivoli raccoglie in prevalenza opere d’arte contemporanea, dagli anni Sessanta a oggi: da Alighiero Boetti a Damien Hirst, da Andy Warhol a Anish Kapoor, da Gerhard Richter a Gilberto Zorio, da Giorgio Griffa a Tony Cragg, fino alle ricerche più recenti di Heather Phillipson e Liu Wei che indagano il “colore digitale”. Mentre alla GAM di Torino va in scena la parte più storica della mostra: dai futuristi Balla, Depero, Russolo ai fauves nella figura del capostipite Henri Matisse e di Sonia Delaunay, da Paul Klee a Vasilij Kandinskij, da Victor Vasarely alla riscoperta di Hilma af Klint; ma anche Mark Rothko, Carla Accardi, Lucio Fontana, Enrico Castellani, Yves Klein… fino a Nicola de Maria e il psichedelico Jim Lambie. Passando attraverso le ricerche optical del Gruppo Mid, dell’artista venezuelano Carlos Cruz-Diez e dell’americano Turrell.
«Quando la pittura si denuda alla ricerca della sua ultima essenza, ciò che resta è il monocromo, il puro respiro del colore». (Carolyn Christov-Bakargiev)
Informazioni utili
L’EMOZIONE DEI COLORI NELL’ARTE
14 marzo – 23 luglio 2017
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia – 10098 Rivoli (Torino)
tel. +39/011.9565222 – 280; info@castellodirivoli.org;
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta, 31 – 10128 Torino
tel. +39/011.4429518 – +39/011.4436907; gam@fondazionetorinomusei.it;