Bologna insolita e segreta: tra meridiane da Guinness e cascate nascoste tra le case, 200 luoghi inaspettati. Intervista all’autore.
Entrare in una chiesa attraverso una porta che si apre solo a chi sorride, visitare una mansarda piena di bambole, misurare una tagliatella d’oro, trovare un intero museo in un comò, leggere l’ora su una meridiana da Guinness dei primati e persino cercare una cascata nascosta tra le case: sono solo alcune delle curiosità e dei luoghi più inaspettati della città illustrati dalla guida Bologna insolita e segreta di Davide Daghia, edita da Jonglez, che si aggiunge ad una collana di volumi in cui si descrivono gli angoli più nascosti delle principali città del mondo (tra cui Venezia, Napoli, Milano, Firenze, Roma).
>> Grazie a questa guida bolognesi e turisti potranno scovare un meraviglioso trompe l’oeil nascosto in Piazza Aldrovandi, o camminare sulle rovine di un castello sepolto e, anche, parcheggiare la bicicletta in un rifugio antiaereo.
Ed, ancora, quanti sanno che a Bologna è possibile toccare un pezzetto di Luna e di Marte? O che i disegni all’interno della torre Prendiparte, realizzati con materiali poveri, sono la testimonianza dei carcerati che furono rinchiusi proprio qui?
>> Lontano dalla folla e dai luoghi comuni Bologna offre un gran numero di esperienze sorprendenti, spesso sconosciute innanzitutto agli abitanti, e decisamente inaspettate.
La guida Bologna insolita e segreta descrive oltre 200 tra musei, chiese, chiostri, biblioteche, collezioni private, giardini; il volume è arricchito con mappe, foto, modalità di visita di ciascun luogo e schede che raccontano storie insolite di una città che alterna modernità a tradizione, ricchissima di tesori nascosti tutti da scoprire.
>> Abbiamo intervistato l’autore, Davide Daghia, a cui abbiamo chiesto di svelarci qualche altro segreto sulla città di Bologna.
Cosa rende Bologna speciale?
Domanda impegnativa: mi limito a condividere il mio punto di vista. Bologna per me ha una bellezza nascosta, che richiede curiosità e un po’ di impegno prima di svelarsi. Penso ad alcuni palazzi antichi che si trovano nella cosiddetta “addizione longobarda”. In questa sorta di raggiera di strade gli spazi sono talmente stretti che non ha senso investire in facciate sontuose. Oltretutto i portici restringono ancora di più il campo visivo del passante.
Ecco perché questi palazzi hanno spesso concentrato i loro pezzi forti all’interno: scaloni, cortili, decorazioni, affreschi, a partire da quelli dei Carracci. Per me è un esempio che dà l’idea di quanto potenziale ha questa città, per chi ha voglia di cercare.
Una meta imperdibile per gli amanti dell’arte?
Sarò banale: la casa di Giorgio Morandi . Essere lì e vedere la stanza, le sue bottiglie, la luce che entra dalla sua finestra è come entrare in un suo quadro, in un suo spazio intimo, senza violarlo. Non amo tanto il turismo delle case degli artisti, ma in questo caso è molto meglio delle tante “experience” in 3D che vanno tanto di moda oggi.
Un segreto su Bologna che non c’è nel libro?
Una cosa che manca, perché ancora non ho trovato la risposta, riguarda un palazzo in zona universitaria dove oggi c’è l’archivio storico. Ha un fregio curioso, perché tra una finestra e l’altra ci sono degli orologi, probabilmente in cemento, e ogni orologio indica un’ora diversa. Non ho ancora trovato abbastanza informazioni per capire se è un riferimento a qualcosa o se è solo una decorazione fine a se stessa.
Una leggenda metropolitana da smentire?
Ce ne sono tante, tra il serio e il faceto. Forse la cosa più importante da ripetere, anche se non è propriamente una leggenda urbana, è lo stereotipo di Bologna come città del cibo. Lo è, nessun dubbio, e fa piacere che i turisti riempiano i ristoranti in ogni momento, però c’è anche tanto altro, e per tutti i gusti.
Bologna insolita e segreta, pp. 280
euro 17,95
isbn 978-2-36195-119-1
Edito da Jonglez