Dopo la vendita record del Salvator Mundi di Leonardo lo scorso 15 novembre da Christie’s a New York per oltre 450 milioni di dollari, si è scatenata sul web e non solo una divertente caccia al buyer. Cristina Ruiz e Anna Brady del The Art Newspaper hanno provato a dare una spiegazione su come sia stato possibile questo super acquisto.
Le varie speculazioni sull’identità del compratore sono andate dai miliardari cinesi ai funzionari del governo francese per il nuovissimo Louvre di Abu Dhabi, dalla famiglia reale del Qatar fino (udite udite) al Presidente russo Vladimir Putin. Non è mancato anche il nome di Bill Gate, co-fondatore della Microsoft, additato forse perché già collezionista del Codice Leicester di Leonardo, acquistato da Gates nel 1994 per 30,8 milioni di dollari. Tra l’altro, il Codice da Vinci tornerà a Firenze per la mostra “Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. L’Acqua Microscopio della Natura” che si terrà agli Uffizi dal 29 ottobre 2018 al 20 gennaio 2019.
Ma veniamo all’articolo del The Art Newspaper. Secondo il giornale un nome meno fantasioso potrebbe essere quello di Ken Griffin, che ha costituito la società di investimento globale Citadel di Chicago. Secondo Forbes, il suo patrimonio si aggira gli 8,7 miliardi di dollari (nel 2017). Diverse fonti suggeriscono che Griffin abbia acquistato il dipinto con l’intento di prestarlo o donarlo all’Art Institute di Chicago. Nel 2016 Griffin ha prestato al museo due opere, una di Jackson Pollock e una di Willem de Kooning, dopo averle comprate per circa 500 milioni di dollari dal produttore discografico e cinematografico statunitense David Geffen.
Il Salvator Mundi di Leonardo in realtà era già arrivato in asta “garantito da parte terza”, cioè vi era già un compratore anonimo che garantiva il prezzo di riserva (anche questo ignoto) per evitare il “dramma dell’invenduto”. Altri rumors dicono che fosse stato garantito da i tre seller del grande “Sixty Last Suppers” di Andy Warhol che era appartenuto a Larry Gagosian, che lo aveva esposto ad Abu Dhabi nel 2010. Sempre le stesse voci di corridoio dicono che lo stesso seller del Leonardo, Dmitry Rybolovlev, abbia garantito per il Warhol per circa 50 milioni di dollari in una cosiddetta “double-bind guarantee”, “garanzia a doppio vincolo”.
Se questo fosse vero, continuano sul The Art Newspaper citando la giornalista esperta di mercato dell’arte Georgina Adam: «se questo tipo di accordi è comune, è sconosciuto al mercato in generale e andrebbe a rinforzare l’impressione che il sistema delle garanzie o della vendita pre-asta sia opaco, smentendo il mito che quello delle aste sia un mercato trasparente».
Se il Salvator Mundi di Leonardo da Vinci assomiglia alla Gioconda. E dato che i figli maschi assomigliano alle madri. Monna Lisa chi rappresenta? Cfr. ebook/kindle. La Gioconda: uno specchio magico.