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Fathi Hassan in mostra a Milano con “Slavery”

Fathi HassanFathi Hassan

Fathi HassanFathi HassanUn ponte tra Africa e Europa: Fathi Hassan in mostra a Milano con Slavery, dal 19 settembre al 18 novembre.

Fathi Hassan. Slavery”: l’artista africano torna a esporre, con una personale, dopo dieci anni alla galleria Andrea Ingenito Contemporary Art.

L’esposizione propone -dal 19 settembre al 18 novembre- la produzione degli ultimi anni: una trentina di opere su tela, carta e legno che illustrano l’abilità di unire in una felice sintesi le sue origini nubiane e gli stimoli artistici e culturali dell’occidente.

>> Le radici africane e la formazione europea si uniscono armoniosamente sulle tele rendendo la sua arte luogo d’incontro tra culture.

Scrittura come segno e immagini come scrittura fanno di Fathi Hassan un artista dalla cifra inconfondibile.Fathi Hassan

>> Noto esponente dell’arte contemporanea africana, Hassan ha contributo ad inserire l’arte del suo Paese nel dibattito internazionale, diventando punto di riferimento per le nuove promesse del suo continente, ma soprattutto ponte tra due culture: quella africana e quella occidentale.

Tale posizione, difficile e privilegiata, è vissuta con sempre maggiore responsabilità da parte dell’artista, soprattutto nell’attuale momento storico che vede il popolo africano protagonista di una nuova diaspora e potenzialmente esposto a una nuova schiavitù.

Dichiara Fathi Hassan: “Paragonando la musica classica europea alla musica africana o araba entrano in gioco sensazioni e armonie diverse. Eppure spesso quando assisto a concerti europei ciò che mi viene in mente è il Nilo, Gibran Khalil Gibran, Naguib Mahfouz e Omar Khayyam. Veramente non so il perché, ma credo che esista un’armonia che innalza gli esseri umani oltre i pregiudizi”.Fathi HassanHassan è giunto in Italia all’inizio degli anni ’80 venendo in contatto con l’estetica Pop caratteristica di quegli anni. L’artista si rende conto però che il suo linguaggio va in tutt’altra direzione: quella che combina la tradizione orale tipica della sua terra, la Nubia, alla calligrafia mediorientale, nella volontà di ricordare le proprie radici e affermare la propria identità.

>> In un presente e in un Occidente in cui la parola scritta è preponderante rispetto a quella pronunciata, la grafia dell’artista risponde all’esigenza di figurazione dell’antico sapere nubiano tramandato oralmente.

È una sorta di musicalità quella che emerge dai ricami grafici dell’artista egiziano: in un’osservazione d’insieme della sua opera, si ha infatti la sensazione di essere di fronte a una “visione di suoni”, un susseguirsi di litanie che evocano i canti tradizionali delle donne africane.

Hassan riesce in questo modo a salvare la memoria di un passato che non può più essere affidato solo alla tradizione orale, senza però stravolgerne l’essenza imprigionandolo in un segno definitivo.

>> Per l’inizio del 2018 è inoltre prevista una mostra antologica dell’artista presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi.

Fathi Hassan. Slavery
Andrea Ingenito Contemporary Art | Milano, Via Privata Massimiano 25
20 settembre – 18 novembre 2017

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