Con la mostra “State of Minds“, ospitata fino al 22 Luglio 2017 alla galleria Wunderkammern di Roma, Miguel Januário è alla sua prima personale in Italia, anche se non è la prima volta che si occupa d’arte nella Capitale. Nel 2015 infatti, insieme a un gruppo di altri artisti portoghesi ha partecipato al progetto Forgotten in favore di alcuni luoghi centrali della città dimenticati dai cittadini e dalle istituzioni che rischiano di perdere la loro funzione sociale . Classe ’81, l’artista portoghese è considerato un ‘attivista’ nel suo paese, in quanto si è sempre occupato di questioni politiche e sociali. Dal passato comune con altri artisti di strada della fase di clandestinità e dei graffiti, nel 2005 c’è la svolta della sua carriera.
All’ultimo anno del suo corso di Design presso la facoltà di Belle Arti di Porto, crea un marchio che è al tempo stesso un anti-marchio : ±MaisMenos± (PiùMeno). Se nel mercato globale c’è chi ha più e chi evidentemente meno, in un perfetto equilibrio algebrico e filosofico, più e meno , tesi e antitesi, si annullano. Il significato di questo simbolo è più chiaro osservando i lavori di Miguel. Usa varie tecniche e materiali (anche filmati video) ma le sue preoccupazioni sono soprattutto “letterarie”, ispirate dalle più disparate fonti : politica, economia , antropologia, sociologia e perfino scienza. Cambiando una vocale o al massimo una parola sulle frasi che rivelano i preconcetti di ogni società – quindi osservando un certo minimalismo di base – l’artista intende stimolare il pensiero critico del pubblico. Facciamo un esempio : da Europa a ‘Europia’ c’è solo una vocale di differenza che, tuttavia, sottende un infinità di implicazioni politiche e sociali . Non si tratta quindi di un gioco di parole fine a se stesso ma qualcosa di più articolato, che lui definisce un ‘gioco di mente’ in grado di dare valenza artistica alla forma scritta. All’inizio Miguel utilizza ±MaisMenos± in Portogallo, con una forte connotazione locale legata al contesto politico e sociale del suo paese. Successivamente il progetto diventa di respiro internazionale e quindi in lingua inglese fino a sbarcare a Roma con questo progetto ospitato alla Wunderkammern che ne rappresenta in un certo senso la versione sotto forma di mostra personale.
Chiediamo dunque all’artista se ha trovato difficoltà nel rinchiudere in una galleria, un’esperienza nata nella strada a contatto diretto con il pubblico. Lui ci risponde sorridendo che certamente non è stato facile ma si tratta di un’evoluzione inevitabile per tenere in vita il progetto. Aggiunge che ha studiato i 4 segmenti della mostra in modo da permettere al visitatore di essere il più possibile coinvolto nel percorso espositivo che rappresenta una sorta di viaggio mentale di preparazione verso l’installazione finale dell’ultima sezione. I 4 segmenti sono dunque interconnessi tra loro. Prendendo spunto dall’argomento dell‘interazione con il pubblico, gli chiediamo se nella sua precedente esperienza romana ha trovato un ambiente ricettivo al suo modo di fare arte così come avviene a Lisbona (diverso il discorso per Porto che invece ha un atteggiamento poco aperto nei confronti della Street Art). Miguel risponde che si è trovato bene a lavorare qualche anno fa nella capitale e che ha coinvolto il pubblico in una sorta di performance collettiva, senza alcun tipo di problema.
Anche in questa mostra, come già accennato, ha cercato il più possibile il dialogo e l’interazione con il pubblico , soprattutto all’inizio e alla fine dell’allestimento. Nella prima sezione infatti – intitolata State of Politics– gli spettatori si trovano di fronte a una installazione ( “ Yes or “No”) che chiede loro di esprimere un voto tramite una scheda da inserire in una scatola senza fondo . Le opzioni sono “Yes”, “No” oppure” ± “. Ovvio il richiamo alla contrapposizione tra due opposti ( yes e no ) che si annullano a vicenda e che rappresentano la visione dell’artista di un discorso nullo tra opposti che esclude i valori, condiviso dai sistemi dominanti della pubblicità e della politica. L’elemento chiave dell’installazione è rappresentata ovviamente dalla terza opzione di voto . A sottolineare tutto questo , le opere della prima sezione includono i poster – realizzati con manifesti elettorali strappati e plastica sagomata – della campagna ±Mais Menos± che riportano il “rumore visivo” delle campagne pubblicitarie politiche. Strettamente connessa a questa prima sezione è la seconda intitolata State of Media dove le varie opere di plastica modellata sottolineano la situazione della caotica informazione “usa e getta” dei media dei nostri tempi e della manipolazione tramite le “fake news”.
La stessa tecnica della plastica modellata con la sua trasparenza ricorre anche nella terza stanza/sezione -intitolata State of Borders – per sottolineare la natura effimera dei confini, dei muri, delle ideologie. Propone quindi alcuni dei suoi streetments dissacranti dei luoghi comuni del pensare come il gioco di parole leaving/living the dream (lascia/vivi il sogno). Un gioco di parole che prepara all’ultima sezione che si trova nello scantinato della galleria, al quale si può accedere attraverso delle torce elettriche. L’ambiente buio e i rumori inquietanti di fondo predispongono lo spettatore a immergersi nelle installazioni presenti nel seminterrato e che rappresentano il paradosso di una società globale aperta alle merci e chiusa agli esseri umani. Sullo sfondo una fonte di luce a intermittenza , tra la duplice condizione paradossale di Exit/ Exile.
Informazioni utili
Miguel Januário ±Mais Menos±
State of Minds
a cura di: Giuseppe Ottavianelli
testo critico di: Miguel Moore
date: 10 giugno – 22 luglio 2017
Pagina Fb Evento Miguel Januário ±Mais Menos± | State of Minds : https://www.facebook.com/events/423226451390667/
WUNDERKAMMERN – Via Gabrio Serbelloni 124, Roma
sito web: www.wunderkammern.net
email: wunderkammern@wunderkammern.net
tel: +39 0645435662
ingresso libero
orario di apertura: martedì-sabato, 16-19. Per appuntamenti chiamare: +39 3498112973